
È da non perdere la mostra I capolavori. Pellizza da Volpedo: Galleria d’Arte Moderna di Milano; dura sino al 25 gennaio 2026. L’esposizione fa tornare nel luogo naturale Il Quarto Stato, quadro di modernità straordinaria. È l’eterno della poesia: dice il tempo dell’artista; si fa carico di memoria sua e comune; contiene germi di futuro. Nel 1901 Pellizza fece una rivoluzione. Al posto della denuncia di miseria, sfruttamento, afflizione del lavoro in industrie e nei campi c’è un corteo affollato; in testa un uomo anziano segnato dalla fatica, un altro più giovane con camicia, gilet e giacca appesa alla mano, una donna a piedi nudi che tien stretto un piccolo di pochi mesi: la nuova vita. La donna ha il braccio sinistro largo, la mano aperta, come dicesse: ecco, siamo qui, non potete più ignorarci, far finta che non esistiamo; la vostra esistenza dipende anche dal nostro lavoro. È ora che v’accorgiate di noi, ci rispettiate. Guardate bene, abbiam preso coscienza di esserci; fatevene una ragione: abbiam diritto di dire, partecipare, contare, governare. Il Quarto Stato è metafora del Paese, dell’alternanza di tenebre e luci, repressioni e riscatti, libertà negate e lotte come la Liberazione dal nazifascismo: son braci di speranza rimaste vive in più d’un secolo. Ci vuol fiato perché le braci resistano; esercizio perché polmoni, cuore, mente, idee, passioni degli “io” continuino a soffiare sui tizzoni, infiammino il “noi”, incendino bene comune, giustizia, dignità, considerazione della persona senza distinzioni di sesso, fede, provenienza, pelle. C’è da mettere al posto di contadini operai artigiani di Volpedo gazawi, Palestinesi, ebrei dissidenti da Israele (Lerner), migranti, “flotilla”, studenti d’università Usa discriminati, Nazioni Unite, scienziati rilegittimati, “Donna, vita, libertà” (Trump e Bibi san solo di bombe), giovani precari, liceali assetati di futuro e pace, donne lavoratrici, giornalisti, PM e giudici non separati, famiglie povere, anziani, chi ha rinunciato a curarsi, chi va in piazza nonostante decreti sicurezza e Meloni che proterva dà dell’irresponsabile a chi dissente per convincersi di esser la premier che non è quando agisce in modi sguaiati, di parte, irridenti.