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Donald Trump in procura a New York, lo scioglimento dei ghiacciai himalayani e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 4 aprile 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Donald Trump va in procura  NewYork per rispondere di accuse penali, è la prima volta per un ex presidente USA; il governo rischia di scontentare gli enti locali governati dai partiti di centrodestra con la sua inadeguata gestione degli sbarchi dei migranti; la Finlandia entra nella NATO e dice addio al suo storico status di Paese neutrale; i ghiacciai delle vette più alte del mondo sono messi molto peggio di quanto si immaginasse: i nuovi dati sono preoccupanti.

Il giorno dell’incriminazione di Trump

Ci siamo quasi: oggi Donald Trump entrerà nella sede della procura di Manhattan, dove verrà incriminato per il caso dei pagamenti all’ex attrice porno Stormy Daniels.

L’udienza di Trump avviene in una New York blindata, con 30mila agenti di polizia pronti ad intervenire; davanti al tribunale ci sono infatti decine di suoi sostenitori; attesi anche alcuni parlamentari repubblicani.
Da Manhattan, Davide Mamone:

Quella di oggi è una giornata che resterà nella storia: è la prima volta che un ex presidente degli Stati Uniti si trova ad affrontare accuse penali.
I dettagli dei capi di imputazione saranno rivelati solo durante l’udienza, ma nella sostanza, di cosa potrà essere accusato Donald Trump?
Roberto Festa:


Accoglienza dei migranti: un boomerang per il governo Meloni

(di Anna Bredice)

È in corso una cabina di regia, che serve al governo Meloni per correre ai ripari ed evitare un enorme boomerang, cioè che le proteste contro l’arrivo dei migranti sui territori, cavalcate sempre dalla destra e soprattutto dalla Lega, come a Ferrara qualche anno fa, ora diventino contestazioni contro il governo. Per questo è in corso una cabina di regia per organizzare in maniera più strutturata l’accoglienza dei migranti nelle regioni. I Comuni avvertono che su di loro c’è il tentativo di scaricare tutte le responsabilità, i prefetti chiedono ai sindaci di mettere a disposizione alberghi e altre strutture in maniera improvvisata quando, questo denunciano gli enti locali, ci vorrebbe un piano serio. Il timore è un aumento di arrivi di migranti in primavera e la difficoltà di collocarli, l’idea che si sta prendendo in considerazione è l’apertura di un centro per rimpatri in ogni regione. I sindaci chiedono anche l’apertura di strutture dedicate solo ai minori non accompagnati. Domani Meloni incontrerà il premier spagnolo Sanchez, con lui potrebbe discutere di ciò che la Spagna sta facendo per gestire l’immigrazione, accordi ad esempio con il Senegal e il Marocco per visti di lavoro legali in cambio di rimpatri. In ogni caso, il governo deve affrontare il tema non solo sulle frontiere, come sta facendo, chiudendo i porti, respingendo le navi e multando le Ong, ma anche sul fronte interno, per non pagarla nelle proteste di un elettorato che è sempre stato di destra.

La Finlandia abbandona la neutralità e entra nella NATO

(di Martina Stefanoni)

Quello di oggi è di fatto un momento storico: Helsinki per oltre settant’anni aveva preferito mantenere una posizione neutrale tra il blocco occidentale e quello dell’Unione Sovietica, anche per questioni prettamente geografiche, dato che condivide un ampio confine con la Russia. Come sappiamo, però, il governo finlandese ha cambiato idea lo scorso anno dopo che la Russia aveva invaso l’Ucraina. Ed è in questo senso che va letta la dichiarazione di Stoltenberg che nel celebrare l’ingresso del Paese nella Nato ha detto: “Putin voleva meno Nato e sta ottenendo esattamente il contrario”.
Scontata anche la reazione del Cremlino che, parlando tramite il portavoce Peskov e il ministero della Difesa, ha fatto sapere che Mosca considera quanto avvenuto oggi un allargamento del conflitto e quindi prenderà provvedimenti. L’Alleanza Atlantica ha però detto che per il momento non intende spostare uomini o mezzi in Finlandia.
Intanto oggi in Russia il fermo di Darya Trepova, la 26enne accusata di avere compiuto l’attentato a San Pietroburgo in cui è stato ucciso il blogger russo pro guerra, è stato tramutato in arresto. La donna incriminata per terrorismo, starà in carcere almeno fino al 2 giugno e rischia fino a 20 anni di reclusione.

I ghiacciai himalayani sono molto più compromessi di quanto sospettassimo

(di Sara Milanese)

Nell’Himalaya indiana, vicino al confine cinese, questa mattina una valanga ha travolto una comitiva di turisti; almeno 7 persone sono morte ma ci sono ancora 15 dispersi, che potrebbero essere rimasti sepolti dalla neve. È l’ennesima tragedia di questo tipo nella regione; tra le cause dell’aumento delle valanghe c’è soprattutto l’aumento delle temperature. Un recente studio dimostra come lo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya sia stato finora sottostimato.

La catena montuosa dell’Himalaya ha perso 2,7 gigatonnellate di ghiaccio, dove una gigatonnellata è pari ad 1 miliardo di tonnellate, una quantità equivalente a 570 milioni di elefanti; la causa è una sola:  il surriscaldamento globale

il dato, rivelato da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, sconvolge prospettive e previsioni perché dimostra che finora la riduzione dei ghiacci dell’Himalaya è stata sottostimata:  in media del 6,5%, ma la percentuale sale fino al 65% in alcune regioni. Questo scioglimento ‘nascosto’ è stato rivelato dall’Accademia Cinese delle Scienze e dall’Università Tecnica austriaca di Graz: lo studio spiega come la causa della sottostima sta nell’incapacità dei satelliti di “vedere” sott’acqua, cosa che  impedisce di calcolare la massa totale dei laghi formati dall’acqua di scioglimento. Secondo i ricercatori, dal 2000 al 2020, nella regione himalayana i laghi che si sono formati dalla ritirata di un ghiacciaio in scioglimento sono aumentati del 47% in numero, del 33% in superficie e del 42% in volume.

I satelliti possono misurare solo la superficie dei laghi, ma non il ghiaccio sommerso che viene sostituito dall’acqua, e questo fatto li ha ingannati per anni. I nuovi dati sono preoccupanti e hanno importanti implicazioni per il futuro: permettono di capire meglio l’evoluzione dello scioglimento, ma anche di prevedere le possibili inondazioni e la disponibilità delle risorse idriche, non solo per l’Himalaya ma anche per tutti quei ghiacciai che sfociano in laghi.

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    Le proteste arrivano anche nei fast food: lo sciopero nei McDonald's di Orio Center

    La mobilitazione di lavoratrici e lavoratori di McDonald’s proseguirà anche nei punti vendita gestiti da affiliati, se l’azienda continuerà a rifiutare di aprire un tavolo di trattativa per il contratto integrativo aziendale. Lo dicono i sindacati, che lo scorso fine settimana hanno indetto uno sciopero di otto ore per i dipendenti diretti di Mc Donald's Italia. L’azienda sostiene che – con il 92% dei ristoranti gestito da affiliati – non sarebbe dovuto un integrativo per i pochi punti vendita diretti, che in Italia sono solo 60 su 740. A Bergamo, dove McDonald’s ne gestisce direttamente due all’interno del centro commerciale Orio Center, con più di 70 dipendenti, hanno aderito in tante e tanti. Daria Locatelli di Filcams CGIL Bergamo ha seguito la vicenda.

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