
“Questi tre anni sono stati un film in bianco e nero”. Elly Schlein è stata quasi l’ultima ieri sera ad intervenire in aula, alla Camera dei deputati, dopo le comunicazioni di Giorgia Meloni sul Consiglio europeo. Ma il tema dell’Europa, la guerra in Ucraina e in Medio Oriente si è intrecciato al giudizio di questi tre anni di Governo, celebrati da Palazzo Chigi come la corsa ad un consenso crescente. “Siamo sempre più maggioranza” ha detto la presidente del Consiglio, per l’opposizione è, invece, lo scivolamento verso la povertà sempre più diffusa di larghe fasce della popolazione, tendenza confermata anche con la terza manovra economica, definita la peggiore del Governo. Uno scontro verbale nelle aule del Parlamento che non ha risparmiato nessuno, prima al Senato, dove Meloni si è scagliata soprattutto contro i Cinque stelle, dopo che una senatrice del gruppo l’ha definito la cheerleader di Trump, subito dopo a Montecitorio. Meloni, nell’intento di spiegarsi, ha ribadito le sue accuse alla sinistra, di avere un atteggiamento più fondamentalista di Hamas, ancora una volta ha accusato Elly Schlein di gettare ombre sulla democrazia. È toccato a Dario Franceschini ricordare tutte le volte che Giorgia Meloni all’estero ha infangato i governi italiani, e poi Giuseppe Conte, con un libretto contenente l’elenco di tutte le tasse messe dal governo Meloni, ha ribattuto alle accuse della destra di aver creato voragini nei conti pubblici tra bonus e reddito di cittadinanza. L’atteggiamento della presidente del Consiglio, nel giorno in cui inizia il quarto anno di governo, è sempre lo stesso: si fa vittima della sinistra, ma è il modo per nascondere le difficoltà di una manovra scarsa e del rischio di irrilevanza in Europa. “È un governo subalterno a Trump”, dice l’opposizione, Meloni nel suo intervento esalta, infatti, il presidente statunitense e accusa di debolezza l’Unione Europea. Conferma il sostegno a Kiev, cercando un equilibrio precario tra l’uso degli asset russi e le sanzioni a Mosca per non innervosire l’alleato Salvini. Le opposizioni unite nelle critiche al Governo sul piano interno, mostrano, però, una divisione netta in politica estera, presentando ben cinque risoluzioni, con il Partito democratico che chiede di confermare il sostegno all’Ucraina e i Cinque stelle che, invece, vogliono lo stop al riarmo.