
Giorgio Meloni attacca i magistrati, parla di un complotto contro il governo, neanche 24 ore dopo le accuse del tribunale dei ministri contro Nordio, Piantedosi e Mantovano e la presidente del consiglio va all’attacco. “Vedo un disegno politico intorno ad alcune decisioni della magistratura, particolarmente quelle che riguardano i temi dell’immigrazione, come se in qualche maniera si volesse frenare la nostra opera di contrasto all’immigrazione illegale”, ha detto in un’intervista al TG5.
Si riferisce alle sentenze sull’Albania, ai processi contro Salvini. Sa che tirare in ballo la questione immigrazione può far presa sull’opinione pubblica e che può anche distrarla dal merito e dagli errori fatti dal governo nel caso Almasri. Il complotto, secondo Meloni, è stato udito per impedire al governo di procedere con velocità con la riforma della separazione delle carriere dei magistrati.
L’attacco alle toghe viene fatto nel solco di Silvio Berlusconi, ma soprattutto seguendo il modello offerto da Donald Trump. Gli unici ostacoli contro il suo progetto politico erano i giudici che bloccavano i suoi ordini esecutivi, dopo che la Corte Suprema USA ha stabilito che il presidente può fare più o meno quello che vuole, quasi tutti gli argomenti sono caduti.
Con le parole contro i magistrati, in sostanza, Giorgia Meloni dice che anche lei vorrebbe trovarsi nella stessa condizione di Trump, vorrebbe che anche in Italia non ci fossero più argini. Il vittimismo sarà usato per alimentare l’idea del complotto, l’iter parlamentare sul caso Almasri sarà utilizzato per portare all’apice l’attacco contro la magistratura, dimostrare che la volontà politica della destra è più forte dello stato di diritto.