
Per lo stadio di San Siro il Milan gioca al ribasso e chiede al Comune di Milano e al sindaco Sala che ci sia un ulteriore sconto sul prezzo di 197 milioni stabilito dall’Agenzia delle Entrate. Questo è emerso dopo l’ultimo incontro fra le squadre ed il Comune. Le squadre ma soprattutto il Milan, con il presidente Scaroni, hanno chiesto che vengano decurtati i costi delle bonifiche, e chiedono anche un contributo sull’abbattimento dello stadio Meazza. Per ora dal Comune non c’è alcuna risposta, anche se il sindaco Sala vuole concludere la vendita entro la fine di luglio per evitare che scattino i termini per l’applicazione del vincolo della sovraintendenza. Su questo comunque c’è un ricorso presentato dal comitato Sì Meazza che dimostra che la data di inaugurazione dello stadio è antecedente al 10 novembre del 1955, ma su questo il tribunale dovrebbe pronunciarsi entro la metà di luglio. Un’altra incognita riguarda la possibilità che il vincolo scatti anche se lo stadio dovesse passare a privati. Anche se la decisione non è automatica, resta il fatto che il vincolo riguarda l’edificio indipendentemente dalla sua proprietà. Infine, c’è da segnalare una richiesta presentata dai consiglieri dissidenti Monguzzi, Fedrighini, Pantaleo e Giungi che chiedono che fine abbia fatto il contributo di 40 milioni che le squadre dovevano versare per investimenti compensativi sul quartiere San Siro. Era questo uno dei punti qualificanti dell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale per concedere il pubblico interesse al progetto del nuovo stadio. Investimento che è però scomparso dalle trattative e di cui nessuno parla più.