
Nessuna stanchezza, per il quarto giorno consecutivo migliaia e migliaia di persone di nuovo in piazza. Il colpo d’occhio delle bandiere palestinesi conferma che la priorità è sempre la fine del genocidio a Gaza, ma con una spinta così forte che arriva da queste mobilitazioni è difficile pensare che tutto possa fermarsi ad oggi, che da stasera tutto finisca. È troppo grande la marea umana di questi giorni e oggi a Roma perché il governo e i partiti non si interroghino sul significato di tanta partecipazione e quale volontà di cambiamento contenga.
“Giorgia, buon weekend”, aveva scritto un ragazzo su un cartello, una signora indossava bandiere come abiti, era vestita per la rivoluzione, e sorride. Quelle parole di disprezzo di Giorgia Meloni lasciano il loro peso, segnano uno scollamento tra una partecipazione gioiosa oggi e il livore di una leader che è sempre stata convinta di avere una speciale sintonia con il popolo. Alle esternazioni rabbiose di Matteo Salvini su multe, minacce e lavoratori trattati come delinquenti, c’è la silenziosa volontà di rivalsa di Meloni che avrebbe chiesto di sapere quanto costano i cortei perché ne avrebbe parlato agli italiani. Ma milioni di italiani erano nelle piazze in questi giorni, così tanti che anche i partiti e i sindacati oggi si sono persi, indistinti in mezzo a tanta partecipazione.