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Il governo Meloni all’attacco dell’UE, l’Italia verso la recessione e le altre notizie della giornata

Meloni G20 ANSA

Il racconto della giornata di domenica 10 settembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La reazione degli italiani al caro vita sta cambiando le abitudini, come anticipato dai dati di Confcommercio e Coop Italia, e intanto sale il tono delle polemiche con Bruxelles per il governo sempre più alle prese con una frenata dei consumi che potrebbe portare alla dichiarazione di una recessione tecnica nel terzo trimestre del 2023. Oggi il governo italiano è andato pesantemente all’attacco dell’Unione Europea, prima con Meloni e poi col ministro Crosetto. Al termine del G20 indiano non è stato raggiunto un accordo per una condanna netta dell’invasione russa.

Il governo Meloni all’attacco dell’Unione Europea

Oggi il governo italiano è andato pesantemente all’attacco dell’Unione Europea. Prima Meloni, dall’India, con il pretesto della cessione delle quote della compagnia aerea Ita alla tedesca Lufrhansa. Meloni ha affermato polemicamente: “È curioso che la Commissione UE blocchi la soluzione al problema Ita. La stessa Commissione europea che per anni ci ha chiesto di trovare una soluzione al problema Ita, quando troviamo una soluzione al problema Ita la blocca”. Da Bruxelles la Commissione Europea ha risposto spiegando di non avere ancora “ricevuto alcuna notifica” sull’accordo tra Ita e Lufthansa.
Un gioco al rimpiattino che serve a Meloni per attaccare le politiche economiche dell’UE, proprio mentre l’Italia in difficoltà con la manovra economica chiede a Bruxelles di allentare i criteri di stabilità. Si tratta di fatto del via alla campagna elettorale per le elezioni europee. Strategia confermata dal ministro della difesa Crosetto, che ha attaccato a sua volta l’Unione Europea accusata di essere troppo severe con l’Italia e i suoi problemi economici, a differenza del trattamento di favore che sarebbe ricevuto dalla Germania.

Il caro vita cambia le abitudini degli italiani

-15% i saldi a Milano secondo Confcommercio, -3% i consumi in Italia nei primi sei mesi dell’anno secondo il rapporto Coop. La reazione degli italiani al caro vita sta cambiando le abitudini, crescono le vendita di seconda mano e si fa più spesso la spesa in cerca di offerte. In ripresa i discount.

(di Fabio Fimiani)

Sono andati male i saldi a Milano secondo Confcommercio: -15% nelle strade dedicate agli acquisti, vanno bene solo quelle turistiche. In alcuni casi la riduzione è arrivata anche al 50, secondo la principale associazione degli esercenti.
A confermare il dato milanese è anche la prima parte dell’annuale rapporto di Coop Italia realizzato con Nomisma su un campione di 1000 persone tra i 18 e i 75 anni.
La riduzione dei consumi nei primi 6 mesi dell’anno è stata del 3%. La cifra considera il dato a prezzi costanti, per le vendite questo si traduce in un +10% di incassi, proprio per l’inflazione.
Tra i numeri che descrivono questa discesa si nota come gli italiani abbiano ridotto il consumo di frutta e verdura fresca del 15%, pur avendo speso il 15% in più rispetto al 2022, e siano pronti a ulteriori riduzioni, come per l’acquisto di carne, fino al 39%, anch’essa per altro già diminuita.
I luoghi e le modalità della spesa sono cambiati. Si fa più spesso e con meno fedeltà ai punti vendita, nei discount, e sono cresciuti gli acquisti di prodotti a marchio delle catene commerciali.
Il rapporto Coop conferma che la riduzione delle presenze turistiche in Italia di italiani sia stata ingente, -2,5 milioni rispetto al 2022, e 4,9 al 2019, ma per restare a casa, non solo per recarsi all’estero nei paesi dove i soggiorni per le vacanze costano meno che nel nostro paese.
Tra i beni non alimentari c’è la diminuizione del 10% dell’acquisto dei telefonini, -1,3 milioni in un anno, crescono ricondizionato e usato.
Tutti gli ambiti del seconda mano hanno un segno positivo, sarebbero 33 milioni gli italiani che nel 2022 si sarebbero rivolti a questo tipo di mercato, dalla casa ai vestiti.

L’Italia verso la recessione dopo Germania e Olanda

(di Andrea Di Stefano)

Sale il tono delle polemiche con Bruxelles per il governo sempre più alle prese con una frenata dei consumi che potrebbe portare alla dichiarazione di una recessione tecnica nel terzo trimestre del 2023. Dopo la revisione al ribasso del secondo trimestre (-0,4%) un altro dato negativo spingerebbe anche l’italia in recessione dopo Germania e Olanda. Tutti i segnali sembrano accreditare l’ipotesi ventilata da alcuni analisti che la crescita di quest’anno potrebbe subire un’ulteriore frenata peggiorando ulteriormente il rapporto deficit-Pil anche per il prossimo. Entro il 29 settembre il Consiglio dei Ministri deve varare l’aggiornamento della Nadef, il documento di previsione triennale, e i numeri dello scorso aprile (Pil al +0,9%, deficit/pil al 4,5% nel 2023, Pil a +1,4% e deficit/pil al 3,7%) sembrano ormai lunari. Quest’anno (a fatica) si potrà raggiungere un segno positivo dello 0,7-0,8% ma per il 2024 secondo tutte le stime sarà difficile centrare un segno positivo superiore al punto percentuale. Oltre alla frenata del comparto industriale (penalizzato dal calo della domanda tedesca) a preoccupare è il drastico calo dei consumi delle famiglie aggravato da una corsa dell’inflazione con un carrello della spesa che registra una crescita dei prezzi quasi doppia rispetto alla media. L’iniziativa del ministro Urso per un accordo su un paniere calmierato difficilmente avrà effetti perchè manca qualsiasi reale intervento sulle posizioni di rendita degli operatori soprattutto della filiera alimentare.

Il G20 non condanna nettamente l’invasione russa dell’Ucraina

Al termine del G20 indiano, il presidente brasiliano Lula ha invitato Putin al prossimo G20 che si terrà il prossimo anno in Brasile, nonostante il mandato di arresto internazionale nei suoi confronti. La guerra in Ucraina è stato uno dei temi affrontati a New Dehli, e i G20 non hanno raggiunto un accordo per una condanna netta dell’invasione russa. È stata ribadita la necessità di rispettare le integrità territoriali degli Stati, ma non è stata citata la guerra di aggressione di Mosca.
I paesi emergenti non intendono prendere una posizione netta tra Russia da una parte e Ucraina e paesi occidentali dall’altra. La professoressa Mara Morini insegna alla facoltà di scienze politiche dell’Università di Genova:

Ma come possiamo interpretare le affermazioni di oggi di Lula? Alessandro Colombo, docente di Relazioni Internazionali e ricercatore dell’Ispi:


 

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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    Da che parte sta il papa statunitense, Leone XIV? Con l’Europa di von der Leyen e Merz, ma anche di Macron, Meloni e Sanchez? Oppure con gli Stati Uniti di Trump, JD Vance, Musk e Peter Thiel. Oppure con nessuna di queste identità così identificate? Dopo l’attacco della Casa Bianca all’Europa con il «National Security Strategy» viene facile polarizzare lo scontro tra le due sponde dell’Atlantico. Anche se i due poli sono orientati entrambi prevalentemente a destra, con inquietanti sfumature che arrivano all’autoritarismo di stampo fascista (C.Bottis, Trumpismo. Un mito politico, Castelvecchi 2025). Dunque, gli Stati Uniti aggrediscono l’Europa con il NSS, e papa Prevost con chi si schiera? Pubblica ha ospitato oggi Stefano Zamagni (ex presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, economista) e Paolo Naso (scienziato della politica).

    Pubblica - 10-12-2025

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    Piazza Fontana: ricordiamo la strage e la risposta democratica

    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    Federico Sinicato presidente associazione Familiari Vittime di Piazza Fontana ci racconta cosa sarà questo 12 dicembre e il percorso di avvicinamento nelle scuole, nei racconti e nelle testimonianze. Valter Boscarello Fondatore di Memoria Antifascista, ci presenta il corteo delle 18h30 (da Piazza 24 maggio fino a piazza fontana) dedicato ai movimenti e alla repressione delle lotte. Nel pomeriggio verrà inaugurato il memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente dedicata a tutte le vittime delle stragi, voluta dal basso e accolta dal Comune di Milano. Linda Maggiori, giornalista freelance e attivista di The Weapon Watch l'osservatorio sul traffico d'armi nei portio italiani, ci racconta la sua inchiesta sulla "flotta del genocidio": le rotte delle armi dai porti italiani pubblicata per Altra economia dove dimostra come l'industria italiana e i porti italiani abbiano rifornito Israele per tutta la durata dell'attacco a Gaza in barba alla legge 185 che lo vieta e alle dichiarazioni del governo. Tiziana Ricci ci presenta la mostra alla Fabbrica del vapore sui 50 anni della radio, gratuita, libera e bellissima.

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