Approfondimenti

La tragedia di Stresa, nuove tensioni a Gerusalemme e le altre notizie della giornata

funivia Stresa Mottarone

Il racconto della giornata di domenica 23 maggio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La tragedia della funivia Stresa-Mottarone, caduta dal punto più alto del percorso provocando la morte di 14 persone, la provocazione della polizia israeliana che riaccende le tensioni a Gerusalemme, lo scontro nella maggioranza sulle norme che regolano gli appalti nel decreto semplificazioni, l’omicidio del regista iraniano Khorramdin ad opera dei suoi genitori fondamentalisti religiosi, l’ottimismo sul fronte epidemico e vaccinale. 

Cade una cabina della funivia Stresa-Mottarone: sono 14 le vittime.

(di Luigi Ambrosio)

Si indaga sui sistemi di sicurezza che non avrebbero funzionato.
La funivia è caduta perché si è spezzato il cavo portante, il più grosso dei tre su cui si basa il sistema di traino, quello che regge tutto il peso della cabina.

Uno schianto improvviso, a pochi metri dall’arrivo in vetta, dopo una dozzina di chilometri di viaggio. Un colpo così potente che la testimone più diretta, nonostante fosse a due chilometri circa da dove è avvenuta la rottura -così ci ha raccontato- ricorda un rumore fortissimo, un colpo iniziale poi un altro, lo schianto della cabina, e poi una frustrata, il cavo che cade e che finisce a terra a pochi metri da lei, dal suo maneggio.

La funivia era in funzione nonostante la pandemia e anzi viaggiava a metà carico, cosa che ha salvato molte vite perché oggi era la prima giornata bella, erano migliaia le persone che salivano al Mottarone.
Segnali, dicono tutti, non ce n’erano stati, i lavori di ristrutturazione completa risalgono a 5 anni fa.

Tutti increduli, dai cittadini alla sindaca, ma quelle parole del Comandante dei Carabinieri di Stresa che abbiamo raccolto sulla strada nel bosco che porta in cima, nel punto in cui è stato allestito lo sbarramento, fanno capire che non può essere stato un caso: si indaga sui sistemi di sicurezza. O non c’erano o non hanno fatto il loro lavoro. Dietro di lui, all’ingresso del parco, la sindaca Marcella Severino, non riesce a non piangere.

La giornata è magnifica, calda e luminosa. Dietro allo sbarramento di Polizia transitano i furgoni che riportano giù i corpi delle vittime. Il lavoro per capire cosa sia accaduto è appena cominciato

Scontro nella maggioranza sul decreto semplificazioni

Il presidente del Comitato sulle infiltrazioni mafiose in epoca Covid in Commissione Antimafia, deputato del Pd Paolo Lattanzio, ha definito la norma sul subappalto “una scelta inaccettabile”. Voci contrarie anche da Sinistra italiana e Leu.

I primi a dare l’allarme sul decreto semplificazioni e sul colpo di mano sugli appalti che il governo si sta apprestando a fare, erano stati i sondacati. Il segretario Cgil Landini ha pesantemente criticato le bosse, che rappresentano di fatto “liberalizzazione del subappalto” e delle “gare al massimo ribasso”: così il Paese che va indietro vent’anni, ha detto Landini.

Da parte loro Forza Italia e Lega spingono invece per un generale superamento del codice. Domani si terrà un consiglio dei ministri, che si annuncia molto difficile per le divergenze tra le forze di maggioranza. 

Tiene la tregua a Gaza ma risale la tensione a Gerusalemme

A Gerusalemme la polizia israeliana ha autorizzato oggi l’ingresso di fedeli ebrei nella Spianata delle Moschee, in gruppi di 20 persone al massimo, per quattro ore al giorno, scortati da forze di polizia. Si ritorna quindi a 20 giorni fa quando dopo giorni di scontri in pieno Ramadan la polizia aveva vietato la consueta manifestazione anti-araba della destra israeliana per il giorno di Gerusalemme. 

Dura la reazione del ministero degli esteri palestinese: si tratta di una brutale provocazione e della continuazione dell’aggressione al nostro popolo in generale e contro Gerusalemme ed i suoi luoghi santi in particolare”.

La tregua nella striscia di Gaza tiene, ma i danni dei bombardamenti sono immani. Il commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia delle nazioni unite che assiste i profughi palestinesi, ha detto oggi che dal punto di vista delle infrastrutture Gaza è tornata indietro di dieci anni. 

L’omicidio da film horror del regista iraniano Babak Khorramdin

(di Barbara Sorrentini)

Tutto è cominciato domenica scorsa con il ritrovamento di alcuni resti di un corpo umano in un bidone della spazzatura nei sobborghi di Theran. Tra questi le mani, che la Polizia ha utilizzato per riconoscere le impronte digitali del regista quarantasettenne Babak Khorramdin, ucciso dai genitori, dopo essere stato drogato, stordito e fatto a pezzi.  Un omicidio che neanche in un film horror e che probabilmente costerà la pena capitale a padre e madre Khorramdin. Questo atroce delitto, di cui i genitori interrogati non sembrano essere pentiti, ha come movente la vita, a dire dei due religiosissimi, dissoluta del figlio: docente di cinema, filmmaker e single.

Durante l’interrogatorio i due assassini hanno confessato di aver ucciso dieci anni fa, nello stesso modo e per motivi simili, anche la figlia e il genero, di cui non vennero mai fatte ricerche per la scomparsa. Il quotidiano Hamsharhi, che ha diffuso la notizia per primo, ha descritto la confessione dell’orrore, dall’avvelenamento e l’uccisione.

Il padre, Akbar Khorramdin ha raccontato come la madre di Babak lo avesse inizialmente drogato: “Era venerdì sera quando sua madre ha cucinato il pollo e lo ha avvelenato per fargli perdere i sensi, ma non l’ha mangiato, è andato in camera sua e ha dormito, così abbiamo messo il cibo in frigorifero.  Si è svegliato il giorno dopo e l’ha mangiato “, ha detto Akbar. Il  figlio Babak è svenuto, verso le 17:00 e Akbar ha legato i piedi a una sedia e poi gli ha messo un sacchetto di plastica nera sulla testa e lo ha pugnalato più volte. Poi hanno portato il corpo in bagno, lo hanno tagliato a pezzi, hanno messo le parti del corpo in tre valigie e le hanno distribuite in giro per la città”.

Gli studenti di cinema di Babak stanno mandando messaggi di cordoglio per ricordare la sua gentilezza.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

I dati sull’epidemia da Covid in Italia oggi sono molto buoni, se non fosse che sono riferiti al sabato e quindi come sempre c’è un po’ di ritardo nella trasmissione dei dati. Comunque, i nuovi positivi sono meno di 4mila, 72 le le vittime in un giorno, il dato più basso dallo scorso ottobre. Calano anche i ricoveri nei reparti covid e nelle terapie intensive. 

La campagna vaccinale: ieri abbiamo sfiorato le 500mila vaccinazioni. Sono più di dieci milioni gli italiani che hanno già ricevuto almeno una dose di vaccino. Uno studio pubblicato oggi mostra l’efficacia di Pfizer e Astrazeneca anche contrto la variante indiana.

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    Il Teatro Alla Scala di Milano dovrà pagare tutte le mensilità dal licenziamento alla scadenza naturale del contratto a termine alla Maschera che era stata licenziata dopo aver urlato - mentre era in servizio - “Palestina libera” lo scorso 4 maggio prima del concerto alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo rende noto il sindacato di base Cub che ha seguito la vicenda. La sentenza è del tribunale del Lavoro. Per la Cub si è trattato di un “licenziamento politico”. Spiega il sindacato: “Lo abbiamo sostenuto fin dall'inizio che gridare ‘Palestina libera’ non è reato e che i lavoratori non possono essere sanzionati per le loro opinioni politiche”. La Cub ora chiede anche il rinnovo del contratto della lavoratrice, nel frattempo scaduto. “Ora il teatro glielo rinnovi per evitare altre cause” ci dice Roberto D’Ambrosio, rappresentante sindacale della Cub.

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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    A Gaza il genocidio non è finito

    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Poveri ma belli di giovedì 27/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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