Approfondimenti

Natale senza Amazon? L’appello per sostenere i negozi di prossimità

natale negozi

Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, commenta a Radio Popolare la campagna per sostenere i negozi di prossimità anche per le vendite online questo Natale.

L’intervista di Barbara Sorrentini a Fino Alle Otto.

Amazon durante il lockdown ha fatto veramente la parte del leone per quanto riguarda gli acquisti, nel bene e nel male. Questo cosa significa per la corsa ai regali di Natale di quest’anno e i negozi di vicinato?

Amazon ha registrato, come tutte le imprese web-soft, dei risultati non paragonabili con il resto dei settori economici. Guardando i dati dell’Area Studi Mediobanca, nel primo semestre del 2020 Amazon ha registrato una variazione del fatturato, a livello consolidato, del 33,5% in positivo. Se si guardano i dati economici del nostro Paese, ma anche a livello globale, è assolutamente in controtendenza. Loro hanno fatto quello che sanno fare. Al di là della questione dei diritti dei lavoratori, degli impatti ambientali e del settore, il problema è le condizioni economiche e concorrenziali in cui Amazon si muove, in una condizione di estrema deregolamentazione, talvolta anche a scapito dei negozi di vicinato, delle botteghe, di tutti quei soggetti che promuovono petizioni contro Amazon, penso al caso francese.

Citavi la Francia, dove c’è un appello di intellettuali e politici per riaprire questi negozi di vicinato per il Natale, almeno per qualche ora al giorno. Cosa chiede la petizione e come si mobiliterà l’Italia?

La petizione è proprio di boicottaggio nei confronti di Amazon per ragioni assolutamente corrette e non nuove. L’impatto che ha Amazon sui posti di lavoro in modo predatorio, con i suoi magazzini di logistica (e la Pianura Padana ne sa qualcosa a livello di consumo di suolo), la questione dei diritti dei lavoratori e soprattutto l’eterna questione fiscale, che non è mai stata risolta e di cui Amazon è protagonista di primo piano, anche a livello europeo. Sotto questo piano è una petizione di boicottaggio, dal mio punto di vista anche ragionevole. Il problema è che è stata tradotta in Italia, anche dai politici della destra dei condoni, delle politiche fiscali dove le tasse sono qualcosa di odioso. Per cavalcare un atteggiamento un po’ miope di consumo, dove il consumo del presunto Made in Italy è positivo e il non è negativo, sostengono un Natale senza Amazon. In realtà il punto non è tanto se lo compro online o sottocasa, ma è che cosa acquisto, qual è la storia di quel prodotto e di quel produttore.

Voi vi state indirizzando nei confronti di Amazon, ma c’è tutta una catena di altre aziende nei cui confronti avete un atteggiamento più tiepido, mi sembra di capire.

Direi di no. Il problema è che Amazon ha tutto e non ha rivali. Nell’e-commerce ci sono anche altri soggetti ma si muovono in maniera completamente diversa: un conto è utilizzare la piattaforma digitale, lo facciamo anche noi, siamo un piccolo editore, siamo i primi a vendere i nostri prodotti online. Il tema è che Amazon lo fa erodendo i margini degli altri, abusando di una posizione dominante che viene approfondita, con grande fatica, sia a livello di anti-trust italiana sia europea, mentre negli Stati Uniti è sostenuta dal governo e ha sede nel Delaware, stato a fiscalità agevolata. Non è una questione del digitale, c’è una multinazionale dell’e-commerce che ha acquisito una posizione patrimoniale e di liquidità da paese e non da grande azienda. Nel nostro paese si muove con succursali di società lussemburghesi ed è facile muoversi in condizioni di mercato di questo tipo. Non inseguirei la peggior destra antifisco del paese, ma è il caso di sviluppare un ragionamento di critica per un modello che non genera un grande futuro.

La proposta di riaprire i negozi sotto casa per il Natale, ad oggi, sembrerebbe impraticabile. Voi cosa chiedereste da questo punto di vista?

Non è che sia tutto completamente chiuso, le botteghe del commercio equo, come Garabombo, per esempio sono online, non diciamo di non comprare online. Magari però ci sono dei soggetti in giro per il paese che ancora non hanno fatto una digitalizzazione importante e magari a Natale andare a sostenere questo tipo di attività e questo sguardo verso il consumo solidale potrebbe essere interessante.

Un nostro ascoltatore ci scrive che non è d’accordo col boicottaggio di Amazon, perché non devono essere i consumatori a prendere posizione, ma i governi. Cosa ne pensi?

Sono assolutamente d’accordo. Il tipico atteggiamento delle società multinazionali e dei governi è di colpevolizzare il consumatore. È vero in parte, ma è evidente che fino a quando i governi continuano, a livello nazionale ed europeo, a non fare mezzo passo sulla web tax, cioè su politiche fiscali che rompano quest’inganno delle succursali operanti nel Paese, che poi spostano i ricavi o in Irlanda, o in Lussemburgo, o negli Stati Uniti, è chiaro che poi è facile dire di boicottare Amazon. È per questo che la destra italiana ed europea non hanno mezzo argomento. Ci vuole un intervento dall’alto per regolare questi soggetti e anche a livello italiano si potrebbe fare, senza aspettare gli altri; purtroppo, però, il tentativo è stato più volte mancato.

Un altro ascoltatore si riferisce ai mercatini di Natale, che quest’anno rischiano di non mangiare.

Sicuramente. È chiaro che in generale ci siano state delle ricadute pesantissime, dove soggetti come Amazon hanno fatto da strapadroni. Da un certo punto di vista alcune chiusure erano inevitabili e lo sappiamo, in Lombardia ne siamo ben consapevoli. Il Tax Justice Network aveva fatto una proposta interessante: fare un prelievo forzoso su quesi soggetti che per via delle chiusure hanno accumulato liquidità clamorose come ad esempio i soggetti dell’e-commerce. Forse questo ad Amazon e alle sue succursali paradisiache si potrebbe chiedere.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 26/11 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 26-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 26/11 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 26-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 26/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 26-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 26/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 26-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 26/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 26-11-2025

  • PlayStop

    Legge sul consenso, il governo non può tornare indietro

    La legge sul consenso si ferma al Senato perché la presidente della Commissione Giustizia Giulia Buongiorno vuole correggerla, ma la Lega esprime anche dubbi generali sulla necessità di una legge che definisca il consenso. Secondo Alessandra Maiorino, vice-capogruppo M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili: “Da noi al Senato il provvedimento è arrivato tardi, da una parte c’è una questione strumentale per cui la Lega vuole più tempo, dall’altra parte c’è una questione reale, vogliamo leggere e approfondire il testo, quindi non trovo lunare la richiesta di prendere più tempo”. Insomma l’accordo c’è per approvare la legge. “L’importante è che il 609 bis che punisce la violenza sessuale agita finora con violenza, minaccia o abuso di potere, sia adegui a quello che dice la giurisprudenza: non servono il sangue, i lividi, le botte o le minacce perché ci sia violenza sessuale, basta che quell’atto sia stato compiuto senza il consenso della donna”. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 26/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 26/11/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 26-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 11:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Il Maestro, caduta e rinascita di un ex divo del tennis nella Roma degli anni ‘80

    Raul Gatti è un ex campione del tennis caduto in disgrazia, alcolista e disoccupato, interpretato da Pierfrancesco Favino nel film Il Maestro: “Ho seguito il tennis fin da ragazzo e mi sono subito affezionato a questo personaggio perdente, il più fallito che ho interpretato nella mia vita. Perché anche quelli che ho rappresentato in passato, per quanto fossero decaduti, avevano comunque un atteggiamento da vincenti”. Siamo negli anni ‘80 e Gatti viene assoldato per allenare un giovanissima promessa, Felice Milella, un ragazzino di 13 anni con i numeri per partecipare ai match più prestigiosi. Il regista Andrea Di Stefano aveva questo progetto nel cassetto molto prima che il tennis tornasse ad essere uno sport di moda: “Ho scritto questa sceneggiatura nel 2006, l’ho depositata e abbiamo le prove – ironizza il regista. Doveva essere il mio primo lungometraggio, prima ancora di realizzare L’ultima notte di Amore, con Pierfrancesco Favino, a cui avevo già pensato allora per questo personaggio di divo decaduto”. L'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Di Stefano e a Pierfrancesco Favino.

    Clip - 26-11-2025

  • PlayStop

    GIROLAMO DE MICHELE - IL PROFETA INSISTENTE

    GIROLAMO DE MICHELE - IL PROFETA INSISTENTE - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 26-11-2025

  • PlayStop

    Cpr: le responsabilità dei medici

    Quali sono i criteri attraverso i quali viene data o viene negata l’idoneità sanitaria all’ingresso e alla permanenza di soggetti immigrati nei CPR, Centri di Permanenza per i Rimpatri? Nicola Cocco, medico della Rete Mai più lager - No ai Cpr, ci racconta il caso di un cittadino palestinese ricoverato più volte per gravi atti di autolesionismo eppure dichiarato idoneo alla detenzione.

    37 e 2 - 26-11-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di mercoledì 26/11/2025 - ore 10:02

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 26-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 26/11/2025

    Alessandra Maiorino, Vice capogruppo dei M5S Senato e Coordinatrice Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili, ragiona sullo stop alla legge bipartisan in materia di "consenso" rallentata, non a torto secondo la senatrice, dalla presidente della commissione giustizia. Il consenso necessario e cosa manca per attivare una cultura del consenso nell'analisi di Non una di Meno e di una delle sue portavoce. "Una prigione romantica. La rappresentazione della coppia come strumento di controllo" il nuovo libro di Giuseppe Mazza, per Prospero Editore, racconta attraverso campagne, poster, slogan della pubblicità uno dei dispositivi patriarcali ancora oggi più attivi: il romanticismo. E ne traccia le trasformazioni. Elena Mistrello, fumettista e autrice, tra i tanti album anche di Tracciato Palestina e di Sindrome Italia, appena pubblicato in Francia, invitata a Toulouse a un festival è stata respinta all’atterraggio perché “pericolo per l’ordine pubblico in Francia”. Senza provvedimenti giudiziari a suo carico, senza avvocato o spiegazioni. Un caso da sollevare.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 26-11-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 26/11/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 26-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di mercoledì 26/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 26-11-2025

Adesso in diretta