
Niente lavoro in Italia, ma in Serbia sì. Stellantis allarga anche a Mirafiori la richiesta agli operai di andare a lavorare Kraguievac, dove non trova operai per i salari troppo bassi. Per i sindacati è l’ennesimo segnale vergognoso del disimpegno dall’Italia.
Funziona così: il capi reparto o del personale “chiama su”, negli uffici, alcuni lavoratori proponendogli la trasferta. La voce gira, e chi è interessato chiede. Stellantis offre: stipendio italiano, un’auto in affitto ogni 3 operai, e un’indennità: per i primi 15 giorni (durante i quali gli interessati dovranno cercarsi un’abitazione) saranno a piè di lista con indennità giornaliera di €25,82. Dopodiché forfettaria con indennità giornaliera di €70, l’importo comprende le spese della casa e dei pasti, compresi quelli del sabato e domenica. Con il forfait cessa l’erogazione dell’indennità di trasferta di €25,82. Secondo il sindacato non ci sarà la coda, anche se molti, in cassa integrazione o contratto di solidarietà, potrebbero accettare. Perché la richiesta, giudicata vergognosa dal sindacato, arriva poco dopo le lettere con cui Stellantis ha messo in solidarietà migliaia di operai in tutta Italia. La richiesta a Mirafiori c’era già stata per tecnici e operai specializzati, ma a livello, diciamo, massivo, è la prima volta. Da altri stabilimenti, Melfi come Pomigliano, un centinaio di operai avevano già fatto alcuni mesi in Serbia dove si produce la grande Panda, che in questo momento ha picchi che richiedono più manodopera. E dove Stellantis non trova operai perché, racconta Gianni Mannori della Fiom, offre 600 euro in un paese dove il salario medio è sugli 8-900. E così chiama operai marocchini, ce ne sono un centinaio che accettano i 600, salario medio nel loro paese, e ha cercato perfino nepalesi offrendo 400 euro. Una catena di bassi salari. Da Mirafiori a Pomigliano i sindacati sono preoccupati che sia un ulteriore segno di disimpegno dall’Italia, oltre ad uno scippo di professionalità ed una beffa: invece che creare lavoro qui, oltre alle produzioni si delocalizzano anche gli operai. E con un altro timore: a Torino a novembre dovrebbe arrivare la nuova linea della Panda Ibrida, e i lavoratori dovrebbero rientrare dagli ammortizzatori sociali. Dovrebbero, appunto, sottolineano i sindacati, che nella nuova strada promessa dal nuovo amministratore delegato, alla luce di questi atti, non hanno particolare fiducia.