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Il Leoncavallo è stato sgomberato, lo sfratto eseguito in una Milano in vacanza

eseguito lo sfratto del Leonocavallo

Decine e decine di persone continuano a radunarsi di fronte al Leoncavallo, dove questa mattina, intorno alle 8, è stato eseguito lo sfratto dello storico centro sociale che occupava lo spazio di via Watteau dal 1994. Persone di tutte le età arrivano a piedi, in bici, e c’è un gran brusio davanti al cordone di polizia che presidia l’ingresso all’angolo tra via Bettoni e via Stella. In tanti sono venuti a portare solidarietà, ma la sensazione è che il futuro del centro sia incerto.

Lo sgombero, con il ritorno dell’ufficiale giudiziario, era previsto per il 9 settembre, ma le cose sono andate diversamente. Avs aveva annunciato di voler organizzare la festa del partito proprio qui, l’8 settembre, in solidarietà con il Leoncavallo. E così il ministero dell’Interno ha deciso di accelerare i tempi, scegliendo un blitz in una giornata sguarnita. 

Per stasera è convocata un’assemblea cittadina intorno alle 18. La città è chiamata a raccolta: vi aggiorneremo sul luogo nelle prossime ore. Questa mattina, alle 8.15, le forze di polizia sono entrate trovando lo spazio vuoto. Alla presenza di un avvocato dei proprietari, il gruppo Cabassi, si sta procedendo all’inventario di tutti i beni degli occupanti. Poi verrà notificato un verbale: avranno 30 giorni per liberare l’immobile e portare via le cose rimaste all’interno. 

Quel che è certo è che il 21 agosto 2025 rimarrà una data storica per la vita del Leoncavallo, che ancora una volta dovrà resistere. Non è una novità: anche nell’89 un altro sgombero era arrivato in pieno agosto. Ora resta da capire quale sarà il futuro, anche in attesa del bando comunale per uno spazio alternativo nella zona di Rogoredo.

Sgombero del Leoncavallo: le testimonianze

Tra le persone arrivate sul posto durante la mattinata c’è Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, che ha ricordato come fosse in corso una trattativa con il Comune per una possibile nuova collocazione del centro sociale, oltre a commentare i tempi dello sgombero:

Mirko Mazzali è l’avvocato del Leoncavallo. Lo abbiamo sentito durante lo sgombero:

Piantedosi ha rivendicato lo sgombero: “Tolleranza zero verso le occupazioni abusive, la fine di una lunga stagione di illegalità” ha detto il ministro dell’Interno. Dai partiti della destra il primo a esultare era stato Matteo Salvini, ma lo sfratto viene celebrato anche dagli altri partiti che sostengono il governo. Dal centrosinistra dichiarazioni di segno opposto a partire da Verdi e Sinistra, che a settembre aveva in programma la sua festa proprio al Leoncavallo. Sentiamo Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana:

Alcune settimane fa era stato diffuso un appello in difesa del Leoncavallo. Lo scrittore Sandrone Dazieri era stato tra i primi a firmarlo:

  • Autore articolo
    Chiara Manetti
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    Una notte ad Adriatica, posto di mare immaginario ma simile a tutti quelli che ciascuno di noi crede di ricordare. Qui Massimo Ghezzi ambienta il suo ultimo romanzo, “Adriatica”, appunto. Una storia che si consuma in un tempo breve, con un mare che è a sua volta personaggio, popolata da figure marginali, quelle che spesso ignora anche la cronaca. Echi di Tondelli, di Fellini, di Pasolini. Una ragazza che fugge da una madre impossibile, un settantenne che rimpiange un vecchio amore, e il popolo della notte marina, nei pub, lungo la statale, sul molo. Un misto di turisti, hooligans, rider, residenti…”ognuno in fondo perso”. Massimo Gezzi ne ha parlato con Ira Rubini a Cult.

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