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Per il pane ma anche per la libertà

Nel dare la notizia sulla rivolta dei laureati disoccupati nella città di Kasserine, un quotidiano nazionale italiano ha titolato: “Tunisia, per il pane, non per la libertà”. Solo che in questi giorni i giovani protestano al grido “lavoro, dignità, libertà”, esattamente come cinque anni fa all’inizio della rivolta contro il presidente Ben Ali. Perché come cinque anni fa tutto nasce da un’ingiustizia subita da un giovane emarginato.

Nel 2010 la rivolta contro il regime di Ben Ali scaturì dal gesto disperato di un venditore ambulante, Mohamed Bouazizi, 26 anni, che si era dato fuoco a Sidi Bouzid dopo essere stato umiliato dalla polizia. L’attuale protesta nasce dalla morte di Ridha Yahyaoui, 29 anni, laureato disoccupato, rimasto folgorato su un palo della luce dal quale minacciava di suicidarsi. Ridha protestava con altri giovani contro la cancellazione dei loro nomi da una lista di assunzione nel settore pubblico. Per placare gli animi il governo ha licenziato il viceprefetto di Kasserine, sospettato di aver manipolato quella lista.

“Se vuoi trovare un lavoro, devi pagare una tangente tra i mille e 1.500 euro o conoscere la persona giusta”, ha spiegato all’inviato di Le Monde, Walid, 28 anni, un giovane di Kasserine, laureato in Gestione di reti telematiche e disoccupato da tre anni. Walid vive con i genitori e altri sette fratelli. È la sorella, anch’essa laureata, che mantiene l’intera famiglia: lavora in un discarica per 110 euro al mese, che equivale al salario minimo.

Oggi la Tunisia conta 700mila disoccupati, 250mila dei quali laureati. Eppure la famiglia di Walid, come altre famiglie di Kasserine, aveva nutrito tante speranze di una vita migliore cinque anni fa. Ma tutte le rivendicazioni della rivoluzione dei Gelsomini sono rimaste disattese. Oggi la città al confine con l’Algeria, 430mila abitanti, ha una disoccupazione che sfiora il 30 per cento, 15 punti in più rispetto alla media nazionale e ha la più bassa speranza di vita in Tunisia. Nelle zone rurali nulla è cambiato, né dopo l’indipendenza, nel 1956, né dopo la fuga di Ben Ali nel 2011. Dopo la Primavera araba la Tunisia ha fatto passi importanti verso la democrazia, non a caso è stata premiata con il Nobel per la pace. Ma c’è ancora molto da fare per il lavoro, la dignità e la libertà.

  • Autore articolo
    Chawki Senouci
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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