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Scontro in aula sul ddl per legalizzare la cannabis

Per la prima volta approda in Parlamento un disegno di legge per la legalizzazione della cannabis. La discussione è rimandata a settembre, quando l’aula dovrà affrontare 1.700 tra emendamenti ed articoli aggiuntivi già depositati dal fronte (trasversale) che contesta il ddl. Il testo affronta diversi temi: dal possesso per uso personale e ricreativo all’uso terapeutico, dall’autocoltivazione ai “social club” della marijuana. Per quanto la data sia storica, per i promotori della cannabis libera è solo l’inizio di una battaglia parlamentare che si preannuncia molto complicata.

Qui un confronto tra uno dei principali sostenitori del disegno di legge, Daniele Farina di Sinistra Ecologia e Libertà, ed Edoardo Patriarca, parlamentare Pd, molto più scettico sull’efficacia della nuova legge. Due i temi al centro del confronto: gli effetti del principio attivo della cannabis e il contrasto al narcotraffico.

Daniele Farina, Sel

“Lo reputo finalmente un inizio di una strada che non verrà più abbandonata, perché il mondo va in quella direzione. È la prima volta che in aula arriva un disegno di legga che vada nella direzione di una liberalizzazione non restrittiva, come tutte le altre proposta, ma espansiva. Gli effetti sarebbero profondissimi”

Tra le novità introdotte c’è il concetto di “monopolio attenuato”: cos’è?

“Si tratta di un regime di regolamentazione del mercato in monopolio che paradossalmente è anche più stringente di quello in vigore per il tabacco, perché prevede il controllo dalla coltivazione alla vendita. È attenuata perché coltivazione è permessa anche se fatta in associazione nei ‘maria social club’. All’inizio il monopolio era una boutade, invece si è dimostrato il tema su cui c’è maggiore consenso. Fa pensare che ci siano più preoccupazioni per 4-5 piantine piuttosto che per il monopolio”

Quali effetti economici vi aspettate da questo provvedimento?

“Ci sono studi in cui si parla di molti miliardi di euro all’anno tolti alle mafie. Ma non è l’aspetto principale su cui ci focalizziamo, anche se è un buon argomento”.

La legge può passare? Quando?

“Con molto realismo: 200 parlamentari favorevoli, non sono la metà di 630, quindi quella che abbiamo davanti è una strada in salita. Abbiamo di fronte sbarramento medievale di oltre mille emendamenti e articoli aggiuntivi. A settembre si attaccherà questo blocco e vedremo quale posizione verrà presa dai partiti”.

Ascolta l’intervista completa a Daniele Farina

Daniele Farina

 

Edoardo Patriarca, deputato Pd

“L’attuale ddl risente di un approccio che non dice tutta la verità sul merito delle cose. Se si dovesse riparlare di legalizzazione e liberalizzazione credo si debba dire di più la verità, cioè che il principio attivo nella cannabis è devastante, non fa bene, come non fanno bene il tabacco e l’alcol. Non vorrei che si arrivasse a dire, come per la cocaina negli anni Ottanta, che non fa male. Si sta giocando con una sostanza pericolosa”.

Su che cosa non si dice tutta la verità?

“Pensare che liberalizzazione contrasti il narcotraffico credo sia una pia illusione. In Colorado, dopo la legalizzazione, si dice che il 45.-50 per cento della provenienza sia ancora illegale. Per un semplice dato costa di meno. Anche questo non usiamolo come argomentazione. Detto questo, io sono sulla posizione di ragionare e riflettere sulle due posizioni”.

Che cosa la spaventa di fronte alla potenziale legalizzazione?

“A me spaventa l’abbandono educativo in cui si trovano i nostri giovani. Le opinioni su usi e effetti cannabis sono molto articolati e molto diversi. Sulla possibilità di introdurre una nuova sostanza legalmente ragioniamoci, ma senza dire che non fa nulla o che fa bene. Non vorrei entrare nella deriva nichilista che le sostanze ci sono e vanno gestite…”

Che cosa farà lei in aula?

“Il dibattito con tutte le forze politiche si aprirà in autunno con un approccio spero che non spacchi il Paese e cerchi di tutelare la vita dei ragazzi. Ho preso questa posizione perché esprime preoccupazioni anche di alcuni parlamentari Pd,. I parlamentari si vogliono muovere con attenzione”.

Ascolta l’intervista completa a Edoardo Patriarca

Edorardo Patriarca

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    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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