Approfondimenti

Ludovico Einaudi e il suo Taranta Project

La quinta edizione del Medimex di Bari, organizzata da Puglia Sounds, si è chiusa ormai da diversi giorni. Ma il moltissimo materiale prodotto e raccolto con la nostra diretta, curata da Niccolò Vecchia e Maurizio Principato, ci permette di proporre ancora approfondimenti molto interessanti.

E di parlare ad esempio del piacevolissimo incontro avuto con il compositore Ludovico Einaudi, ospite del Salone dell’Innovazione Musicale per parlare, come ci ha detto “del ruolo della creatività nel mio lavoro, di musica in generale, dello stato della musica in Italia e poi…spero che si possa parlare anche di come la musica viene insegnata nelle scuole, perché è un tema che mi sta molto a cuore, e la risposta è ‘mai abbastanza’, secondo me”.

La diverte parlare di sé e della sua musica? O un po’ la mette in difficoltà doversi raccontare e rispondere a certe domande?
Sicuramente mi trovo più a mio agio quando faccio i concerti, quella è la mia vera natura, la situazione in cui riesco meglio, se no probabilmente avrei scelto un altro mestiere! Però mi sembra sempre interessante confrontarmi con le domande delle persone, anche perché credo che dalle esperienze altrui si possano ricevere indicazioni utili, e quindi mi fa piacere dare il mio contributo in questo contesto.

Nella sua opera c’è una forte continuità tematica. Che non significa ripetersi, ma saper mantenere il contatto con se stessi e contemporaneamente vivere la ricerca con curiosità. Questo succede in tutte le sue opere, e anche ad esempio in un progetto come Taranta Project, in cui lei guida i musicisti verso la loro stessa tradizione, oltre che verso la ricerca musicale. Come si fa a mantenere questa integrità?
E’ una visione che resta costante. Ci vuole costanza, uno sguardo puntato su qualcosa di lontano, ma che si vuole raggiungere. Questa visione chiaramente riflette qualcosa che abbiamo dentro, che vogliamo esprimere. Intorno a questa visione bisogna alimentare il desiderio di espressione con curiosità e interessi che vanno dai propri progetti alle collaborazioni, e arricchirsi continuamente nel corso della propria vita con stimoli esterni che ci aiutano a crescere, a imparare, a entrare in nuovi territori.

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Come si è avvicinato a una tradizione così ampia e articolata come quella della Taranta, con il suo Taranta Project?
E’ capitato in un momento della mia vita in cui io già avevo realizzato una serie di collaborazioni con altre tradizioni musicali locali. Perché avevo collaborato prima con dei musicisti del mali, Ballakè Sissoko e Toumani Diabatè, prima avevo lavorato con Mercan Dede, un musicista turco che lavora molto con la tradizione del suo paese, e prima ancora con l’armeno Djivan Gasparyan. Sono sempre stato affascinato dalla ricerca delle radici, anche perché attraverso queste esperienze ho potuto conoscere altre culture che mi hanno molto arrhicchito. L’idea di fare un lavoro sulla musica italiana mi ha affascinato da subito. Mi attraeva questo carattere della Taranta, questo lato ritmico potente e ripetitivo che da una parte la avvicina alla musica trance, a esperienze di musica elettronica, a esperienze ipnotiche. Questo potere della musica mi ha sempre affascinato e mi è già capitato di esplorarlo con altre mie composizioni. Così mi sono messo a lavorare sul repertorio per trovare quei brani che mi dessero la sensazione di ispirare la mia creatività.

Per ascoltare l’intervista integrale con Ludovico Einaudi, clicca sul play qui sotto

Ludovico Einaudi intervista

  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    Il Congresso USA vuole capire chi ha dato l'ordine di uccidere i sopravvissuti a un attacco missilistico della Marina contro una presunta nave di narcos in acque internazionali: il ministro "della guerra" Pete Hegseth o l'ammiraglio Frank Mitch Bradley? In ogni caso è un crimine di guerra. L'ossessione per i narco e il Venezuela dell'amministrazione Trump analizzata da Antonella Mori, Capo Programma America Latina del ISPI. Roberto Festa commenta il ruolo e l'antipatia crescente anche tra i militari per il Segretario di Stato venuto dalla tv. Domani i giovani tedeschi scendono in piazza per dire no al ritorno della leva militare "volontario" (che poi se non bastano i volontari si passa al sorteggio) e circonderanno il Bundestag per ricordare ai parlamentari al voto che i giovani rivendicano il diritto all'obiezione di coscienza presente all'articolo 4 della Costituzione, come ci racconta Sebastiano Canetta, corrispondente del Manifesto da Berlino. House Europe, è una petizione europee per chiedere alla Ue di istituire il diritto al riuso degli edifici, contro la speculazione edilizia e per la valorizzazione del diritto alla casa e al ripopolamento dei centri storici, ce la racconta Giacomo Ardesio, architetto, cofondatore del collettivo Fosbury Architecture.

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