Approfondimenti

Gli appelli della Sea Watch ignorati dall’Italia, la nuova arroganza dei datori di lavoro e le altre notizie della giornata

Sea Watch ANSA

Il racconto della giornata di lunedì 2 agosto 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Mentre in Italia esultavamo per l’oro di Jacobs, New York Times, Washington Post e il Times di Londra hanno sollevato dubbi su un possibile effetto doping dietro la vittoria. Licenziati di sabato sera, con un semplice messaggio Whatsapp, a partire dal lunedì. È successo alla Logista, una multinazionale che lavora per conto dello Stato nella distribuzione dei prodotti del tabacco. Centinaia di migranti sono alla deriva su diverse imbarcazioni nel Mediterraneo centrale, ma l’Italia non risponde agli appelli delle ONG. Infine l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Licenziati via mail o Whatsapp. L’arroganza dei datori di lavoro

Licenziati di sabato sera, con un semplice messaggio Whatsapp, a partire dal lunedì. È successo alla Logista, una multinazionale che lavora per conto dello Stato nella distribuzione dei prodotti del tabacco, e che ha un magazzino all’Interporto di Bologna, dove lavora in appalto attraverso un’altra società. La società appaltatrice, che gestisce la maggior parte dei lavoratori, ha spiegato che a seguito della disdetta del contratto di appalto da parte del committente le attività di movimentazione merci e logistica cesseranno a partire dal primo settembre. Da oggi tutti i lavoratori sono stati messi in cassa integrazione. “Buonasera, a seguito della riduzione delle attività, nella data di lunedì 02 agosto 2021 lei sarà dispensato dalla sua attività lavorativa. Il trattamento economico verrà garantito con gli strumenti previsti di Legge. Cordiali saluti”, il messaggio arrivato ai lavoratori. Pietro De Marco è uno di loro, delegato del sindacato Si Cobas:

Il licenziamento tramite Whatsapp arriva dopo i licenziamenti tramite email arrivati alla Gkn di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, e alla Gianetti di Ceriano Laghetto, in Lombardia. Una nuova modalità che sottolinea l’arroganza dei datori di lavoro. Marta Fana, sociologa del lavoro:

 

L’Italia tace davanti ad almeno 800 migranti alla deriva nel Mediterraneo

Centinaia di migranti sono alla deriva su diverse imbarcazioni nel Mediterraneo centrale. L’allarme arriva dalle Ong impegnate nella ricerca e nel soccorso.
Alarm Phone, in una serie di tweet, parla di “almeno 3 barche di legno sovraffollate alla deriva in zona Sar di Malta“. La ong cita cinque diverse situazioni tra le quali un barcone con 240 persone a bordo.
Secondo Sea Watch – che con la nave SeaWatch3 è nel Mediterraneo centrale e ha a bordo 263 persone soccorse nei giorni scorsi – l’allarme riguarda almeno 800 migranti.
La portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi ai nostri microfoni denuncia: Nessun aiuto, nessuna risposta da parte delle autorità italiane, siamo lasciati soli.

 

Antonio La Torre difende Jacobs dalle insinuazioni della stampa anglosassone

Mentre in Italia esultavamo per l’oro di Jacobs, New York Times, Washington Post e il Times di Londra hanno sollevato dubbi su un possibile effetto doping dietro la vittoria. Da notare che si tratta di illazioni non supportate da prove o documenti: il Washington Post scrive:
“Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all’atletica no”.
Il Washington Post si riferisce al fenomeno dei cosiddetti “atleti pop up”, quegli atleti che ottengono una straordinaria prestazione occasionale, senza una precedente continuità agli stessi livelli. Secondo il quotidiano statunitense la storia dell’atletica leggera è “disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping” e questi miglioramenti sono degni di sospetto. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

Nuova offensiva dei Talebani in Afghanistan

Nuovi violenti combattimenti a Lashkar Gah, capitale dell’Helmand, dove le forze governative stanno tentando di fermare l’avanzata dei talebani. Nel corso della notte i talebani avevano lanciato nuovi assalti alla città provocando la fuga di centinaia di civili. Situazione critica anche nelle province di Herat e Kandahar. Durante un discorso al parlamento, il presidente Ashraf Ghani ha dichiarato che il deterioramento della situazione è dovuto alla decisione improvvisa degli Stati uniti di ritirarsi dal paese.
La manovra dei talebani è quella di creare il cosiddetto arco territoriale frontaliere, dalla Cina all’Iran per accerchiare il paese. In questo momento il 40% del territorio è controllato dai talebani, il 32% è controllato dalle forze governative, il 28% è conteso tra le due forze. La perdita della capitale di Helmand sarebbe un duro colpo strategico e psicologico per il governo che si è impegnato a difendere i capoluoghi di provincia a tutti i costi.
L’offensiva ha anche una valenza economica: i vasti campi di papaveri nelle province meridionali forniscono un parte importante dell’oppio per il commercio internazionale di eroina. Nel 2020 sono stati prodotti 6.300 tonnellate, il guadagno è stato di 350 milioni dollari che verrà diviso tra i signori della guerra locali, i funzionari del governo corrotti e i talebani. Quel guadagno si moltiplicherà in miliardi di dollari quando le tonnellate di oppio vengono trasformati in eroina e venduti in occidente. La colpa degli stati uniti non è quella di aver ritirato le truppe come sostiene il Presidente Ashraf Ghani ma è quella di aver posto le condizioni per la creazione di un NarcoStato dove le vittime saranno sicuramente le donne e i cittadini che vogliono vivere in pace.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Kei Pritsker, regista con Michael T Workman del documentario “The Encampments”, racconta ai microfoni di Radio Popolare i retroscena della protesta studentesca pro Palestina alla Columbia University. “Gli studenti della Columbia protestano da anni per la Palestina e per ottenere che l’università dismetta gli investimenti in Israele – spiega Pritsker. L’università ha un ingente fondo di dotazione che investe in ogni sorta di attività, molte delle quali riguardano aziende produttrici di armi, aziende manifatturiere che realizzano armamenti, motori per elicotteri, bulldozer e ogni tipo di attrezzatura utilizzata in queste operazioni”. “The Encampments” fa parlare i ragazzi e le ragazze di questo movimento studentesco che dall’aprile del 2024 ha montato le tende nel giardino del Campus per chiedere trasparenza, il ritiro del denaro dagli investimenti israeliani e l’amnistia per gli studenti puniti per le proteste. “Chiunque creda ancora a questa narrativa sull’antisemitismo nel movimento per la Palestina dovrebbe semplicemente guardare il film – assicura Kei Pritsker”. Al momento “The Encampments” ha una distribuzione indipendente che lo diffonde nei cinema più coraggiosi. L'intervista di Barbara Sorrentini per la trasmissione Chassis.

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    L’undicesimo episodio del podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, è dedicato a un tema centrale del dibattito pubblico: la Legge di Bilancio, ovvero lo strumento chiave per orientare la nostra spesa pubblica. Da sempre l’Alleanza Clima Lavoro richiama la necessità di sostenere il percorso di transizione verso un’economia a zero emissioni, integrando politiche climatiche, industriali e del lavoro, e rafforzando al contempo il welfare e la qualità della vita delle persone. La manovra economico-finanziaria del Governo per il 2026 procede, purtroppo, in direzione opposta: è una “manovra pericolosa” che, oltre a non offrire una prospettiva di decarbonizzazione, prevede un aumento delle spese militari cui si accompagnano tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, ambiente e politiche industriali. Nel corso della puntata emergono tutte le criticità di una Legge di Bilancio che rinuncia a svolgere un ruolo di indirizzo strategico per il futuro del Paese. Il confronto tra l’analisi della manovra e le proposte alternative per migliorarla rilancia una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo davvero perseguire?

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