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La trattativa di Svezia e Finlandia per entrare nella Nato, l’addio a Valerio Onida e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di sabato 14 maggio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Svezia e Finlandia trattano a Berlino il loro ingresso nella Nato: l’ostacolo potrebbe essere un veto turco. Il fronte della guerra in Ucraina si sposta ancora più verso sud-est. Nell’amministrazione americana i militari lanciano segnali non convergenti rispetto alla linea presidenziale. Salvini parte in tour per tutta Italia per cercare di strappare la leadership del centrodestra a Giorgia Meloni. È scomparso a 86 il professore Valerio Onida. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Finlandia e Svezia trattano con la Turchia per entrare nella Nato

A Berlino è cominciata una riunione dei ministri degli Esteri della Nato che andrà avanti anche domani. Al centro dell’attenzione il possibile ingresso nell’alleanza atlantica di Finlandia e Svezia. L’ipotesi non piace al governo della Turchia, paese che fa parte dell’alleanza e che può impedirne l’allargamento mettendo un veto. Oggi però un portavoce del presidente Erdogan ha fatto capire che la decisione non è già presa, e che un sì ai due Stati nordici è possibile se ci saranno delle trattative, parlando in particolare di “attività terroristiche ospitate a Stoccolma”. Il riferimento è ai curdi del Pkk, organizzazione che il regime turco considera appunto terroristica, accusando le autorità svedesi di dare riparo a dei suoi militanti. Nel pomeriggio il ministro degli esteri finlandese ha detto che il suo paese è fiducioso di poter superare le resistenze della Turchia. Sempre oggi il presidente finlandese ha chiamato Putin e gli ha confermato che il proprio paese vuole entrare nella Nato. Secondo l’agenzia ufficiale russa Putin ha risposto senza usare toni particolarmente minacciosi, definendolo “un errore che può influenzare negativamente i rapporti tra i due Stati”.

Abbiamo parlato con la giornalista finlandese Liisa Limatainen:

 

La situazione in Ucraina nell’80esimo giorno di guerra

(di Andrea Monti)

Oggi il portavoce del presidente turco Erdogan ha detto anche che il Paese è pronto a inviare una nave per portare via combattenti ucraini feriti e civili ucraini dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, uno dei luoghi-chiave della guerra. La vice prima ministra ucraina ha detto che in queste ore le trattative si concentrano su 60 persone, quelle ferite in modo più grave e dei medici che sono nello stabilimento assediato. Secondo il giornale Kiev Independent al momento nella fabbrica ci sono circa mille militari.

Dalla regione di Kharkiv, centinaia di km più a nord, continuano ad arrivare notizie sull’allontanamento dei soldati russi dalla zona. Da capire quanto si tratti di una sconfitta militare e quanto di uno spostamento di forze a sudest, verso l’area del Donbass, l’obiettivo dichiarato dell’invasione.

Un’altra zona da cui i russi si sono ritirati è quella della capitale Kiev, da cui continuano ad arrivare notizie terribili. “In una fossa comune recentemente hanno scoperto quasi 500 persone con le mani legate e con una pallottola nella testa”, ha denunciato l’arcivescovo maggiore della città durante un collegamento con un convegno della conferenza episcopale italiana.

A proposito di Italia, poche ore fa è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il terzo decreto per l’invio di armi alle forze ucraine. Lunedì il ministro della difesa Lorenzo Guerini ne parlerà al Copasir, il comitato parlamentare che si occupa di sicurezza e servizi segreti.

Il significato della telefonata tra i ministri della Difesa russo e americano

(di Chawki Senouci)

La telefonata tra Lloyd Austin e  Sergei Shoigu  è molto importante perché finalmente due alti dirigenti di Russia e Stati uniti si  sono parlati, ma non è necessariamente una buona notizia.

Perché di solito il dialogo viene avviato dai responsabili degli Esteri, nel nostro caso Antony Blinken e Sergei Lavrov. 

Ma se sono due ministri della Difesa a prendere l’iniziativa, vuole dire che i militari hanno capito che il rischio di un scontro diretto tra i due Paesi non è fantapolitica e quindi, per evitare una fuga in avanti, Austin ha chiamato Shoigu e gli ha chiesto un rapido cessate il fuoco e messo in evidenza l’importanza di preservare canali di comunicazione. 

Se le parole hanno ancora un senso, il rapido cessate il fuoco chiesto dal Pentagono non è quello che desidera il presidente degli Stati Uniti.

Perché Joe Biden non ha mai nascosto che vuole una guerra lunga in ucraina per mettere in ginocchio la Russia. È troppo presto per parlare di falchi e di colombe a Washington, ma i militari hanno mandato un segnale. 

Al via il tour “di ascolto” di Salvini in tutto il Paese

(di Alessandro Braga)

Il luogo, Roma, è una chiara sfida all’alleata, litigiosa e rampante, Giorgia Meloni, che solo due settimane fa aveva tenuto la sua convention programmatica in casa leghista, a Milano. La coreografia, dominata dall’azzurro, un tentativo di scippo cromatico a Forza Italia. Matteo Salvini lancia oggi il suo tour di ascolto in giro per il Paese. “È l’Italia che vogliamo”, lo slogan che campeggia sul palco della kermesse. Sottotraccia, si legge “è il centrodestra che vogliamo”. O meglio, che vorrebbe Salvini. Ovviamente a trazione leghista, e con lui leader incontrastato. Ma confermare i desiderata non sarà facile per il segretario leghista, che si trova in uno dei momenti più difficili della sua carriera politica. Giorgia Meloni e i suoi fratelli d’Italia hanno ormai scavalcato stabilmente l’ex Carroccio nei sondaggi elettorali, e Salvini deve pure guardarsi le spalle in casa, con i colonnelli leghisti che non gradiscono le ultime scelte del leader. Non è un caso che il congresso federale continui a essere rimandato, ufficialmente per questioni legate al covid. La resa dei conti in casa leghista, se sarà, arriverà dopo le elezioni politiche del prossimo anno. Intanto Salvini deve recuperare consensi, se vuole restare in sella e tenere unito il centrodestra. Al momento spezzettato e rissoso, praticamente su tutto.

Addio al costituzionalista Valerio Onida

Moltissimi messaggi e ricordi, dal mondo istituzionale, politico e accedemico, nella giornata di oggi dopo l’annuncio, stamattina della morte dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida. Il professore, che insegnava diritto costituzionale alla Statale di Milano, aveva 86 anni. È stato giudice costituzionale dal 1996 e poi presidente della Consulta tra il 2004 e il 2005. Di lui si ricordano non solo gli studi, ma anche l’impegno politico, generoso fino agli ultimissimi anni.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono poco più 36mila i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono state 91. Il tasso di positività è del 13,6%, in linea con il dato delle ultime settimane. Cala anche l’occupazione dei posti letto, sia in intensiva sia nei reparti ordinari. Oggi è sabato ed è dunque stato pubblicato anche l’allegato al report settimanale, che tratta in modo più analitico del bollettino del venerdì i vari indicatori. Da segnalare l’aumento dei casi di reinfezione: il 5,6% dei nuovi casi nell’ultima settimana riguarda persone che il covid lo avevano già avuto. Oltre che i non vaccinati, il fenomeno riguarda in particolare le donne, i ragazzi e gli operatori sanitari.

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    Redazione
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    Di passaggio in Italia, il frontman degli Editors Tom Smith ci ha fatto visita a Radio Popolare per raccontare la nascita del suo primo album solista “There is nothing in the dark that isn’t there in the light”. Un progetto che nasce dal desiderio di fermarsi, respirare e mettersi in gioco in modo più vulnerabile e sincero. In questa intervista, Tom parla del bisogno di tornare a un suono più naturale e acustico, lontano dall’estetica elettronica del gruppo, lasciando le canzoni più vicine alla loro forma originaria. Condivide anche come sia cambiato nel tempo il suo rapporto con la musica, tra scoperte giovanili che hanno plasmato la sua identità e nuovi ascolti capaci ancora di sorprenderlo. Pur esplorando nuove strade, Tom ribadisce che non si tratta di un addio agli Editors: è solo un capitolo diverso, prima di tornare “ai suoi fratelli” sul palco e in studio.

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    In un documentario la Milano di ieri e di oggi nei ricordi di Aldo, Giovanni & Giacomo

    “Ho sempre pensato che quella di Aldo, Giovanni e Giacomo fosse una favola. La loro vita artistica, che io ho seguito come assistente alla regia nei film di Massimo Venier, è sempre stata caratterizzata da rifiuti e invece hanno fatto di tutto e con grande successo, grazie alla loro determinazione”. E’ per questo motivo che Sophie Chiarello, già regista di “Il Cerchio”, ha voluto esplorare le vite del trio a partire dalla loro infanzia. “Erano tre ragazzini un po' 'sfigati' – come si autodefiniscono - che per provenienza sociale avevano un destino già scritto”. Sono loro a raccontarsi, a sfogliare le foto dell’infanzia e a percorrere la Milano di una volta, proletaria e in bianco e nero. Un ritratto personale, divertente, con le voci di chi li ha accompagnati in tutti questi anni da Paolo Rossi, Marina Massironi, alla Gialappa’s Band. “Attitudini: nessuna” è stato realizzato in diversi momenti con un percorso frammentato che punteggia la carriera artistica del trio tra cabaret, teatro, cinema e televisione. Ascolta l'intervista di Barbara Sorrentini a Sophie Chiarello, regista di “Attitudini: nessuna”.

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