Approfondimenti

“Una riforma pasticciata e confusa”

Nuova puntata di Memos dedicata all’esame della legge di modifica della Costituzione, il progetto “Renzi-Boschi” approvato definitivamente dal parlamento a metà aprile.

Ad ottobre ci sarà il referendum su quel testo, per confermarlo o respingerlo. E la campagna referendaria è già cominciata.

In queste ultime settimane Memos ha dedicato due puntate all’esame del testo di modifica della Costituzione con il giurista Andrea Pertici (qui e qui). Una terza puntata ha ospitato un confronto tra i costituzionalisti Valerio Onida e Sabino Cassese.

Gianfranco Pasquino

L’ospite di oggi è Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica all’Università di Bologna, visiting professor in questo periodo alla University of Chicago. “La Costituzione in trenta lezioni” (Utet, 2016) è il titolo del suo ultimo libro.

«Premetto – dice il professor Pasquino – che la Costituzione non è soltanto un documento giuridico, ma è anche un documento politico. La Costituzione fornisce regole, procedure, indica comportamenti agli attori politici, ai partiti, alle istituzioni. Dunque, far commentare la Costituzione soltanto dai giuristi è sempre, secondo me, molto limitativo. E farla riformare soltanto dai giuristi significa prendere una prospettiva possibile, non l’unica e certamente non la più alta».

La premessa di Gianfranco Pasquino chiarisce l’obiettivo della trasmissione di oggi: analizzare la modifica della Costituzione “Renzi-Boschi” da una prospettiva più politica che giuridica, come invece abbiamo fatto nelle precedenti puntate.

«I costituenti – racconta Gianfranco Pasquino a Memos – scrissero la Costituzione sapendo benissimo che ci sarebbero state delle cose da riformare e, infatti, misero l’articolo 138. Quell’articolo è un monumento alla loro capacità di previsione e alla loro generosità. E’ come se avessero detto: “non vogliamo fare qualche cosa che duri per sempre, perché sappiamo che potranno cambiare delle pratiche, avvenire nuovi fenomeni, e quindi un qualche aggiornamento è possibile”».

«Dunque, si può cambiare?», si chiede il professor Pasquino. «Secondo i costituenti – prosegue il politologo – a determinate condizioni si deve anche cambiare. A questo punto bisogna interrogarsi se cambiare il parlamento significhi migliorare tutto. Si devono usare le parole giuste. In questo caso (la revisione costituzionale “Renzi-Boschi”, ndr) non siamo di fronte all’abolizione del Senato, né al superamento del bicameralismo. Infatti, è previsto un bicameralismo nel quale la Camera dei deputati avrà il massimo dei poteri legislativi e un Senato riformato, malamente, che avrà alcuni poteri legislativi, probabilmente anche conflittuali con quelli della Camera. Dire che questa è una “grande riforma” è ridicolo. Riformare il Senato, eliminare il Cnel e le province, introdurre qualche cambiamento sui referendum abrogativi, mi pare davvero poca cosa. Siamo di fronte ad una piccola revisione, pasticciata e confusa».

Professor Pasquino, nel settembre scorso Renzi diceva: “questa riforma è attesa da 70 anni”, come se la Costituzione dovesse essere riformata da sempre (nel caso paradossale di Renzi, addirittura da prima che nascesse). Può essere l’usura, presunta, la ragione di una “riforma” di questa portata?

«L’usura – risponde il politologo dell’Università di Bologna – non è uno degli argomenti usati dal duo Renzi-Boschi e dai loro costituzionalisti di corte. Loro hanno utilizzato due criteri diversi, uno dei quali è il risparmio. Si tratta di un argomento tipicamente populista, da antipolitica. Riduciamo i senatori a 100, dicono, e quindi risparmiamo. Certo, si poteva risparmiare anche riducendo i deputati. Il secondo criterio utilizzato è quello della velocità: “così il governo potrà fare le leggi in maniera veloce, così faremo più leggi”, dicono. La verità è che il bicameralismo italiano, paritario – certamente complicato nelle sue procedure – non è mai stato inferiore a nessuno dei parlamenti che più ammiriamo, dal punto di vista della produttività legislativa. Tra questi c’è il parlamento tedesco, il Bundestag, e poi la Camera dei Comuni inglese, forse possiamo guardare anche alla Francia. Il parlamento italiano, però, ha fatto almeno altrettanti leggi quanto questi tre parlamenti. Per di più, le ha fatte con maggiore velocità in almeno due di questi parlamenti. Trovo, quindi, questa motivazione assolutamente fuori luogo. Non saprei dire se si è usurato qualcosa. Se c’è un’usura riguarda qualcosa di più del senato e del bicameralismo. Si è usurata, ad esempio, la forma di governo. Bisogna chiedersi se sia ancora il caso di avere una forma di governo parlamentare, tradizionale, oppure se non occorra ispirarsi a qualcosa di diverso».

Quel qualcosa di diverso c’è già, professor Pasquino, ed è contenuto nella legge “Renzi-Boschi”. E’ vero che quella legge non modifica gli articoli sulla forma di governo, ma di fatto – proprio grazie a quel testo – il peso dell’esecutivo sul parlamento aumenta.

«In una certa misura – riconosce il professor Pasquino – il governo acquisisce maggiore potere. Poi vedremo se saprà utilizzarlo. A questo punto, però, non si può guardare soltanto alla revisione costituzionale. Si deve considerare anche la legge elettorale, l’Italicum. Sono d’accordo che il governo possa e debba avere la precedenza sui suoi disegni di legge, ma non che debba continuamente mettere la fiducia. Un conto è avere una corsia preferenziale, un conto è imporre ad una maggioranza (sempre più artificiale, a causa del premio di maggioranza) di votare regolarmente la fiducia al governo. E’ una violazione anche della stessa forma di governo parlamentare. Vedo – prosegue Pasquino – uno squilibrio: c’è un’impalcatura a cui abbiamo portato via qualche asse e non sappiamo dove si assesterà. Sappiamo, però, alcune altre cose. Il Presidente della Repubblica, ad esempio, sta per perdere due poteri significativi. Primo: non potrà che nominare capo del governo il leader del partito che ha vinto le elezioni grazie al premio di maggioranza. Secondo: non potrà mai sciogliere il parlamento di sua spontanea volontà. Lo deciderà, invece, il capo del governo, perché dispone di una maggioranza nella Camera dei deputati. Non l’ha notato nessuno. E mi dispiace che non l’abbiano notato nemmeno Napolitano e Mattarella. Sarebbe il caso – conclude il professor Pasquino – che dessero una buona lettura al testo e la smettessero di definirlo come ciò che si poteva fare. Quella legge, invece, è ciò che non si doveva fare!».

Ascolta tutta la puntata di Memos

  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 10/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 10-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 10/12 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 10-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 10/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 10-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 10/12/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 10-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pop Music di giovedì 11/12/2025

    Una trasmissione di musica, senza confini e senza barriere. Canzoni da scoprire e da riconoscere, canzoni da canticchiare e da cui farsi cullare. Senza conduttori, senza didascalie: solo e soltanto musica.

    Pop Music - 10-12-2025

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 10/12/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 10-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 10/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 10-12-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 10/12/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni mercoledì approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 10-12-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 10/12/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Elena Mordiglia e Marianna Usuelli, in redazione Lorenzo Tecleme e Gianluca Ruggieri.

    Il giusto clima - 10-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 10/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 10-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 10/12/2025

    1) A Gaza le disgrazie non arrivano mai sole. Nella striscia arriva la tempesta Byron: centinaia di migliaia di persone a rischio mentre pioggia e vento distruggono tende e rifugi. (Sami Abu Omar) 2) Siria, l’incognita della convivenza. Il futuro del paese dipenderà anche da come le diverse comunità etniche religiose riusciranno a vivere insieme. Reportage dalla zona Alawita della Siria. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti, dopo 28 anni la candidata democratica diventa sindaca di Miami. Per Donald Trump, che ripete che il paese non è mai stato così bene, è un altro campanello d’allarme. (Roberto Festa) 4) Regno Unito, il labourista Starmer ha appena iniziato la sua battaglia contro l’immigrazione. Il primo ministro britannico ora vuole modificare la convenzione europea sui diritti umani. (Elena Siniscalco) 5) Operazione Overlord. I militanti di estrema destra inglesi che vogliono fermare le barche dei migranti che partono dalla Francia verso il Regno Unito. (Veronica Gennari) 6) Un mondo sempre più ricco e sempre più diseguale. Secondo il World Inequality report lo 0,001 controllano una ricchezza tre volte superiore a quella di metà dell'umanità. (Alice Franchi)

    Esteri - 10-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 10/12 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 10-12-2025

  • PlayStop

    Tommy WA: la nuova promessa del folk africano si racconta a Radio Pop

    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

    Clip - 10-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 10/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 10-12-2025

  • PlayStop

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

    Clip - 10-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 10/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 10-12-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 10/12/2025

    Il commento alla classifica di NME dei migliori album del 2025, l'intervista al musicista nigeriano Tommy Wà a cura di Niccolò Vecchia e la storia di Jesse Welles, da fenomeno social a uno dei cantautori americani più apprezzati del momento.

    Volume - 10-12-2025

Adesso in diretta