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Carne cancerogena, le reazioni

Carne e cancro: uno dei cibi e una delle paure che accompagnano la nostra vita. Associati nella stessa frase fanno impressione. Ancor più quando la frase è firmata Organizzazione mondiale della sanità.

L’Oms, analizzate 800 ricerche condotte negli anni in 10 Paesi, ha deciso di inserire salumi, insaccati e carni rosse lavorate tra le sostanze di “Gruppo 1”, certamente cancerogene al pari di tabacco, arsenico, asbesto e similari. La classificazione riguarda il rapporto chiaro tra consumo e malattia (in particolare del colon-retto), non l’entità del rischio. La carne rossa è stata inserita nel “Gruppo 2A”, che include sostanze per cui esiste evidenza meno stringente del rapporto consumo-malattia. Nulla di nuovo dal punto di vista scientifico, dopo anni di evidenze crescenti sui rischi del consumo di carne, ma di certo una svolta possibile di cui è indispensabile comprendere la portata. La prima reazione generale sembra essere: “Cautela e moderazione”. “È necessario spiegare meglio il significato di questa classificazione” afferma Carmine Pinto, presidente dell’Associazione italiana oncologia medica. Che per chiarezza aggiunge: “Continuerò a non togliere le carni dalle indicazioni alimentari ai miei pazienti”.

Ascolta l’intervista a Carmine Pinto

Carmine Pinto

Umberto Veronesi, uno dei fari dell’oncologia italiana e notoriamente vegetariano, ha commentato l’annuncio dell’Oms come una “vittoria della scienza sulla malattia, non certo dei vegetariani sui carnivori”. Tra chi ha deciso di bandire la carne dalla propria dieta ci sono però opinioni anche differenti. “Da anni lavoriamo per spiegare l’inutilità e addirittura dannosità del consumo di carne su più fronti” afferma Carmen Nicchi in Somaschi, Presidente dell’Associazione vegetariana italiana.

Ascolta l’intervista a Carmen Nicchi in Somaschi

Carmen Nicchi in Somaschi

  • Autore articolo
    Massimo Bacchetta
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    La COP30 in Brasile era partita con due obiettivi: triplicare i fondi per i paesi in via di sviluppo colpiti dagli effetti del riscaldamento globale e sottoscrivere un percorso per l’uscita dalla dipendenza e dall'uso dei carburanti fossili. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, un risultato su due è stato portato a casa. Ma chi avrebbe potuto fare pressioni per ottenere di più non l’ha fatto: gli USA assenti hanno boicottato, ma anche Cina e India, non pervenute, di fatto, mentre una Ue divisa alla fine ha battuto un colpo. Resta lo sforzo dei Paesi per raggiungere i loro obiettivi. L'analisi di Sara Milanese e il commento di Eleonora Cogo, responsabile del team Finanza in ECCO, il Think Tank sul cambiamento climatico. L'Europa cambia il piano Trump in almeno tre punti: nessuna concessione territoriale alla Russia prima del cessate-il-fuoco, un esercito per l'Ucraina più grande e nessun limite alle sue alleanze, l'uso dei fondi russi congelati in Europa per la ricostruzione (e no al 50% agli USA): sarà un piano digeribile anche per Trump? L'analisi di Federico Baccini, nostro collaboratore da Bruxelles. Infine Luigi Ambrosio inviato a Napoli per le elezioni regionali ci racconta il peso straordinario dell'astensionismo.

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