Approfondimenti

La fine dell’isolamento domiciliare dei bambini, la minaccia degli USA alla Russia e le altre notizie della giornata

scuola COVID ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 27 gennaio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il governo corre a sanare una delle incongruenze più odiose nelle norme su COVID e quarantene, quella che riguarda l’isolamento domiciliare di 10 giorni dei bambini perché uno o più compagni sono risultati positivi. L’Italia è un paese dove cresce la frammentazione dei contratti di lavoro, spesso causa di bassi salari e pochi diritti: la conferma arriva dallo studio della Fondazione Di Vittorio-Cgil. Il Ministero degli Esteri ha candidato l’Italia ad ospitare nel 2024 il Forum mondiale per l’acqua, promosso dal Consiglio mondiale per l’acqua. Gli Stati Uniti entrano di forza nel dibattito tedesco sull’approvvigionamento di gas dalla Russia minacciando di interrompere il progetto Nord Stream 2 che porta il gas direttamente dalle coste russe a quelle tedesche. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Finisce l’ingiustizia dell’isolamento domiciliare dei bambini

(di Claudio Jampaglia)

Il governo corre a sanare una delle incongruenze più odiose nelle norme su COVID e quarantene, quella che riguarda l’isolamento domiciliare di 10 giorni perché uno o più compagni sono risultati positivi. Solo ai bambini fino agli 11 anni infatti si applicava ormai in Italia la quarantena dei contatti stretti con alcuni paradossi. Se tra le mura di nidi o materne, dove i bambini sono senza mascherine e vaccinazioni, quindi più facili al contagio come dimostrano i dati delle ultime settimane e rischiosi anche per le maestre, potrebbe essere comprensibile che al primo caso si vada tutti a casa, senza chiamarla Dad per favore a quell’età, tra le mura di casa, invece, risulta sicuramente molto meno sensato e possibile sigillare i piccoli. Ma se si passa alle elementari, la situazione diventa ancora più antipatica, visto che i bambini vanno a scuola con le mascherine e c’è solo la mensa come possibile momento di contatto reale tra compagni, essendo praticamente vietata la ricreazione, ma soprattutto ci sono le vaccinazioni: un terzo dei bambini lombardi ha già una dose e il 12% il ciclo completo. Quindi già la Dad sembra un provvedimento alquanto severo, ma che arrivi poi il provvedimento di confinamento domestico suona proprio come una beffa. Ancora di più per quegli stessi bambini a cui Regione e Ministero hanno dato un attestato di coraggio e cittadinanza per essersi presentati al centro vaccinale tra i primi. Poche voci a dire il vero si erano levate, sicuramente la nostra che da giorni chiediamo un ravvedimento, che ora è annunciato, anche per i piccoli basterà l’autosorvegianza o meglio la sorveglianza dei genitori. Non è la sola semplificazione, arriverà settimana prossima anche il ritorno in classe con il tampone e senza certificato del medico. Sbagliando si impara.

L’Italia si candida ad ospitare il Forum mondiale per l’acqua nel 2024

Il Ministero degli Esteri ha candidato l’Italia ad ospitare nel 2024 il Forum mondiale per l’acqua, promosso dal Consiglio mondiale per l’acqua. Chi pensa alle battaglie contro la privatizzazione dell’acqua e al referendum vinto dai comitati per l’acqua pubblica si sbaglia. È una iniziativa di senso opposto, promossa da chi lucra sull’acqua. Emilio Molinari, presidente emerito del Comitato per un contratto mondiale sull’acqua:


 

La giungla dei contratti pirata in Italia a spese dei dipendenti

L’Italia è un paese dove cresce la frammentazione dei contratti di lavoro, spesso causa di bassi salari e pochi diritti. Nel corso dell’ultimo decennio (2011-2021) i diversi contratti registrati in Italia sono passati da poco più di 300 a oltre 933. Sono numeri fatti dal ricercatore della fondazione “Di Vittorio” (della Cgil) Salvo Leonardi che ieri ha presentato uno studio sul dumping contrattuale nel settore terziario e i cosiddetti contratti pirata. Il ricercatore della Fondazione Di Vittorio parla di “effetto erosivo” (sui diritti) esercitato dai contratti pirata sul resto dei contratti. In cosa consiste?


 

La protesta di Neil Young contro Spotify e il podcast no-vax

(di Niccolò Vecchia)

O io, o lui. Neil Young non è nuovo a prese di posizione molto nette, e questa volta il bersaglio delle sue critiche è Joe Rogan, celeberrimo comico e commentatore della società americana, dalle posizioni provocatoriamente conservatrici e populiste. Rogan ha un podcast che è tra i più seguiti d’America, di cui la piattaforma Spotify si è garantita l’esclusiva da settembre 2020, coprendo l’autore di milioni di dollari. “Non avranno il controllo editoriale dei contenuti”, aveva detto ai suoi seguaci Rogan al tempo, e in effetti da quell’accordo aveva continuato a proporre i medesimi, spesso controversi, contenuti. Tra cui un approccio sostanzialmente negazionista nei confronti del COVID, complottista sui vaccini, spericolato nel proporre terapie alternative per fronteggiare il virus. Questo tipo di contenuto è quello che ha acceso la furia del rocker canadese: Neil Young, con il suo stile un po’ irruento, in una lettera aperta dei giorni scorsi, aveva messo Spotify di fronte a un aut aut. O rimuovete il podcast di Joe Rogan, o rimuovete i miei dischi. “Possono avere Young o Rogan, non tutti e due”, aveva scritto. Spotify ha scelto, cominciando a rimuovere le canzoni di Young e affidando a una nota il commento: “Vogliamo che tutta la musica e i contenuti audio del mondo siano a disposizione dei nostri clienti. A questo si aggiunge la grande responsabilità di equilibrare la sicurezza dei nostri utenti e la libertà dei creatori che ospitiamo, speriamo che Neil Young torni presto tra noi”.
Il tema sollevato da questo commento, così come da tutta la vicenda, va ben oltre la specifica diatriba. È la prima volta che il contenuto di un podcast di primo piano viene attaccato in questo modo da un altro artista di fama globale, ponendo la questione in modo così netto. Possono convivere sulle piattaforme di contenuti due sensibilità confliggenti?
Sarà un tema sempre più attuale e potenzialmente dilaniante. Quale tipo di responsabilità editoriale dovrebbero avere le sempre più numerose, potenti e ricche “piattaforme” che ospitano contenuti di ogni genere e tipo? Che tipo di controllo dovrebbero esercitare sui prodotti che ospitano, senza spesso commissionarli e produrli?
Conterà maggiormente la tutela della libertà di espressione di chiunque, che sia un destrorso populista come Rogan, o qualcuno di diversamente inviso al senso comune, o dovrà prevalere la responsabilità di diffondere contenuti aderenti a un codice etico… che non sappiamo chi dovrà scrivere?

Ucraina, gli USA minacciano di interrompere il progetto Nord Stream 2

(di Alessandro Ricci)

Gli Stati Uniti entrano di forza nel dibattito tedesco sull’approvvigionamento di gas dalla Russia e lo fanno con le parole del portavoce del dipartimento di stato Ned Price che minaccia di interrompere il progetto Nord Stream 2, che porta il gas direttamente dalle coste russe a quelle tedesche. Alle parole di Price ha fatto eco Annalena Baerbock che ha incluso nelle possibili sanzioni da comminare a Mosca anche il blocco del gasdotto. 

Il Nord stream 2 è un progetto che imbarazza molto la Germania, già dalla stipula del contratto di costruzione avvenuta sotto il governo Merkel. La Kanzlerin, molto criticata dai partner europei, aveva provato in tutti i modi durante il suo mandato a far passare il progetto come meramente economico e lo stesso sta cercando di fare il nuovo governo a guida Socialdemocratica. 

Ma con l’intensificarsi della crisi ucraina, la Germania si trova in difficoltà. Da un lato importa oltre il 50% del proprio gas naturale dalla Russia, dall’altro gli alleati occidentali chiedono sempre di più una posizione netta nei confronti di Mosca. E proprio qui, nonostante le parole odierne di Baerbock, il governo vacilla. Berlino è contraria a nuove sanzioni alla Russia e ha bisogno del Nord Stream 2 per la sua politica climatica che sta portando alla chiusura di tutte le centrali nucleari e a puntare sul gas come energia di transizione. Ma è chiaro che il progetto renderebbe Berlino ancora più dipendente dal gas di Putin.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

La curva dei contagi prosegue nella sua flessione. Sono stati circa 155mila i contagi accertati in Italia nelle ultime 24 ore. Anche oggi sono diminuiti il numero di persone attualmente positive e il numero dei ricoveri, sia in terapia intensiva che nei reparti ordinari. L’unico dato che resta alto è quello dei morti. Nel bollettino di oggi sono state comunicate 389 vittime.

https://twitter.com/RegLombardia/status/1486750950974963712

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    Pubblica di giovedì 20/11/2025

    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

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    Medicina: ricorso collettivo contro la ministra Bernini

    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

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