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Il confronto tra i candidati alla segreteria del Pd, le grandi dimissioni, la guerra in Ucraina e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di domenica 22 gennaio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Gli Usa si trovano a fare i conti con l’ennesima strage da armi da fuoco. E’ accaduto durante i festeggiamenti del capodanno cinese, in California, a Monterey Park, nella contea di Los Angeles: sono morti 5 uomini e 5 donne, vittime di un uomo di origine asiatica che con un fucile e diversi caricatori ha sparato sulla folla in una discoteca. Meloni in Algeria, Tajani in Egitto, per consolidare i rapporti con due Paesi divenuti essenziali col graduale abbandono del fossile russo. Sono state pubblicate le comunicazioni obbligatorie del ministero del lavoro che riguardano i primi 9 mesi del 2022: c’è un aumento di oltre il 20 per cento. Il punto sulla guerra in Ucraina.

Meloni va in Algeria, Tajani in Egitto

Meloni in Algeria, Tajani in Egitto, per consolidare i rapporti con due Paesi divenuti essenziali col graduale abbandono del fossile russo. L’Italia non sta lavorando per diversificare il mix energetico, ma ha lavorato per diversificare gli esportatori del fossile, affidandosi ad altre autocrazie. Obbiettivo palese, quindi, la crescita delle forniture di gas, anche perché l’Algeria – destinata ad essere primo fornitore italiano fin qui non ha adempiuto ad aumentare le forniture come pattuito. Non a caso Meloni è accompagnata proprio dall’amministratore delegato di Eni Descalzi. E quanto sia importante e strategico il tema, lo si capisce anche dal fatto che quello in Algeria è il primo viaggio bilaterale all’estero della presidente del Consiglio. Se da una parte dunque restano sullo sfondo i diritti umani, sulla politica estera il governo non esce dai binari del suo predecessore, e delineati dal Quirinale.
Mentre Meloni era in Algeria il ministro degli esteri Tajani era in Egitto, dove eni solo una settimana fa ha scoperto un nuovo giacimento di gas. Tajani ha incontrato il presidente egiziano Al Sisi, parlando di forte collaborazione sui casi Regeni e Zaki. Ma di fatto si è trattato dell’ennesimo viaggio a vuoto di un ministro degli Esteri su questi dossier.

Le grane della maggioranza

La maggioranza è anche alle prese con i problemi interni che faticano a risolversi. Prima di partire per Algeri Meloni è intervenuta per chiudere il discorso sul ministro della giustizia Carlo Nordio, ieri scaricato dalla Lega sul tema delle intercettazioni – prima da Salvini che aveva detto basta alle polemiche politica-magistratura, poi dal sottosegretario leghista Ostellari che aveva detto no al bavaglio sulle intercettazioni. In serata Nordio aveva detto che non intendeva dimettersi, oggi Meloni ha ribadito che Nordio lo ha scelto lei e che ha la sua totale fiducia.
L’altra grana è quella dei benzinai che oggi hanno riconfermato lo sciopero del 25 e 26 gennaio, dopo che in mattinata il ministro delle Imprese Adolfo Urso li aveva implorati di revocarlo, ribadendo che il dialogo aperto e che il governo è pronto a venire incontro ai gestori delle pompe. Che a stretto giro hanno risposto piuttosto duramente, attraverso i sindacati. Il ministro è confuso e le sue parole chiudono il dialogo, hanno scritto, prima di ripetere che lo sciopero ad oggi è confermato.

Com’è andato il confronto in tv tra i quattro candidati alla segreteria del Pd

(di Claudio Jampaglia)

Confronto in tv per i quattro candidati e candidate alla segreteria del Pd, dopo l’assemblea del partito che ha dato il via libera al manifesto per il rilancio, ecco come è andata nel servizio di Claudio Jampaglia

La fuga da stipendi bassi e lavoro pesante

Sono state pubblicate le comunicazioni obbligatorie del ministero del lavoro che riguardano i primi 9 mesi del 2022. Ci sono una serie di dati preoccupanti, a partire dall’aumento dei licenziamenti, in crescita del 10%. E sono per tre quarti licenziamenti economici e per il resto disciplinari. Tra le cause per cui finisce un rapporto di lavoro, dopo i contratti a termine non rinnovati, ci sono le dimissioni. Oltre un milione e 600mila a settembre 2022, in aumento, in un anno, del 22%.
Guardando ai dati non è facile capire perché: se sia la ricerca di un lavoro migliore, o una vera e propria fuga. Ma qualche spiegazione si ricava: le dimissioni infatti sono concentrate nei settori con più alto tasso di precarietà, stipendi bassi, lavoro pesante, come turismo, commercio, ristorazione e sanità. E solo uno su due trova un altro impiego. Di fronte ad vuoto di risposta collettiva e sindacale a condizioni di lavoro che si deteriorano, a chi può, e spesso anche a chi non può, non resta che una strada individuale.

Il punto sulla guerra in Ucraina

In Ucraina sul terreno contrastanti le voci di una offensiva russa su grande scala nella regione di Zaporizhzhia, smentita però da Kiev. La Germania e in particolare il cancelliere tedesco Scholz sotto attacco per i tentennamenti nel fornire i carri armati Leopard all’esercito di Kiev, al centro delle polemiche dopo comunque le ampie forniture di sistemi d’arma decise a Ramstein. La Russia aveva ammonito i paesi occidentali, dicendo con un suo portavoce, “si va verso un disastro globale”.
Abbiamo chiesto a Francesco Strazzari docente di relazioni internazionale alla Scuola Sant’Anna di Pisa, un commento

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    Il 2 marzo il governo israeliano ordinava il blocco totale dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Oggi, esattamente due mesi dopo, il blocco è ancora in essere e da due mesi nella Striscia non entra niente: né cibo, né acqua, né medicinali, né carburante. La situazione peggiora giorno dopo giorno, le scorte sono ormai esaurite e la fame sta dilagando. In questo contesto di blocco totale, il più lungo che Gaza abbia mai sperimentato, dove morire di fame non è più solo un modo di dire, le ong e le organizzazioni umanitarie cercano di sopperire alle colpevoli mancanze dei governi. È in quest’ottica che la nave della Freedom Flotilla Coalition, si stava preparando a partire per Gaza carica di aiuti umanitari, con l’obiettivo di rompere l’assedio. Questa notte, però, la nave è stata colpita da due droni, che hanno fatto scoppiare un incendio e ne hanno ovviamente impedito la partenza. Abbiamo raggiunto a Malta Simone Zambrin, attivista di Freedom Flotilla, che si sarebbe dovuto imbarcare oggi per andare verso Gaza.

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    Il Comitato Sì Meazza presenta un esposto alla Corte dei conti contro il nuovo stadio

    Non è arrivata nessuna proposta alternativa. Quella presentata da Inter e Milan è rimasta l’unica offerta per l’acquisto dello stadio di San Siro e delle aree vicine al “Meazza”. Il Comune di Milano lo ha comunicato, alla mezzanotte del 30 aprile, alla scadenza dell’avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Un esito prevedibile, dal momento che la finestra è rimasta aperta per poche settimane. Ora proseguiranno i lavori della Conferenza dei servizi, già iniziati quando potevano arrivare anche altre proposte. Il fronte di chi si oppone ai piani dei due club e a come la giunta comunale sta gestendo la vicenda tenta ancora di interrompere il percorso avviato. Oggi il comitato Sì Meazza, dopo aver già fatto un esposto alla Procura, ha inviato alla Corte dei conti una segnalazione perché indaghi per danno erariale, chiamando in causa il Comune. Luigi Corbani del comitato Sì Meazza spiega perché ha depositato questa segnalazione.

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    1) Gaza senza cibo da due mesi. Il blocco israeliano agli aiuti continua indisturbato mentre la fame dilaga tra la popolazione. Nella notte colpita con droni la nave della Freedom Flotilla, che voleva portare aiuti nella striscia. (Sami Abu Omar, Simone Zambrin - Freedom Flotilla) 2) Guerra in Ucraina. Secondo le Nazioni Unite la situazione lungo il fronte è peggiorata da quando sono iniziati i negoziati per il cessate il fuoco. In esteri la testimonianza da Sumy. 3) Germania, i servizi segreti classificano Afd come partito estremista. I leader del partito rispondono: azione politica, ci difenderemo. (Alessandro Ricci) 4) L’effetto Trump sulle elezioni nel pacifico. Domani Australia e Singapore al voto. In entrambi i casi i dazi americani hanno ribaltato i sondaggi. (Lorenzo Lamperti) 5) Mondialità. La partita sul clima si gioca tra Usa e Cina. (Alfredo Somoza)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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