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Parigi: stop ai carburanti fossili entro il 2030

Anne Hidalgo l’aveva promesso durante la COP21, nel 2015 : Parigi sarà alimentata al 100% da energie rinnovabili e diventerà una città a zero emissioni entro il 2050. La sindaca ha deciso di intensificare gli sforzi in questo senso e ha annunciato una serie di misure ambiziose, in particolare in materia di trasporti (54%delle emissioni parigine), e un nuovo Piano per il Clima.

Tra le trenta azioni e obiettivi più significativi messi nero su bianco, c’è quello di abbassare il limite di velocità a 30km/h in tutta la città entro il 2020, ma soprattutto si parla di sancire la fine dei motori diesel per le Olimpiadi del 2024 e quella delle auto a benzina entro il 2030. Con un bell’anticipo sul resto della Francia, che prevede di stoppare la vendita di veicoli a carburanti fossili su tutto il territorio entro il 2040, come annunciato dal ministro della Transizione ecologica Nicolas Hulot .

Un obiettivo utopico? Non secondo il Comune, che rifiuta le accuse di odiare le auto e comunica con molta cautela sull’argomento. Da un lato assicura aver preso in conto l’evoluzione, d’uso e tecnologica, del settore dei trasporti e avere molta fiducia nello sviluppo dei veicoli elettrici. Dall’altro vuole tranquillizzare i Parigini e gli abitanti dell’hinterland rifiutandosi di parlare di divieti di circolazione.

Non si tratta di vietare le macchine e le moto ma di “fissare un obiettivo” e “assecondare una traiettoria credibile e sostenibile”, considerando anche che oggi solo il 40% dei Parigini possiede un’automobile. La proposta dovrebbe anche essere sottoposta a un referendum cittadino.

Dal canto suo, l’amministrazione si impegna a migliorare la rete dei trasporti, già una delle migliori al mondo, con molte nuove linee di metro e tram che entreranno in funzione nei prossimi 15 anni grazie al progetto metropolitano Grand Paris, ma anche incentivando l’acquisto di vetture ecologiche e potenziando il Piano bicicletta. Molto è stato fatto anche per i professionisti e i distributori, agevolando l’accesso a mezzi ecologici per il trasporto merci.

Durante il suo mandato la sindaca Anne Hidalgo, che si definisce una social democratica ecologista, ha già promosso e assistito a diversi cambiamenti. Tra i più discussi, la chiusura al traffico definitiva di buona parte del lungo Senna ancora percorribile in auto, che è diventato un parco urbano. Ma anche la trasformazione di tutta Parigi in zona a circolazione limitata. E se la pedonalizzazione di gran parte del centro è ancora allo stato embrionale, già a fine anno il 50% della città diventerà una zona a 30km/h assortita di doppio senso ciclabile.

L’anno scorso sono apparsi in città gli scooter elettrici in libero servizio, noleggiabili via smartphone e geolocalizzabili, che si aggiungono alla flotta di auto elettriche attive da ormai sei anni. In questi mesi anche le bici a noleggio vivono una rivoluzione: passando dallo storico JCDecaux a un nuovo fornitore, il comune prevede di aumentare il numero di stazioni disponibili, introdurre bici ad assistenza elettrica ed estendere la copertura a diversi comuni metropolitani.

Malgrado qualche problema, come l’aumento dei prezzi degli abbonamenti e, in particolare nel caso delle bici, dei ritardi nella realizzazione delle infrastrutture necessarie a incentivarne l’utilizzo (secondo uno studio realizzato dalle associazioni di ciclisti solo il 5% delle infrastrutture promesse nel 2015 sono state realizzate), il progetto Parigi città senza carburanti fossili pare inarrestabile. E il 2030 non sembra poi così lontano.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    Già vincitore di un Leone d’Oro per “Sacro Gra” nel 2013 e di un Orso d’Oro tre anni dopo alla Berlinale, Rosi riceve anche il Premio Speciale della Giuria di Venezia 82. In “Sotto le nuvole” l’esplorazione si sposta nella Napoli della circumvesuviana, in un bianco e nero inedito per la città dei mille colori, tra la terra che ogni tanto trema, sotterranei archeologici in mano alla camorra, la centrale dei Vigili del Fuoco, le fumarole dei Campi Flegrei e il Porto di Torre Annunziata con con una nave siriana che scarica grano ucraino. “È il mio primo film non politico” sostiene Rosi, eppure nel fuoricampo di “Sotto le nuvole” il non detto arriva anche in senso politico. L'intervista di Barbara Sorrentini

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