Approfondimenti

I nuovi appelli inascoltati per il cessate il fuoco, la precettazione annunciata da Salvini e le altre notizie della giornata

Salvini Confindustria Lega Russia Cadere Draghi ANSA

Il racconto della giornata di martedì 14 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Si rinnovano gli appelli per un immediato cessate il fuoco mentre la situazione nelle strutture sanitarie è sempre più drammatica e la tensione continua a crescere anche in Cisgiordania. La precettazione è già decisa e Salvini l’ha comunicata un minuto dopo l’incontro con i responsabili dei due sindacati che sono andati al tavolo convocato dal ministro. Battaglia parlamentare alla Camera sull’immigrazione: i deputati dell’opposizione, con interventi fiume, hanno bloccato le votazioni sul DL Cutro 2.

I continui appelli per un immediato cessate il fuoco

“In nome dell’umanità chiediamo un immediato cessate il fuoco”. Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha lanciato l’ultimo di una lunga serie di appelli per chiedere la fine della guerra in Medio Oriente. Guterres si è anche detto profondamente turbato dall’orribile situazione e dalla perdita di vite umane nei diversi ospedali di Gaza.
L’appello di Guterres si è aggiunto a quello lanciato oggi dall’Oms, mentre la situazione nelle strutture sanitarie è sempre più drammatica.

(di Martina Stefanoni)

La situazione più grave resta quella dell’ospedale Al Shifa, il più grande di Gaza City, oggi completamente circondato dalle truppe dell’esercito israeliano. Il capo del reparto di chirurgia ortopedica dell’ospedale, intervistato dalla BBC, ha detto che oggi hanno seppellito 200 persone in una fossa comune nel cortile dell’ospedale. Il medico ha detto che ci sono volute sei ore e oltre 100 tra medici e infermieri per scavare la fossa.
Oggi l’esercito israeliano ha detto di aver preso il controllo di diversi uffici governativi nel nord della striscia oltre che del campo profughi di Shati.
I bombardamenti continuano anche nel sud della striscia, dove centinaia di migliaia di persone nei giorni scorsi hanno cercato rifugio. Nelle scorse ore un raid su Khan Younis ha ucciso decine di persone. Nelle tendopoli improvvisate in quest’area dell’enclave la situazione umanitaria è estremamente precaria. Proprio da Khan Younis abbiamo ricevuto questo messaggio da Sami, cooperante di Gaza:


 

Crescono le pressioni interne in Israele per riportare a casa gli ostaggi. Oggi è stata data la notizia della morte di una dei militari rapiti il 7 ottobre. Il ministro del governo di unità nazionale Benny Gantz ha detto che “anche se fosse necessario un cessate il fuoco per la restituzione degli ostaggi, la guerra non si fermerà”. Una marcia dei parenti degli ostaggi da Tel Aviv a Gerusalemme è partita oggi per chiedere a Netanyahu risposte sui loro cari. Il premier israeliano ha detto che si sta facendo tutto il possibile e che verranno date notizie quando si saprà qualcosa di concreto. Poco fa i media israeliani hanno riportato che il capo dello Shin Bet è in Egitto dove sta incontrando ufficiali di alto livello per promuovere l’accordo sugli ostaggi.

Crescono ancora le tensioni in Cisgiordania

Mentre gli occhi del mondo sono puntati su Gaza, crescono però le tensioni anche in Cisgiordania. Oggi 7 palestinesi sono stati uccisi nel campo profughi di Tulkarem in un raid dell’esercito israeliano. I bulldozer israeliani hanno anche distrutto il monumento a Yasser Arafat all’entrata del campo. Sull’area di Tulkarem abbiamo sentito Francesca Forte, cooperante del Cospe che vive a Ramallah:

La situazione è estremamente delicata anche nel resto della Cisgiordania. Sentiamo Ancora Francesca Forte:


 

Salvini va avanti con la precettazione

(di Anna Bredice)

La precettazione è già decisa e Salvini l’ha comunicata un minuto dopo l’incontro con i responsabili dei due sindacati che sono andati al tavolo convocato dal ministro, capo della Lega. La precettazione era già nelle cose. Le distanze sono rimaste uguali a prima, Salvini ha ordinato la precettazione nel senso che consentirà lo sciopero di venerdì nel settore trasporti solamente nella fascia oraria dalle 9 alle 13, e non di 8 ore come Cgil e Uil hanno deciso e ancora in questo momento confermano. Il tavolo al ministero dei trasporti è durato poco, Landini e Bombardieri non sono andati, erano presenti solo i responsabili del settore trasporti. Poco prima i due segretari generali avevano ribadito che per loro lo sciopero di venerdì è e resta generale e che le ragioni della protesta rimangono uguali. “Confermiamo le ragioni e la natura dello sciopero”, hanno fatto sapere appena usciti, rimandando a domani ad una conferenza stampa congiunta gli altri dettagli. Al momento quindi le posizioni restano di uno sciopero generale di 8 ore nel settore trasporti, perché di questo si occupa Salvini e di una precettazione, 4 ore consentite e altre 4 ore che sarebbero secondo la legge punite con sanzioni amministrative. Un braccio di ferro che Salvini ha voluto portare avanti fino all’ultimo, come presunto paladino delle persone che utilizzano i trasporti pubblici. La responsabile trasporti della Cgil ha infatti ribadito che anche nel tavolo appena concluso i sindacati non hanno ottenuto nessuna attenzione ai motivi dello sciopero. È la prima volta che accade in tanti anni per due sindacati così rappresentativi come Cgil e Uil, perché quello che Landini ha sottolineato è proprio il fatto che scioperi generali dei sindacati minori o di base non sono mai stati bloccati. La Cgil e la Uil sono una minaccia per Salvini e il governo, perché mettono in luce le mancanze di una manovra, le mancate promesse realizzate e che Palazzo Chigi e soprattutto Salvini vuole nascondere.

L’ostruzionismo dell’opposizione sugli emendamenti al decreto Migranti

Battaglia parlamentare alla Camera sull’immigrazione: i deputati dell’opposizione, con interventi fiume, hanno bloccato le votazioni sul DL Cutro 2, quello che prevede che i minori di età superiore ai 16 anni siano accolti nei centri insieme agli adulti. Il provvedimento si inserisce nella normativa nazionale sull’immigrazione, che però sarà modificata dall’entrata in funzione del memorandum con l’Albania. Per questo chiedono che l’intesa con Tirana sia oggetto di un disegno di legge ad hoc: poiché modifica l’attuale legge quadro e poiché costituisce di fatto un trattato internazionale. Filiberto Zaratti è un deputato di alleanza verdi e sinistra:


 

Lo stallo dei combattimenti nell’est dell’Ucraina

La guerra in Ucraina. “Avdiivka probabilmente cadrà e rischiamo di perdere il controllo della linea”, lo ha riferito una fonte militare di Kiev alla stampa. Da settimane i combattimenti nell’est del paese vengono definiti in stallo, nonostante il presidente ucraino Zelensky abbia cercato di smentire le difficoltà sul terreno, arrivando anche ad uno scontro con i suoi vertici militari. 
La battaglia per il controllo di Avdiivka va avanti ormai da giorni, la sua perdita sarebbe un grave smacco per le truppe ucraine.

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    1) Dopo più di due settimane dall’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza, i palestinesi continuano a lottare per la propria vita. Mancano cibo, acqua e rifugi. 2) Francia, 27 ottobre 2005. 20 anni fa dopo la morte di due adolescenti in fuga dalla polizia, scoppiava la rivolta delle banlieue. (Francesco Giogini) 3) Argentina, alle elezioni di midterm trionfa il partito di Milei. L’astensionismo colpisce i peronisti e la polarizzazione della società azzera il centro. (Alfredo Somoza) 4) Spagna, Puigdemont rompe con i socialisti. Nessuna mozione di censura per il momento, ma Sanchez si ritrova con un governo di minoranza. (Giulio Maria Piantedosi) 5) Cina e Stati Uniti verso un accordo. I due paesi si preparano all’incontro di giovedì tra Trump e Xi Jinping. (Gabriele Battaglia) 6) I miliziani del PKK iniziano il ritiro dalla Turchia. Il partito curdo prosegue nel processo di pacificazione annunciato da Ocalan. Il governo turco però, ancora non si muove. (Serena Tarabini) 7) New York si prepara al voto. Ieri 13mila persone per il comizio del candidato sindaco Mamdani. “Con questa elezione ci giochiamo l’America” dicono i newyorkesi. (Roberto Festa)

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    R&B Take Over Fest: il primo festival r&b italiano approda alla Milano Music Week

    Dopo il successo delle edizioni romane, l’R&B Takeover Fest approda per la prima volta a Milano, all’interno del calendario della Milano Music Week. "Volevamo creare un momento di condivisione per un genere che c’è sempre stato in Italia ma che è sempre stato snobbato dalla discografia”, spiega il direttore artistico e produttore Big Fish ai microfoni di Volume. Il Festival punta a dare voce a una nuova scena di artisti “che ha voglia di esprimersi lontano dalle dinamiche di mercato” ed è il primo in Italia interamente dedicato alla musica R&B e alle sue contaminazioni. Si partirà il 19 novembre con un panel pubblico dal titolo “R&B Takeover: L’Italia che vibra di R&B”, presso la Casa degli Artisti, per proseguire il 20 novembre con la serata dei live, condotta da Nina Zilli presso l'Apollo Club e con protagonisti Arya, Ghemon, Ste e Malasartoria. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande a Big Fish e Arya su radiopopolare.it

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