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Il vuoto normativo sul Green Pass nelle aziende private, i timori per una sentenza già scritta per Patrick Zaki e le altre notizie della giornata

scuola COVID ANSA

Il racconto della giornata di venerdì 10 settembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Obbligo di Green Pass per i lavoratori delle aziende private: manca una normativa nazionale e le aziende si organizzano in autonomia tra proteste e tamponi. E le polemiche proseguono anche nel mondo della scuola intorno all’estensione del Green Pass ai genitori che accompagnano i bambini. Il regime egiziano sta stringendo la morsa attorno a Patrick Zaki, preparando le carte per un processo con la sentenza già scritta. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Le polemiche per il Green Pass obbligatorio anche per i genitori a scuola

Le polemiche nel mondo della scuola intorno all’estensione del Green Pass ai genitori non si arrestano. Per Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi, ci saranno dei problemi. “Per i controlli si creeranno code fuori e dentro le scuole con il rischio di creare assembramenti”, ha detto. Il ministro Bianchi ha subito replicato che questo rischio non c’è e che i genitori “hanno sempre portato i figli alle porte della scuola”. Critica anche la Cgil. “Con questa misura il governo ha scaricato la responsabilità sulle scuole mentre doveva procedere all’obbligo vaccinale”, ha detto Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil. “Bisogna non avere idea di come funzionano le scuole per pensare di attuare il Green pass a questo contesto”, ha aggiunto Sinopoli.
Ma le scuole come si stanno organizzando? Giovanni Manfredi, preside di due istituti comprensivi, il Barozzi di Milano e il Manzoni di Cormano:


 

Il vuoto normativo sul Green Pass obbligatorio nelle aziende private

Obbligo di Green Pass per i lavoratori delle aziende private. In attesa di una normativa a livello nazionale, di un decreto del Governo, oggi la Siemens ha annunciato l’introduzione dell’obbligo del pass sanitario per i suoi dipendenti dal 27 settembre. Riguarderà per il momento solo gli amministrativi. Chi non è in possesso del pass sanitario potrà fare il tampone ma a suo carico, dunque a carico del lavoratore (con l’eccezione dei fragili) oppure potrà scegliere lo smart workig. “Siamo arrivati a questa decisione dopo un percorso che ha visto il coinvolgimento di sindacati e dipendenti” ha dichiarato Pierfrancesco De Rossi, presidente e amministratore delegato di Siemens.
Affermazione smentita ai nostri microfoni da Marco Verga, funzionario Fiom Cgil che si occupa della Siemens:

La Siemens non è il primo caso. In provincia di Forlì-Cesena la Suba Seeds, impresa produttrice di sementi, un mese fa ha introdotto il Green Pass obbligatorio per i suoi 180 dipendenti, imponendo per chi non è in possesso un tampone ogni 72 ore, il cui costo inizialmente era decurtato dalla busta paga dei lavoratori. Dopo le proteste dei sindacati ora è a carico dell’azienda. Ma può un’impresa, in assenza di una normativa nazionale, introdurre l’obbligatorietà del pass sanitario o del tampone per accedere al posto di lavoro? Lo abbiamo chiesto a Franco Scarpelli, docente di diritto del lavoro all’Università Milano-Bicocca:


 

L’Egitto stringe la morsa intorno a Patrick Zaki



Stanno preparando le carte per un processo con la sentenza già scritta. Il regime egiziano sta stringendo la morsa attorno a Patrick Zaki, lo studente dell’università di Bologna in carcere da quasi due anni in Egitto. La notizia è stata data a Radio Popolare da Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty International Italia.

La situazione è sempre più preoccupante dopo un interrogatorio che si è svolto ieri, dice Noury ai nostri microfoni. Che lancia un appello al governo italiano a intervenire. Sentiamolo:


 

Al-Qaeda 20 anni dopo l’11 settembre 2001

L’11 settembre 2001 fu l’inizio della fine per al-Qaeda. Dopo gli attacchi alle Torri Gemelle le sue basi in Afghanistan furono totalmente distrutte, i suoi quadri o uccisi o deportati a Guatanamo, e Osama Bim Laden in fuga. L’ultimo attentato dalla rete terrorista in un paese occidentale, che aveva fatto 56 morti e 700 feriti a Londra, risale al 7 luglio 2005. Quando nel 2011 in Pakistan fu ucciso Bin Laden, il suo movimento aveva già perso il suo appeal tra gli estremisti. Fu scavalcato dallo Stato Islamico, nato proprio da una scissione del qaeda in Iraq. I due movimenti condividono una visione estremista dell’Islam, ma negli ultimi anni soprattutto in Siria al-Qaeda ha adottato un profilo meno violento rispetto al passato mentre l’ISIS si è distinta per la sua estrema violenza e la volontà di sradicare i suoi rivali, Qaeda compresa. Anche in Afghanistan i due gruppi terroristi sono profondamente divisi. L’ISIS ha condannato il dialogo e l’accordo dei talebani con gli Stati Uniti mentre i loro rivali hanno rinnovato la loro fedeltà al Mollah Baradar.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Migliora il quadro epidemiologico italiano. La situazione è stabile, ma leggermente decresente. Lo rilevano i dati nel monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Calano l’indice di trasmissibilità Rt, che si attesta sotto la soglia critica, e l’incidenza dei contagi. Per Silvio Brusaferro la decrescita più significativa dei contagi è stata tra i giovani. Per Giovanni Sebastiani del CNR è stato superato il picco di terapie intensive, al massimo anche la curva giornaliera dei decessi. Oggi sono 5621 i positivi, 62 le vittime. L’Italia rimane ancora tutta bianca, tranne la Sicilia.

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    “Precari di Stato”: a Milano la protesta dei lavoratori somministrati delle prefetture

    Negli uffici immigrazione svolgono un ruolo ritenuto essenziale, un contratto stabile però non l’hanno mai visto. Anzi ora rischiano di veder scadere pure quello che avevano. Lavoratrici e lavoratori in somministrazione di prefetture e questure sanno in quali paradossi si può finire quando a creare precarietà è lo stesso Stato: ogni giorno puoi trovarti a gestire centinaia di appuntamenti, pratiche lunghe e delicate come il rilascio di un permesso di soggiorno o di una cittadinanza, sapere che nessuno farebbe quel lavoro al posto tuo, eppure non avere la certezza di ricevere uno stipendio tra pochi mesi. Ora le agenzie per il lavoro Adecco e Randstad non hanno intenzione di prorogare i loro contratti, in scadenza la prossima settimana. Anzi dopo aver vinto 15 mesi fa la gara del ministero dell’Interno con un’offerta al ribasso, hanno presentato un ricorso al Tar perché la proroga tecnica di quella gara non consentirebbe più loro di assorbire i costi di tutti i contratti. In questo pasticcio rischiano di perdere il posto oltre mille persone. Alcune di loro stamattina erano in presidio davanti alla sede milanese di Adecco, vicino a piazzale Udine. Le interviste sono di Luca Parena.

    Clip - 23-06-2025

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