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Ius soli addio, ha vinto Alfano (e Salvini)

Ventiquattro senatori mandano in soffitta lo Ius soli. Il partito di Alfano, piccolo per consensi elettorali, ma determinante per ottenere la maggioranza al Senato ha deciso che la cittadinanza per i giovani stranieri in Italia è questione chiusa. Non se ne fa niente, per puro calcolo politico.
La voce della Chiesa tante volte seguita dai cattolici in politica questa volta rimane inascoltata.
Il ragionamento emerso dopo una riunione di partito, che era comunque sottinteso da giorni, è che si è a ridosso delle elezioni politiche e approvare lo Ius soli ora sarebbe come fare un enorme regalo alla Lega di Salvini.
Ma Salvini già festeggia e sostiene che ciò che è accaduto è una sua vittoria, “siamo riusciti a fermarlo”. E purtroppo rischia di avere ragione.
Il governo capitola di fronte alla paura di perdere le elezioni. Invece di cercare una propria strada, con coraggio, sostenendo nello stesso tempo una linea di sicurezza come quella condotta da Minniti e una di solidarietà e apertura nei diritti, con la cittadinanza agli stranieri che sono nati e che frequentano le scuole in Italia, circa 800 mila ragazzi, i moderati della maggioranza si mettono nel solco del carroccio, pensando così di evitare la vittoria della destra.
Ma non sarà così, perché Salvini continuerà a puntare tutta la sua campagna elettorale sul tema della paura degli immigrati, usando l’archiviazione dello Ius soli come un suo successo, senza che il governo sia riuscito a fare una scelta di centrosinistra, rispettando uno dei punti sui quali il governo Renzi aveva chiesto la fiducia in Parlamento.
Il partito democratico sostiene che lo Ius soli non è una questione chiusa e che continuerà a cercare una maggioranza al Senato, ma i numeri sono chiari, e quelli della sinistra (Mdp e Sinistra italiana) non bastano, visto che il Movimento cinque stelle ha deciso di astenersi, il tema è troppo divisivo per il loro elettorato di destra e di sinistra.
Non rimane che chiedere la fiducia, se il governo intendesse portare avanti questo obiettivo, ma il rischio è troppo alto: causare tensioni altissime poche settimane prima dell’approvazione della legge di bilancio e della legge elettorale con la quale andare a votare.
  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Epstein Files: spunta una lettera di Trump

    La notizia che pubblica il Wall Steet Journal è clamorosa. Il quotidiano finanziario di New York ha reso pubblica una lettera che Trump scrisse a Jeffrey Epstein, morto in carcere dove era rinchiuso con accuse di traffico sessuale tra minorenni, per il suo 50esimo compleanno in cui si faceva esplicita allusione all’intesa tra i due per via del rapporto con le ragazze di Epstein. La lettera è contenuta in un album con le lettere di altri amici di Epstein. Trump scrisse un immaginario dialogo tra i due in cui alludeva alle avventure sessuali come il piu forte legame della loro amicizia, corredato dalla foto di una ragazza nuda. Trump ha reagito alla solita maniera: è una fake news, ha detto, e ha annunciato una causa al giorrnale e all’editore Rupert Murdoch. Poi ha detto che il ministero della giustizia renderà noti i documenti su Epstein. In realtà il complotto degli Epstein Files fu alimentato proprio dagli ambienti della Alt Right statunitense che sostiene Trump. E lo stesso Trump ha accusato di nuovo i democratici. Mario Del Pero, professore alla univeristà Science Po.

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