
Ricercatori, assegnisti, borsisti, dottorandi, ma anche lavoratori e lavoratrici delle mense, delle portinerie, e di tutti quei servizi esternalizzati dell’Ateneo. Lo sciopero delle Università proclamato per la giornata di oggi da diverse sigle sindacali ha visto scendere nei cortili di varie università milanesi il mondo precario del sistema accademico e non solo.
Si sciopera contro la riforma Bernini, contro i tagli al Fondo di finanziamento ordinario e si chiedono contratti dignitosi e stabili. Dalla Bicocca alla Statale, dalla Cattolica al Politecnico. In tante e tanti hanno denunciato la mancanza di prospettive di chi lavora nelle università.
“Chiediamo il rifinanziamento dei fondi di finanziamento ordinario, tolti lo scorso anno”, spiega Sara dell’Assemblea Precaria Universitaria, “visto che si stima che ci sarà un ulteriore taglio, nel biennio 25/27, di circa 700 milioni di euro. E poi chiediamo un contratto di ricerca finanziato davvero, a differenza di quello che c’è oggi, e che ci vengano riconosciuti una serie di diritti e tutele che oggi non abbiamo. Questo non ci consente di scioperare davvero, se non in maniera simbolica”.
Chi sciopera denuncia anche un sistema che toglie sempre più fondi all’Istruzione per investirli, invece, nelle armi. “Un euro dato alla guerra”, continua APU, “è un euro tolto alla ricerca”. Tra i corridoi di Milano Bicocca i manifestanti hanno sventolato anche bandiere palestinesi, chiedendo anche a chi era in mensa e nelle aule studio di unirsi al dissenso. Quella di oggi, dicono, è solo una tappa di una mobilitazione che dura da mesi, e non la sua conclusione.