Approfondimenti

Piazza Fontana, lo storico Gotor: “Oggi la destra tace per convenienza”

I funerali delle vittime di Piazza Fontana

La destra italiana ha accuratamente evitato di intervenire pubblicamente per il 50esimo anniversario della strage di Piazza Fontana e i principali leader, da Matteo Salvini a Giorgia Meloni, non hanno trovato neanche due minuti di tempo per ricordare una delle pagine più buie della storia recente dell’Italia.

Ne abbiamo parlato con lo storico e saggista Miguel Gotor, professore di Storia moderna all’università di Torino e autore del libro “L’Italia del Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon” uscito pochi giorni fa.

L’intervista di Raffaele Liguori a Memos.

Perché la destra di oggi, nelle sue figure più rappresentative come Matteo Salvini o Giorgia Meloni, non ha parlato in questi giorni di Piazza Fontana?

È brutto dirlo, ma non lo fanno per convenienza e per calcolo politico. Secondo i sondaggi 3 giovani su 4 ancora oggi ritengono che la bomba di Piazza Fontana non sia stata messa dai fascisti di Ordine Nuovo, ma dalle Brigate Rosse. È come se a distanza di cinquant’anni continuasse ancora un’attività di disinformazione e di propaganda che si é depositata nella coscienza profonda del Paese. E allora Salvini o la Meloni – eppure Salvini è di Milano e Piazza Fontana è anzitutto una ferita della città di Milano – potrebbero parlare, ma non parlano perché gli va bene che si continui con questa attività di disinformazione. Bisogna occupare gli spazi, bisogna resistere e informare correttamente come proviamo a fare.

Chi è responsabile di quel vuoto di informazione rappresentato nei dati che ha citato?

C’è sicuramente una responsabilità delle cosiddette agenzie formative, ma anche delle famiglie e dei genitori che potrebbero raccontare ai loro figli cosa è accaduto di tragico nella storia del loro Paese. Ci sono anche conformismo e pigrizia, c’è una sorta di polvere che si è depositata sulla coscienza di tanti e si preferisce o il silenzio o l’adeguarsi a dei cliché. Bisogna insegnare a scuola e lì ci sono tanti insegnanti che fanno il loro dovere in maniera splendida, facendo della formazione anche su eventi come quelli di piazza Fontana. Nella scuola bisogna fare di tutto per incentivare la lettura e il dovere di informarsi, un dovere civico su cui bisogna resistere e insistere.

Vorrei tornare alla destra, quella di 20-25 anni fa a cavallo tra la prima e seconda repubblica. Lì c’è stata un’operazione di revisionismo storico e politico. Angelo Del Boca diceva che è l’uso politico della storia che è stato fatto allora. Si p voluto manipolare la concezione del fascismo nel tentativo di farlo passare un po’ come una forma autoritaria ma bonaria, completamente diverso dal totalitarismo nazista tedesco. Quel tentativo qualche seme l’ha piantato e qualche risultato l’ha anche ottenuto. Oggi invece non viene neanche fatto il tentativo di usare politicamente Piazza Fontana a proprio favore. Che spiegazione ci si può dare?

Oggi non c’è bisogno di farlo, la realtà della comunicazione attribuisce alle Brigate Rosse la strage di Piazza Fontana e a quel punto un politico furbetto e mediocre sta zitto e aspetta che la situazione passi. Per quanto riguarda l’operazione revisionistica – che ha un calcio d’inizio dal punto di vista pubblico in alcune interviste che Giuliano Ferrara fece nel 1986 sul fascismo a Renzo De Felice – fu possibile in modo continuo perché la destra a trazione berlusconiana deteneva gran parte dei mezzi di produzione di massa relativi alla comunicazione. Non solo televisioni, ma anche i giornali. E questo ha permesso loro di esercitare un’egemonia culturale che era stata già costruita nel corso degli anni ottanta. Tornando invece a quello che diceva sulla visione bonaria del fascismo, quella secondo la quale l’unico errore di Mussolini fu quello di fare un’alleanza con Hitler, è bene ricordare che questo lavorio cominciò da subito. Cominciò quando il corpo di Mussolini era ancora caldo a Piazzale Loreto. Ci furono delle figure che poi ebbero un ruolo importante nel giornalismo della seconda metà del Novecento, penso ad Indro Montanelli o a Longanesi, che fecero di tutto per trasformare questa immagine bonaria del fascismo, questo Mussolini buon uomo – fu uno titoli e lo voglio ricordare – e gli italiani che erano stati fascisti quasi per caso. Questa operazione è stata ripresa a metà degli anni ’80 e ci si è costruito un discorso pubblico che negli anni ’90, con la presenza della destra a trazione berlusconiana, ha avuto il suo spazio.

Questa rimozione è un’altra componente del depistaggio della verità che c’è stato non solo su Piazza Fontana. Negli ultimi 50 anni ci sono stati almeno due tornanti importanti, uno è la strage di Piazza Fontana e tutto quello che ha significato, e le stragi di Capaci e via D’Amelio nel 1992, su cui si costruì un enorme depistaggio.

Se si prende l’intero secolo si nota la ricorrenza di episodi stragisti sempre accompagnati da attività di inquinamento probatorio e di depistaggio da parte degli apparati dello Stato. 1921 a Milano abbiamo la strage del Diana; 1928, sempre a Milano, la strage della Fiera Campionaria. 1947, siamo ormai nella Repubblica, abbiamo la strage di Portella della Ginestra; 1969-1974 abbiamo il ciclo stravista di matrice neofascista. Nel 1978 abbiamo l’agguato di via Fani, il rapimento e la morte di Aldo Moro; nel 1992-93 ci sono le cosiddette stragi di mafia. Questa è una costante impressionante, l’uso di una violenza feroce e indiscriminata rivolta verso cittadini inermi, che avviene ogni qualvolta ci troviamo di fronte ad un cambiamento o regime politico o a untentativo di apertura in senso progressista dal punto di vista sociale e politico. La strage, il botto della violenza, prepara il compromesso politico che è sempre successivo alla strage e alla violenza feroce. E il compromesso politico serve a dare vita a una svolta di tipo moderato, che analizzi quelle voglie di cambiamento e di apertura, le cannibalizzi e le riduca fino a soffocarle. Io direi che questa è una chiave, almeno nel mio libro, per interpretare la storia del Novecento e i rapporti tra politica e violenza.
È accertato, non solo sul piano giudiziario, ma anche dal punto di vista storico, che gli apparati dello Stato come i servizi segreti, alta Polizia e anche i vertici dei Carabinieri, hanno operato un’attività di disinformazione con una serie di depistaggi che possono essere così suddivisi: depistaggi di copertura, depistaggi di provocazione e depistaggi di omissione. Questi sono i più pericolosi, perché significa che gli apparati dello Stato non hanno collaborato fra loro e di conseguenza non hanno fornito, come era loro dovere, le informazioni necessarie alla magistratura che tra il 1969 e il 1971 aveva praticamente già concluso e accertato le responsabilità neofascista sulla strage.
Qual era l’obiettivo di questi apparati dello Stato? Coprire la pista nera, la realtà neofascista, e inventare e valorizzare una pista anarchica. Questa è un’attività che è durata per tutti gli anni ’70 e per un pezzo degli anni ’80. Poi c’è un’altra attività grave che è stata compiuta, quella di favorire l’espatrio di neofascisti che erano sotto processo per piazza Fontana e che nel contempo erano informatori dei servizi. I servizi li hanno protetti fino alle estreme conseguenze, addirittura favorendone l’espatrio in Francia, in Spagna o in Grecia. Penso ad esempio a Guido Giannettini. Questa è la realtà di quanto avvenuto ed è bene che gli italiani la conoscono. E non mi sorprende che oggi Salvini e Meloni fischiettino e voltino la faccia dall’altra parte, verso la destra.

Foto dal gruppo Facebook Milano sparita e da ricordare

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 13/11 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 13-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 13/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 13-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 13/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 13-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 13/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 13-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 13/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 13-11-2025

  • PlayStop

    "La fotografia è luce" diceva Mimmo Jodice: Roberta Valtorta ricorda il grande maestro

    Domenico Jodice detto Mimmo, classe 1934 nato a Napoli nel Rione Sanità, aveva 91 anni. Lascia un grande archivio che dovrebbe trovare posto a Capodimonte. Cominciò a esporre le sue foto nella famosa galleria di Lucio Amelio negli anni ‘60 collaborando con artisti come Andy Warhol, Sol LeWitt, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e tanti altri. Negli anni successivi le sue fotografie furono esposte in moltissime gallerie e musei di tutto il mondo. Nel 2006 l’Università Federico II gli conferì la Laurea Honoris Causa in Architettura. Una grande retrospettiva del suo lavoro fu ospitata al Madre, il Museo d’Arte contemporanea di Napoli. Ricordiamo l’uomo e il grande fotografo con un’importante conoscitrice del suo lavoro e autrice di ben tre libri e numerose pubblicazioni: Roberta Valtorta. L’intervista di Tiziana Ricci.

    Clip - 13-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 13/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 13-11-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 13/11/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 13-11-2025

  • PlayStop

    Material for an Exhibition. Opere sopravvissute al bombardamento di Gaza nel 2023

    A Brescia è in corso l’ottava edizione del Festival della Pace. Uno degli eventi di maggior interesse è la mostra al Museo Santa Giulia che ha l’obiettivo di mettere in luce il ruolo dell’arte come pratica capace di tessere relazioni di solidarietà. In mostra opere di Emily Jacir, artista palestinese Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2007. Le sue opere sono testimonianza dell’ingiustizia e oppressione subite dal suo popolo. In mostra anche le opere salvate dal bombardamento avvenuto nel 2023 di Eltiqa (in lingua araba: “incontro”) un centro per l’arte contemporanea a Gaza. Abbiamo incontrato in mostra due degli artisti che hanno fondato Eltiqa: Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, poi anche Emily Jacir davanti alle sue installazioni. Le interviste di Tiziana Ricci.

    Clip - 13-11-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 13/11/2025

    Carlo Rovelli, fisico teorico, è stato ospite oggi a Pubblica. Dieci anni fa, pochi giorni dopo le stragi di Parigi e del Batclan nelle quali furono uccise 130 persone, lanciò una «proposta per la Mesopotamia». Rovelli la illustrò a Radio Popolare: «l’Occidente - sosteneva - può continuare a bombardare (l’Isis, ndr), ma i bombardamenti, come ripetono i vertici militari, non portano a nulla. Nessuno ha voglia di invadere di nuovo la Mesopotamia, per riaprire il problema. Penso sia necessario parlare con lo Stato islamico. L’alternativa è la guerra senza fine». Dieci anni dopo, e in altri contesti, il senso della proposta di Rovelli resta intatto. Ne abbiamo parlato oggi con lui nel corso della trasmissione, insieme al suo ultimo libro «Sull'uguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane». Nel testo (pubblicato da Adelphi, 2025) sono raccolte sei lezioni che Rovelli ha tenuto a Princeton (Stati Uniti) un anno fa, chiamato come fisico a raccontare ai filosofi il mondo dei fenomeni quantistici. Che cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nella conocenza del mondo? «Ci siamo accorti sempre di più che le grandi teorie del XX secolo, scientifiche e fisica, funzionano incredibilmente bene», racconta Rovelli. «Lo sforzo ora è cercare di capire cosa implicano queste grandi teorie per la nostra comprensione del mondo. Il contenuto del mio libro è questo: che cosa ci dice sul mondo la grande rivoluzione culturale del XX secolo, quella dei quanti e della relatività». Buona lettura.

    Pubblica - 13-11-2025

  • PlayStop

    A come Africa di giovedì 13/11/2025

    Col sociologo e scrittore Luciano Ardesi facciamo il punto sul #SaharaOccidentale, a 50 anni dalla #MarciaVerde del #Marocco; poi parliamo di #Cop30 e #clima con Lydia Wanja KIngeru, giovane attivista ambientalista del #Kenya in partenza per Belém. A cura di Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 13-11-2025

  • PlayStop

    MARZIO BREDA - IL NEMICO DI MUSSOLINI

    MARZIO BREDA - IL NEMICO DI MUSSOLINI - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 13-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 13/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 13-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 13/11/2025

    Il nome di Trump nelle mail di Epstein riscoppia il caso che rischia di accompagnare la presidenza tra rivelazioni, segreti e bugie e che al centro ha l'amico condannato per abusi sessuali e morto in un particolare suicidio in carcere; gli sviluppi nel racconto di Roberto Festa. Alfredo Somoza analizza l'escalation nei Caraibi dell'amministrazione USA contro il Venezuela, con l'arrivo della portaerei Ford, nuovi attacchi a presunte imbarcazioni di narcos e il fronte diplomatico che condanna l'attivismo di Trump. Francesco Giorgini da Parigi ci racconta le celebrazioni 10 anni dopo l'attacco terroristico più sanguinoso di Francia: il 13 novembre 2015 il Bataclan, l'attacco allo Stade de France e le sparatorie davanti a due bistrot che causarono 130 morti. Mentre si discuteva sulla tassa ai i super ricchi proposta dalla Cgil in pochi hanno notato che Francesco Giavazzi docente bocconiano storico, editorialista del Corsera, nonché consulente di governi da D’Alema a Draghi, proponeva il ritorno di una indicizzazione dei salari all'inflazione, una specie di ritorno della scala mobile, perché l'economia con questo livelli di retribuzioni non ce la fa più, lo commenta Andrea Di Stefano direttore di The Washing News e nostro editorialista.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 13-11-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 13/11/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 13-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 13/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 13-11-2025

Adesso in diretta