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La canzone di Natale che non piace a Salvini

La storia è piuttosto semplice e sconcertante allo stesso tempo. Nella scuola elementare di Sorbolo, un centro in provincia di Parma, i bambini devono imparare una filastrocca per il Natale. Il titolo è Natale di Cioccolata e l’ultima strofa dice: “Sono io, Babbo Natale, è speciale questo giorno, ti ho portato un sacco di permessi di soggiorno, un sacco di permessi di soggiorno”.

testo

I genitori imparano il testo insieme ai loro figli. A qualche adulto proprio non va giù. Ma come? Permessi di soggiorno? Agli immigrati? Le proteste prendono la via di una chat telefonica e arrivano fino agli occhi di qualche esponente di Casa Pound – dice in un’intervista a Radio Popolare la preside Elena Conforti – e poi della Lega Nord.

Intervengono i dirigenti locali e poi addirittura Matteo Salvini: “Roba da pazzi. Qualcuno vuole fare il lavaggio del cervello ai nostri figli nelle scuole inculcando loro il messaggio politico della sinistra pro invasione”, scrive in comunicato il segretario nazionale. La protesta leghista non si ferma qui. E’ pronta un’interrogazione parlamentare. Elena Conforti sente la sua scuola travolta da un piccolo grande tsunami e non comprende perché. “Quella canzone era stata eseguita anche negli scorsi anni e nessuno ha mai detto nulla”.

Erano altri tempi: la Lega cercava visibilità politica in altri modi. Ora, da Goro in giù la parola d’ordine è diversa. Sul sito della scuola sono comparsi diversi insulti. La stessa cosa è accaduta sulla pagina Facebook di Marco Testoni, il musicista che ha composto Natale di Cioccolata e che abbiamo intervistato.

“C’è un clima diffuso di intolleranza su questa canzone. E’ uscita nel 2010 e fa parte di un album che è dedicato all’integrazione, pubblicato da un editore che non è propriamente estremista, le Edizioni Paoline. Tutto questo è stato strumentalizzato. Quello che si evince dai commenti è un clima di razzismo strisciante”.

Ha ricevuto insulti o minacce?

“Insulti e sproloqui. Poi c’è anche tanta solidarietà, ma soprattutto, ripeto, un bruttissimo clima. Uno di quelli che ha scritto, ha rifatto tutto il testo della canzone e parlava di permessi di ritorno, un altro, invece, si augurava che la slitta di Babbo Natale cadesse portandosi dietro tutti i bambini.”

Stupito per le reazioni?

“Per queste strumentalizzazioni? Certo. La canzone fa parte di un musical che parla di integrazione. Si vede che questa parola non piace più. E questo è un tema su cui dovremmo ragionare tutti”.

Questa canzone è stata eseguita in tante altre scuole…

“Sì, è del 2010, come dicevo. Io non avrei mai potuto pensare a quello che è successo. Io sono cresciuto negli anni ’70, durante gli anni di piombo. Ho scritto canzoni su tanti temi a sfondo sociale, anche una sulla violenza sessuale cantata da Antonella Ruggiero, ma la violenza verbale che ha scatenato una semplice canzone di Natale mi ha profondamente colpito”.

E’ intervenuto anche Matteo Salvini…

“Noi tutti stiamo sottovalutando quello che accade in Italia. Questo è un fatto molto grave. Sono stato tirato per la giacchetta da Salvini e dalla Lega. C’è un clima molto, molto pericoloso”.

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    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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