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La danza come sfida sociale

Al Torino Film Festival il cinema si mescola con la danza. Protagonista L’étoile del Teatro alla Scala Roberto Bolle, a cui è stato dedicato il film Roberto Bolle – L’arte della danza, che sarà visibile nelle sale italiane solo dal 21 al 23 novembre.

Il documentario diretto da Francesca Pedroni segue il ballerino nella preparazione degli spettacoli andati in scena all’aperto: all’Arena di Verona, alle Terme di Caracalla e al Teatro Grande di Pompei. Uno degli aspetti più interessanti del lavoro di Bolle è proprio questo e con tutte le difficoltà che ne comporta: portare la danza nei grandi teatri italiani all’aperto, per portare la danza a tutti. “La danza è bellezza e la bellezza è cultura”, ripete varie volte l’étoile.

L’arte della danza è presente in tutto il film, dalle scene girate durante le prove, al momento travolgente e dai ritmi vorticosi dell’esibizione con il pubblico; e a fare da contrappunto non mancano momenti privati in albergo, in viaggio e qualche ora di svago con altri ballerini, invitati da tutto il mondo per spettacoli come Bolle & friends e in cui si accompagna nel ballo con i maggiori talenti della danza, provenienti da Stati Uniti, Russia, Germania, Inghilterra.

“Ventenne incantò tutti danzando alla Scala con il suo primo Romeo, parte che gli fece conquistare giovanissimo il ruolo del primo ballerino del teatro. Un’eleganza naturale, principesca, da perfetto danseur nobile, una bellezza da manuale d’arte, ideale per le linee classiche e neoclassiche che però non gli ha impedito, anzi lo ha spinto a mettersi in gioco anche in ruoli dalla personalità tormentata come Onegin o Don José“. Spiega la regista Francesca Pedroni che si occupa di danza per diversi media, è autrice del canale satellitare di Classica HD e lo segue dai suoi primi successi.

Il film, girato in una decina di giorni, decisamente intensi, ospita tra gli altri ballerini Nicoletta Manni (Teatro alla Scala), Melissa Hamilton, Eric Underwood, Matthew Golding (Royal Ballet London), Jiri e Otto Bubenicek (Semperoper Ballet Dresda e Hamburg Ballet), Anna Tsygankova (Riabko e Hamburg Ballet), Maria Kotchetkova e Joan Boada, Alexadre Riabko (San Francisco Ballet).

Tra i tantissimi meriti che si leggono nella biografia di Roberto Bolle, vale la pena ricordare le collaborazioni con l’American Ballet Theatre, con il Balletto dell’Opéra di Parigi, con il Balletto del Bolsoj; le esibizioni a Buckingam Palace su nvito della Regina Elisabetta e sul Sagrato di Piazza San Pietro su invito di Papa Giovanni Paolo II. E ancora la nomina a Principal dell’American Ballet Theatre, le direzioni di Peter Greenway e Bob Wilson. Infine, dal 1999 è Ambasciatore di Buona Volontà per l’Unicef, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitogli nel 2012 dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal 2004 è Medaglia d’Oro dell’Unesco. Sono tutte nomine che mettono al primo posto il valore culturale della danza come messaggio universale.

Ascolta l’intervista a  Roberto Bolle

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  • Autore articolo
    Barbara Sorrentini
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