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Carne cancerogena, le reazioni

Carne e cancro: uno dei cibi e una delle paure che accompagnano la nostra vita. Associati nella stessa frase fanno impressione. Ancor più quando la frase è firmata Organizzazione mondiale della sanità.

L’Oms, analizzate 800 ricerche condotte negli anni in 10 Paesi, ha deciso di inserire salumi, insaccati e carni rosse lavorate tra le sostanze di “Gruppo 1”, certamente cancerogene al pari di tabacco, arsenico, asbesto e similari. La classificazione riguarda il rapporto chiaro tra consumo e malattia (in particolare del colon-retto), non l’entità del rischio. La carne rossa è stata inserita nel “Gruppo 2A”, che include sostanze per cui esiste evidenza meno stringente del rapporto consumo-malattia. Nulla di nuovo dal punto di vista scientifico, dopo anni di evidenze crescenti sui rischi del consumo di carne, ma di certo una svolta possibile di cui è indispensabile comprendere la portata. La prima reazione generale sembra essere: “Cautela e moderazione”. “È necessario spiegare meglio il significato di questa classificazione” afferma Carmine Pinto, presidente dell’Associazione italiana oncologia medica. Che per chiarezza aggiunge: “Continuerò a non togliere le carni dalle indicazioni alimentari ai miei pazienti”.

Ascolta l’intervista a Carmine Pinto

Carmine Pinto

Umberto Veronesi, uno dei fari dell’oncologia italiana e notoriamente vegetariano, ha commentato l’annuncio dell’Oms come una “vittoria della scienza sulla malattia, non certo dei vegetariani sui carnivori”. Tra chi ha deciso di bandire la carne dalla propria dieta ci sono però opinioni anche differenti. “Da anni lavoriamo per spiegare l’inutilità e addirittura dannosità del consumo di carne su più fronti” afferma Carmen Nicchi in Somaschi, Presidente dell’Associazione vegetariana italiana.

Ascolta l’intervista a Carmen Nicchi in Somaschi

Carmen Nicchi in Somaschi

  • Autore articolo
    Massimo Bacchetta
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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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