Approfondimenti

La svolta nell’indagine per l’omicidio di Angelo Vassallo, le presunte ingerenze russe nella crisi di governo e le altre notizie della giornata

Salvini Senato

Il racconto della giornata di mercoledì 28 luglio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La procura di Salerno indaga nove persone per l’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso dodici anni fa perché non si era piegato alla mafia, tra loro ci sono un colonnello dei carabinieri e un ex militare dell’arma. Secondo un articolo de La Stampa un funzionario dell’ambasciata russa in Italia, avrebbe chiesto ad Antonio Capuano, consigliere di Salvini, se i ministri leghisti fossero “intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo Draghi”. Fratelli d’Italia prova ad approfittare del momento di debolezza della Lega. Il colloquio telefonico fra il presidente statunitense Joe Biden e quello cinese Xi Jinping. Le preoccupazioni per il calo del PIL americano. L’appello lanciato dalla vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk alla popolazione del Donbass. È morto oggi a 92 anni Pietro Citati, scrittore e critico. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Omicidio Vassallo, nove indagati tra cui due carabinieri

Omicidio e associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga: sono i reati a carico di nove indagati a vario titolo coinvolti nell’uccisione di Angelo Vassallo, Il “sindaco pescatore” di Pollica, nel Salernitano, che venne ucciso a colpi di arma da fuoco la notte del 5 settembre 2010, mentre rincasava a bordo della sua auto, perché non si era piegato alla camorra. L’ipotesi investigativa è che Vassallo sia stato ucciso perché voleva svelare un traffico di droga che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli di cui era venuto a conoscenza.
Tra gli indagati ci sono anche due carabinieri: il colonnello Fabio Cagnazzo e l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, che era già indagato per il delitto ed è stato di recente condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati.
Michele Buonomo, del direttivo di Legambiente e amico di Vassallo

Il fratello di Angelo Vassallo, Dario, accusa il pm Alfredo Greco che si occupò delle indagini di aver ostacolato la ricerca della verità
questo è quello che ha dichiarato ai microfoni di Michele Migone

 

Le presunte ingerenze russe nella caduta del governo Draghi

(di Alessandro Braga)

La domanda, diretta, sarebbe stata questa: “i ministri leghisti sono intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo Draghi”? In pratica, a far cadere l’esecutivo? A chiederlo, in diverse conversazioni tra il 27 e il 28 maggio, è Oleg Kostiukov, funzionario dell’ambasciata russa in Italia, a Antonio Capuano, il consigliere di Salvini per i rapporti internazionali. In quei giorni, Draghi stava provando a sbloccare la crisi del grano parlando direttamente con Putin, senza ottenere granché. Il presidente russo in quelle stesse ore si interessava di una possibile destabilizzazione del governo italiano. Kostiukov, tra l’altro, sarebbe l’uomo che comprò i biglietti al leader leghista per la missione, poi fallita, a Mosca. La Stampa, che ricostruisce oggi tutta la vicenda, cita documenti di intelligence in cui si parla lungamente dei contatti con i russi per l’organizzazione del viaggio a Mosca. Ai primi di maggio, Capuano sarebbe stato contattato da un’esponente del partito di Putin, Russia Unita, che si sarebbe offerta di supportare il consulente di Salvini per l’organizzazione della trasferta, suggerendogli intanto di prelevare i soldi necessari che sarebbero stati poi convertiti in rubli in Russia, e confermando alcuni incontri già fissati per Salvini con esponenti importanti del governo russo. Capuano tra l’altro, sempre secondo la ricostruzione della Stampa, sarebbe stato intercettato in quei giorni anche da un soggetto dell’ambasciata statunitense, interessato al viaggio di Salvini a Mosca. Capuano avrebbe detto di non poterne parlare in quel momento, ma di essere disponibile a spiegare tutto al ritorno del segretario leghista dalla Russia. Due mesi dopo, la caduta del governo Draghi, con l’intervento del presidente del consiglio che parla di “tentativi in politica estera di indebolire il sostegno del governo verso l’Ucraina, fiaccando l’opposizione del governo italiano al disegno del presidente Putin”.

Da Washington trapela “preoccupazione” per il nuovo caso Russia Lega. Fratelli d’Italia prova ad approfittarne

(di Luigi Ambrosio)

Un alto dirigente di Forza Italia a microfono spento ripete in continuazione a Radio Popolare una cosa:
“noi siamo garantisti. Noi siamo garantisti”.
L’imbarazzo e la reticenza di Forza Italia si spiegano. Così come si spiega che Fratelli d’Italia abbia invece subito tentato di approfittarne. Stamattina sono stati i primi a chiedere un chiarimento a Salvini.
“Noi siamo garantisti” insiste il dirigente di Forza Italia anche alla domanda sui toni del partito di Meloni.
E lei alla direzione nazionale di Fdi ha detto:
“noi siamo garanti della collocazione internazionale dell’Italia e del sostegno a Kiev”.
Posizione di chi vuole accreditarsi e costruirsi una immagine presentabile ma in ogni caso “garanti” e “garantisti” sono due cose diverse. Così come ancora più distante è Salvini che prima ha affermato che servono buoni rapporti con Putin e poi ha tentato di liquidare la notizia dell’interessamento dell’ambasciata russa sul ritiro dei ministri leghisti dal governo Draghi come fake news del Pd.
Non sono convinti invece a Washington che si tratti di una fake news del Pd. Fonti statunitensi hanno fatto trapelare all’agenzia La Presse “preoccupazione” e l’intenzione di intensificare il “monitoraggio” della campagna elettorale italiana.
Ma chi ha passato a La Stampa gli ultimi documenti sui rapporti tra Lega e Russia? Il sottosegretario Gabrielli ha smentito che siano stati i servizi segreti italiani.
Altre fonti di intelligence dicevano:
“noi non siamo stati ma ci sono altri servizi di paesi Nato in possesso di quei documenti”

Gli storici rapporti tra Lega e Cremlino

(di Alessandro Braga)

Sembrerà surreale a pensarci oggi, ma la Lega delle origini era antirussa. Indipendentista e simpatizzante delle battaglie di quelli che definiva “popoli oppressi”, era schierata contro l’Unione sovietica. La svolta arriva agli inizi del nuovo secolo, ben prima della segreteria salviniana. Dopo l’11 settembre, i leghisti vedono in Putin, al comando della Russia, un fustigatore dello jihadismo. È in quel periodo che si intrecciano i primi rapporti con Alexander Dugin, ideologo del neonazionalismo russo, spesso invitato a convegni della Lega. Rapporti che si rinsaldano quando Matteo Salvini arriva alla guida del movimento, indicando la nuova strada del nazionalismo. Nel febbraio del 2014 nasce l’associazione culturale Lombardia Russia. Guarda caso il presidente è quel Gianluca Savoini, che diventerà portavoce di Salvini. Altri uomini chiave nei rapporti Lega Russia, l’ex deputato Claudio D’Amico e il vicesegretario Lorenzo Fontana, che vanno a fare gli osservatori in Crimea nel referendum organizzato dalla Russia per legittimare l’annessione. Da lì in poi i rapporti tra Salvini e la Russia putiniana si stringono ancor di più. Da ministro dell’interno, nell’ottobre del 2018, va a Mosca. Negli stessi giorni ci fu l’ormai famoso incontro all’hotel Metropol tra Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex banchiere Francesco Vannucci con tre russi vicini al partito Russia Unita. Un incontro che ha portato poi all’indagine a carico dei tre italiani per corruzione internazionale nella vicenda sui presunti fondi russi alla Lega. E arriviamo a oggi, con le presunte ingerenze sulla caduta del governo, che fanno sembrare ancor più Salvini, non tanto un amico della Russia e di Putin, ma quasi un burattino manovrato dal presidente russo.

La telefonata tra Biden e Xi Jinping

È durata oltre due il colloquio fra il presidente statunitense Joe Biden e quello cinese Xi Jinping
una nota di Pechino diffusa dalle tv cinese dice che i due hanno avuto parlato di questioni di reciproco interesse”
Tra i temi centrali la questione di Taiwan, nuovo motivo di frizione dopo l’annuncio di una possibile visita della portavoce alla Camera Usa Nancy Pelosi sull’isola.
Xi Jinping avrebbe espresso “ferma opposizione al separatismo” dell’isola e soprattutto “all’interferenza di forze esterne”. Proteggeremo la nostra integrità, ha detto il presidente cinese.
La casa Bianca ha affermato in un comunicato che il presidente Usa Joe Biden ha garantito a Pechino che la “politica della ‘Unica Cina degli Stati Uniti non è cambiata e non cambierà” e che gli Usa non supportano “l’indipendenza di Taiwan”.

Cattive notizie per l’economia Americana

Cattive notizie per l’economia Usa. Il PIL americano nel secondo trimestre si è contratto dello 0,9%.
Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che scommettevano su un +0,4%.
Il PIL statunitense si era contratto nei primi tre mesi dell’anno dell’1,6%. Per gli Usa si tratta quindi di due trimestre
consecutivi di contrazione della crescita e quindi di recessione.
Una crescita negativa per due trimestri consecutivi infatti è la definizione di recessione tecnica. Una definizione che da
giorni spacca la politica americana, con la Casa Bianca che minimizza così come la Fed.
Se l’economia Usa dovesse entrare in una vera e propria recessione le ripercussione sarebbero a livello planetario.
Abbiamo chiesto all’economista Paolo Manasse un commento su questi dati.

 

Kiev si prepara a perdere il Donbass

“Siate saggi e preparatevi a evacuare!”. È l’appello lanciato dalla vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk alla popolazione del Donbass, che afferma che cresce il rischio di vedere interrotte le forniture di elettricità, acqua, cibo e forniture mediche, riscaldamento e comunicazioni.
Un appello che sembra indicare come Kiev si prepari a perdere ulteriori territori nell’area: dopo aver conquistato tutta la regione di Lugansk, le truppe russe stanno portando avanti una lenta conquista di quella di Donetsk.
Missili russi hanno ucciso due persone oggi nella città di Toretsk per il crollo di un edificio di cinque piani; i bombardamenti si registrano anche in altre aree del paese: a Kharkiv, città ripetutamente colpita, e nell’ucraina centrale, dove si contano almeno 5 morti.
Nel sud est del paese l’intelligence britannica afferma che la controffensiva ucraina si sta rafforzando

Nonostante il conflitto si stia inasprendo, domani la prima nave cargo ucraina potrebbe lasciare il porto; lo afferma l’Onu.
Anche la Turchia dice che la riprese delle esportazioni di cereali ucraini è solo questione di tempo, e ha aggiunto che il paese è pronto ad ospitare un nuovo incontro tra Russia e Ucraina per trovare un accordo sul cessate il fuoco

Addio a Pietro Citati

È morto oggi a 92 anni Pietro Citati, scrittore e critico. È stato autore di opere di narrativa, biografie, saggi, articoli e recensioni sui quotidiani. Tra gli autori più cari, a cui ha dedicato saggi diventati ormai classici: Proust, da Leopardi, Goethe, Manzoni, Kafka.
Oliviero Ponte di Pino, scrittore e giornalista, curatore di manifestazioni letterarie come Bookcity, lo conobbe in Garzanti, l’editore che pubblicò molti titoli di Carlo Emilio Gadda, di cui Citati fu esegeta.
A Cult Estate, Oliviero Ponte di Pino ha ricordato così il celebre critico e saggista da poco scomparso

 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    “Gaza City brucia di fronte al suo mare”. Israele lancia l’offensiva di terra sulla città

    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

    Clip - 16-09-2025

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    Esteri di martedì 16/09/2025

    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    L'Orizzonte di martedì 16/09 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

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