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Majid, dalle bombe di Aleppo al rap

“La prima parola che ho imparato in italiano è stata grazie”. E sicuramente per Majid non è un grazie qualunque. Poco più di un anno fa, appena quindicenne, arrivò con la sua famiglia di cinque persone sulle coste di Lesbo, fuggito dalle bombe di Aleppo e indenne da un viaggio su un gommone di sette metri, con l’ultimo tratto fatto con il motore in panne. “Cinque ore che mi sono sembrati cinquant’anni, abbracciato a mia madre e ai miei fratelli, donne e bambini nel centro della barca, gli uomini intorno”.

In quel momento, dietro al recinto di un campo profughi nell’isola greca, come in una sliding door, ha avuto la fortuna, insieme alla sua famiglia, di incontrare il papa. Gli sguardi si sono incrociati e Majid, il padre medico di Aleppo, la madre e altri due fratelli sono stati tra i dodici profughi portati in Italia da papa Francesco.

Ascolta l’intervista a Majid

intervista a majid

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E’ cominciata una nuova vita a Roma. La sua storia, i suoi sogni e progetti sono diventati la trama di un corto, “L’amore senza motivo”, che ha vinto a Venezia il premio MigrArti 2017, e presentato oggi alla Camera dei Deputati con il regista e decine di ragazzi: alcuni sono i compagni di scuola di Majid, altri sono artisti in erba, suonano oppure cantano, soprattutto rap, perché questo è ciò che Majid vuole fare nel futuro: cantare e mandare messaggi ai giovani, sulla guerra che è brutta e l’amore che salva, come in questa canzone che ha composto:

“Sei lontana dal mio cuore, da te volo col pensiero,

niente voglio, niente spero che tenerti a fianco a me.

Chi scappa dalla guerra, in mare trova un cimitero,

per chi fugge con il gommone per trovare un posto sicuro.

Non è colpa di un bambino se non sa nuotare,

se vede più gente morire che amici giocare,

voglio gridare la guerra è finita,

vince l’amore, vince la vita”.

Ascolta il rap di Majid

rap di majid

Nel giorno del ricordo delle vittime del naufragio di Lampedusa, il rap e il corto di Majid sono un inno alla vita e alla salvezza. Il ragazzo ha imparato in un anno a esprimersi bene in italiano, ma il titolo del corto “L’amore senza motivo” deriva da una espressione usata dal ragazzo per cercare di spiegare l’amore, il colpo di fulmine, l’amore gratuito, appunto senza motivo.

La presentazione in Parlamento, con ragazzi, anche di origine straniera che vivono a Roma è servita anche a lanciare ancora una volta l’appello ad approvare in fretta lo ius soli, che il regista del film corregge in ius culturae. “Salvare la vita di una persona è la cosa più bella che possa capitare, dice Paolo Mancinelli, e Majid lo racconta. E’ una testimonianza di resilienza: tutto si può superare se non si è da soli”.

Ascolta l’intervista al regista Paolo Mancinelli

paolo mancinelli regista

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All’ingresso della sala c’era anche un cartello con i volti delle persone naufragate quel 3 ottobre del 2013, quando un’ imbarcazione  si inabissò, causando il naufragio più grave del Mediterraneo. E quando il tragico sospetto che sul fondo del Mediterraneo potessero esserci molte vittime fu confermato e vennero recuperati i corpi di 368 persone, la Comunità di Sant’Egidio si incaricò di cercare testimonianze e oggetti che potessero dare un’identità e un passato a quei corpi. Mario Marazziti, deputato e coordinatore di Sant’Egidio ricorda quei giorni:

mario marazziti

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    Anna Bredice
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    L’attesissimo nuovo lavoro di Emma Dante, “L’angelo del focolare”, debutta in prima nazionale al Piccolo Teatro Grassi. Quante volte muore una donna che subisce da sempre la violenza del marito? Nessuno le ha creduto da viva e nessuno le crede neppure da morta. Così, anche dopo essere stata uccisa, ogni mattina si alza e ripete i gesti di tutti i giorni, svolge le faccende domestiche, subisce violenza e infine muore di nuovo, in un infernale circolo vizioso. Un opera potentissima, struggente, imperdibile. Emma Dante l’ha raccontata alla stampa.

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    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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    La dispersione scolastica e il ritiro sociale sono due fenomeni che colpiscono ragazze e ragazzi che “si sentono fuori dal network relazionale della classe, che hanno paura dell'incontro con l'altro sesso, che hanno paura della socializzazione e che, quindi, preferiscono starsene fuori, preferiscono di no” ci spiega Antonio Piotti, psicologo e psicoterapeuta dell'Istituto Minotauro, esperto di disagio giovanile e adolescenziale. Storie di adolescenti che si sentono esclusi, famiglie in difficoltà, territori poveri di possibilità o scuole che faticano a trattenere i più fragili. Ragazze e ragazzi che abbandonano la scuola prima di avere conseguito un diploma o che si autorecludono in casa. Ascolta l'intervista andata in onda a Fuori registro, la trasmissione dedicata al mondo della scuola, in onda ogni martedì, dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli.

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