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L’importanza di avere una voce: il nuovo album di Marjan Vahdat

marjan vahdat

Un recente album di Marjan Vahdat, intitolato Our Garden is Alone, è l’occasione per ricordare l’importante e continuativo lavoro con cui nell’arco ormai di diversi anni l’etichetta norvegese KKV ha dato voce a livello internazionale ad alcune cantanti iraniane di notevole valore, permettendo loro di far conoscere il talento che possiedono e che in patria rimane però in buona parte inespresso.

La KKV è stata fondata nel 1974 dal produttore Erik Hillestad, e all’interno di un catalogo in cui figurano molti artisti scandinavi è anche molto impegnata nel sostegno alle carriere e alla presenza discografica internazionale di artisti del Medio Oriente che rappresentano con la loro musica l’aspirazione alla democrazia, i diritti di minoranze o popoli oppressi, la lotta per la libertà di espressione: la KKV ha per esempio pubblicato album di artisti palestinesi, fra cui la compianta cantante-simbolo Rim Banna, mancata nel 2018.

La prima cantante iraniana valorizzata dalla KKV è stata Mahsa Vahdat, sorella maggiore di Marjan Vahdat.
Nel 2004 Mahsa Vahdat ha stabilito con l’etichetta norvegese un rapporto di collaborazione che continua tutt’ora e che si è tradotto in diverse uscite discografiche, alcune delle quali assieme alla sorella. Mahsa Vahdat ha studiato pianoforte e canto tradizionale persiano, e ha completato la sua formazione alla facoltà di musica dell’università di Teheran, ma in Iran alle donne è proibito cantare in pubblico come soliste: malgrado la severa limitazione che questo rappresenta per la sua carriera, Mahsa Vahdat ha scelto di rimanere a vivere in Iran, dove conta un notevole seguito anche giovanile, e nella propria casa impartisce lezioni di canto persiano a numerose allieve.
Se Mahsa Vahdat non può esibirsi in patria, lo ha fatto però diverse volte per esempio all’ambasciata italiana di Teheran: un concerto di beneficienza tenuto nel 2007 all’ambasciata assieme alla sorella, è stato registrato e pubblicato dalla KKV col titolo Songs from a Persian Garden; nel 2011 un suo concerto nella sede diplomatica italiana fu oggetto di un intervento davanti all’ambasciata delle forze di sicurezza iraniane, che scoraggiarono la partecipazione e impedirono l’accesso ad alcuni degli ospiti.
Nel 2019 la KKV ha pubblicato Placeless, un album di Mahsa e Marjan Vahdat accompagnate da uno dei più famosi quartetti d’archi del mondo, il Kronos Quartet; e sempre nel 2019 ha pubblicato Songs from Lands of Silence, album di Nelia Safaie, allieva di Mahsa Vahdat.

Nel 2016 Nelia Safaie era già apparsa in un altro album pubblicato dall’etichetta, Songs in the Mist, una raccolta di brani interpretati da dieci giovani cantanti iraniane.
La musica di Our Garden is Alone di Marjan Vahdat è stata curata dal norvegese Bugge Wesseltoft, che è anche il produttore del lavoro, e che intorno alla voce affascinante di Marjan Vahdat ha creato un elegante contesto con piano, fisarmonica e tastiere suonati da Wesseltoft stesso, basso, batteria, percussioni, flauto ney e kamancheh, strumento iraniano ad arco.
Molti dei brani, ispirati dalla musica e dalla poesia tradizionali persiani, parlano di assenza dell’amato, ma si può immaginare che metaforicamente la cantante voglia esprimere anche la nostalgia per l’Iran lontano: a differenza della sorella, Marjan Vahdat vive in esilio negli Stati Uniti.

foto: World Music Central

  • Autore articolo
    Marcello Lorrai
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