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Legge elettorale, l’Italia deve attendere

I tempi della nuova legge elettorale si allungano.

La discussione in aula alla Camera sarebbe dovuta iniziare ieri. Invece, resta ferma in Commissione affari costituzionali.

Dal 2005 ad oggi sono state votate dal Parlamento due leggi elettorali (Porcellum e Italicum) ed entrambe sono state dichiarate incostituzionali dalla Consulta.

I precedenti, dunque, pesano. E anche questa è una ragione dei tempi che si allungano. Insieme al fatto che il principale gruppo parlamentare, il Pd, è nel pieno di uno scontro congressuale che finirà soltanto tra un mese, con le primarie del 30 aprile.

Le leggi del recente passato (con l’Italicum entrato in vigore, ma mai applicato) sono state un esempio di come si possano approvare norme violando la Costituzione. Difficile, quindi, ispirarsi a quei modelli. Cosa hanno rappresentato? Sostanzialmente sistemi proporzionali con un premio di maggioranza alla coalizione (Porcellum) o al partito (Italicum) vincente.

Nonostante ciò il proporzionale sembra destinato a resistere. Sono infatti in ribasso le quotazioni per il maggioritario. Non suscita consensi la legge del 1994 che porta il nome dell’attuale presidente della repubblica, il Mattarellum. Nemmeno una sua versione 2.0.

Ma il proporzionale del futuro, sarà “corretto con premio” o “liscio”? Anche qui il rischio di finire nel mirino della Consulta è alto, perché le bocciature del passato hanno preso di mira proprio i premi di maggioranza ritenuti dalla Corte costituzionale troppo generosi e distorsivi della rappresentanza.

Un altro punto incerto è quello delle coalizioni o delle liste dei partiti. L’eventuale premio spetterà al partito o alla coalizione di partiti che prenderà più voti? E’ questa un’altra differenza sostanziale. Le forze politiche che pensano di creare maggioranze omogenee prima del voto sceglieranno la coalizione. Ma quali sono oggi i partiti che spingono per una coalizione?

A destra nessuno sembra volerla. Meloni e Salvini tengono sulle spine Berlusconi: “se Forza Italia esce dal Ppe in Europa, l’accordo si trova domani”, sostiene la leader di Fratelli d’Italia Meloni. Ma a Berlusconi serve il Ppe per avere una patente da moderato europeista.

A sinistra la coalizione ampia del centrosinistra, al momento, la vuole soltanto Pisapia. Difficile un sì da Sinistra italiana e Possibile. Quanto a Bersani e gli scissionisti Pd (MDP) molto dipenderà dal rapporto che vorranno stringere con il Campo progressista di Pisapia. Infine il Pd, in balia del congresso. Tra le diverse ipotesi di legge elettorale quella che potrà prevalere dipenderà da chi vincerà le primarie (Emiliano, Orlando o Renzi) e da come le vincerà (con quanti voti).

Tutto questo per dire che occorrerà aspettare ancora per avere una legge elettorale in Italia. Da qui ad allora non sono esclusi rimescolamenti di carte e ribaltoni nelle posizioni dei partiti.

Andrea Pertici
Andrea Pertici

Per fare il punto sulla legge elettorale Memos ha ospitato oggi il costituzionalista Andrea Pertici (autore di “La costituzione spezzata”, Lindau 2016) dell’università di Pisa. Il professor Pertici è stato tra gli esperiti ascoltati nei giorni scorsi dalla Commissione affari costituzionali della Camera.

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    Raffaele Liguori
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