Approfondimenti

Se il vino diventa Made in China

«Che vuoi che ti dica? Un castello semi-medievale appena fuori Pechino e vino quasi imbevibile». Così, John Salamini, titolare della cantina Luretta, sintetizza la «qualità» di Yantai Changyu Pioneer Wine, il più antico brand cinese, che sta spendendo e spandendo in giro per il mondo per ampliare il proprio business. Eppure la compagnia esiste fin dal 1892 quando – dice la letteratura agiografica – il signor Zhang Bishi, «un patriottico cinese d’oltremare che voleva promuovere l’industria nella propria terra», aprì l’attività a Yantai, Shandong, dove fu piantata la prima vigna e costruito il primo castello simil-Bordeaux o simil-Loira. Come quello nei pressi di Pechino, nel quale un’armatura medievale ti accoglie all’ingresso della cantina. Ma ce ne è uno anche in Nuova Zelanda.

Il signor Zhang, poveretto, lui morì di «mal di denti non diagnosticato». Nel 2015, l’azienda dello Shandong ha comprato per 40 milioni di dollari il 75 per cento della cantina spagnola Marques del Atrio e il suo general manager, Sun Jian, dice ora a Reuters che è in trattativa per acquistare produttori di vino di medie dimensioni in Australia, Cile e anche Francia, dove già possiede un vigneto di cognac e una cantina nel Bordeaux.

Una strategia a tutto campo di cui beneficia anche l’Italia, visto che la varesotta Ilva – quella dell’Amaretto di Saronno, non dell’acciaio – possiede un pacchetto di minoranza di Changyu, che fa il 90 per cento del proprio fatturato in Cina e che vorrebbe ampliare le proprie vendite all’estero fino al 30 per cento almeno. L’azienda dichiara di controllare ben il 50 per cento del mercato cinese e di valere 500 milioni di euro di capitalizzazione. Oggi, il mercato vinicolo cinese è quello più velocemente in crescita e tra il 1995 e il 2010 il consumo pro capite è raddoppiato. Tuttavia, resta del 40 per cento inferiore a quello della piccola Francia. Questo, più che scoraggiare, indica incredibili margini d’espansione.Il modello di business è piuttosto chiaro se si prende a esempio l’acquisizione di Marques del Atrio. Ora, Changyu vorrebbe che il prodotto della sua controllata diventasse «il vino spagnolo numero uno sul mercato cinese, il vino di riferimento», dichiara lo speranzoso general manager. Al tempo stesso, si propone di conquistare una fetta del mercato spagnolo con il proprio prodotto di massa, il «Noble Dragon», un vino sia bianco sia rosso fatto in Cina con uve Cabernet Gernischt e Cabernet Sauvignon: 400 milioni di bottiglie prodotte nel mondo.

Fin qui tutto bene, una gloriosa storia imprenditoriale che si fa forza dell’economia di scala. Ma proprio perché «vino» ed «economia di scala» spesso non coincidono, la vicenda Changyu diventa forse metafora di un certo modo di intendere il business, alla cinese, che fa sollevare il sopracciglio a parecchi. Davide Orbolato è China Country manager di Cavit. «Sarebbe meglio che i cinesi facessero meno operazioni commerciali e lavorassero di più sulla qualità del vino», dice. «Dovrebbero consolidare il proprio brand per vendere sempre più e sempre meglio sia in Cina sia all’estero, non comprare il vino da altri». «Sai che c’è? Non credono nel prodotto, per loro è un investimento che si accompagna alla proprietà immobiliare», aggiunge Salamini. «Diventano delle finanziarie. Trovano che in Spagna qualcuno vende la cantina per due lire, si fanno forza del renminbi forte – finché dura – e convertono la moneta in bene. Ma i driver sono il guadagno immediato nell’arco di cinque anni, mentre sappiamo benissimo che il vino richiede altri modi e altri tempi. Se poi il renmimbi scende, hanno sempre il bene immobile in Spagna o il castello della Loira alla periferia di Pechino».

Senza voler fare rischiose recensioni sull’effettiva qualità del vino di Changyu – ché non ne siamo capaci, ma la vox populi (occidentale) non appare troppo convinta – il problema qui appare quello della sostituzione di una filosofia di cura del prodotto con una di commercializzazione spinta. Si possono immaginare scenari apocalittici, con quei 400 milioni di bottiglie che invadono il mercato spagnolo e poi, forse, quello europeo. Che impatto può avere il «vino del Drago» sulle nostre abitudini al bere? La domanda è la stessa che rimbalza ogni volta che la Cina si lancia nella corsa globale: saremo noi a cambiarla o sarà lei a cambiare noi?

Tratto da China Files

  • Autore articolo
    Gabriele Battaglia
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 28/12 13:00

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 28-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve domenica 28/12 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 28-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 28/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 28-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 24/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 24-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 28/12/2025

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 17, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 28-12-2025

  • PlayStop

    Ricordi d'archivio di domenica 28/12/2025

    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

    Ricordi d’archivio - 28-12-2025

  • PlayStop

    Giocare col fuoco di domenica 28/12/2025

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 28-12-2025

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 28/12/2025

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 28-12-2025

  • PlayStop

    La domenica dei libri di domenica 28/12/2025

    La domenica dei libri è la trasmissione di libri e cultura di Radio Popolare. Ogni settimana, interviste agli autori, approfondimenti, le novità del dibattito culturale, soprattutto la passione della lettura e delle idee. Condotta da Roberto Festa

    La domenica dei libri - 28-12-2025

  • PlayStop

    Va pensiero di domenica 28/12/2025

    Viaggio a bocce ferme nel tema politico della settimana.

    Va Pensiero - 28-12-2025

  • PlayStop

    Apertura musicale classica di domenica 28/12/2025

    La musica classica e le sue riverberazioni per augurare un buon risveglio a “tutte le mattine del mondo”. Novità discografiche, segnalazioni di concerti, rassegna stampa musicale e qualunque altra scusa pur di condividere con voi le musiche che ascoltiamo, abbiamo ascoltato e ascolteremo per tutta la settimana.

    Apertura musicale classica - 28-12-2025

  • PlayStop

    Radio Romance di sabato 27/12/2025

    Canzoni d'amore, di desiderio, di malinconia, di emozioni, di batticuore. Il sabato dalle 21.30 con Elisa Graci

    Radio Romance - 27-12-2025

  • PlayStop

    Snippet di sabato 27/12/2025

    Un viaggio musicale, a cura di missinred, attraverso remix, campioni, sample, cover, edit, mash up. Sabato dalle 22:45 alle 23.45 (tranne il primo sabato di ogni mese)

    Snippet - 27-12-2025

Adesso in diretta