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L’appello per il Leoncavallo: “Non cancellate 50 anni di storia e un futuro che ancora deve essere scritto”

Leoncavallo marzo 25

“Non cancellate 50 anni di storia e un futuro che ancora deve essere scritto”. Contro lo sfratto dello spazio sociale Leoncavallo di Milano stanno prendendo parola artisti, musicisti, attori, scrittori, sindacalisti, giornalisti, personalità che hanno attraversato negli anni lo storico centro sociale di Milano. È un appello alla città ma non solo, scritto in una lettera pubblicata da Radio Popolare e dal quotidiano Il Manifesto.
Il Leoncavallo è sotto sfratto, le pressioni del governo Meloni per sgomberarlo sono fortissime, il dialogo con l’amministrazione milanese guidata dal sindaco Sala hanno portato all’individuazione di un immobile nella zona di Porto di Mare/Corvetto da mettere a bando: è un finale della storia ancora incerto e non scritto. A 50 anni dalla prima occupazione e dopo oltre 30 anni dall’ingresso in via Watteau uno degli spazi sociali più importanti d’Italia rischia di scomparire per sempre.

Ti ricordi quanti ricordi abbiamo del Leoncavallo?
Possiamo davvero immaginare una Milano senza il Leoncavallo?
Una soluzione ci deve essere. Una soluzione che permetta di non buttare per strada 50 anni di storia, e un futuro che ancora deve essere scritto. Milano, il Leoncavallo non può essere sfrattato il 15 Luglio. Serve una prospettiva per costruire insieme un’alternativa concreta e duratura.
Pensa che a Roma ne hanno trovata una per Casa Pound, per i fascisti, per quelli che la nostra Costituzione dice non potrebbero neppure costituirsi in associazione.
E allora Milano, dai: una soluzione per il Leoncavallo ci deve essere.
Perché il Leoncavallo è una parte di te.
È una parte di chi ha visto un concerto, di chi ha mangiato un piatto, di chi è andato alla Critical Wine, prima, e a La Terra Trema, ora.
È una parte di chi si è perso nei suoi graffiti e di chi ama i graffiti.
Il Leoncavallo è una parte viva e creativa della città, lo sono i centri sociali, gli spazi pubblici, i circoli, i luoghi di aggregazione.
Se oggi, cara Milano, sei tra le capitali europee anche di cultura e intrattenimento, e non solo di speculazione e food (che poi sarebbe meglio chiamarlo cibo, ma non fa figo), lo devi anche a chi il Leoncavallo l’ha fatto. A chi l’ha vissuto. A chi l’ha occupato. A chi ci ha solo passato del tempo.
Lo sai che Dave Grohl, batterista dei Nirvana e ora frontman dei Foo Fighters, ha citato il Leoncavallo in diverse interviste?
Milano non puoi essere solo moda, cash, cocktail da 10 euro, ordine e pulizia. Non sei mai stata così. Non te lo ricordi?
Ascolta una canzone di Jannacci.
Leggi un racconto di Beppe Viola.
Ricordati del Virus, dei Punk.
Vuoi davvero che tutto diventi come la Darsena di oggi?
Lustra quanto fredda, affollata quanto inanimata, senza nemmeno la Fiera di Senigallia? Te la ricordi la Fiera e i Navigli?
Dai Milano non mollare, non omologarti, non perderti.
Non diventare una qualsiasi città.
Ricordati che quel che sei lo devi a tante parti di te.
Noi vogliamo ancora che da Milano nascano artisti, scrittrici, giornalisti, eretiche, creativi.
Gente che porta una parte di te nel mondo.
Queste intelligenze non si creano a tavolino, necessitano di spazi liberi dalle logiche del profitto.
È da un po’ che non riesci più a generarle. Ti sei mai chiesta perché?
Nel frattempo la gentrificazione sta facendo carte false per impadronirsi di ogni metroquadro di Milano.
Se perdi anche il Leoncavallo cosa ti rimane? Il nuovo piatto che puoi trovare anche a Masterchef?
No dai, Milano, teniamoci le parti popolari, critiche, teniamoci vicino chi è sbagliato in ogni posto dove sta ma per questo sa sempre cosa fare e come uscirne, non pieghiamoci alla logica del bello, del giusto, del corretto, sappiamo bene che anche un torto, se fatto per un fine positivo, collettivo, comunitario, può essere una ragione.
Come cantava uno che ogni 11 Gennaio ti piace ricordare in Piazza Duomo “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
Non buttiamo via quello che chi ti guarda solo con gli occhi dell’interesse vorrebbe cancellare.
Perché lì nasce bellezza. Lì nascono i diritti umani e sociali.
Lì nasce quel che sei.
Una città medaglia d’oro alla Resistenza.
Una città accogliente.
Una città che sa accettare le differenze, anche scomode.
Milano, non mollare, per altri 50 anni.
Il Leoncavallo, i centri sociali, gli spazi informali dove le generazioni si incontrano e si formano sono i luoghi del genio, sono risorse, sono un pezzo di futuro.
E tu, Milano, ne hai ancora bisogno.

Prim@ firmatar@:
Paolo Rossi
Sandrone Dazieri
Valentina Cappelletti
Cristina Morini
Ivan (il Poeta)
Ivano Tajetti
Andrea Fumagalli
Luca Stanzione
Danielo De Biasio
Disma Pestalozza
Luciano Muhlbauer
Filippo Cecconi
Domenico Melillo/Frode

Per aderire: difendi@leoncavallo.org 

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    Oggi in compagnia di Niccolò Vecchia ricordiamo D'Angelo, scomparso prematuramente nei giorni scorsi, commentiamo il Mercury Prize vinto da Sam Fender e il programma riguardante il reddito per gli artisti appena approvato in Irlanda. Nella seconda parte la telefonata con Toni Cutrone, che ci parla del progetto Mai Mai Mai e della serata di domani in Triennale con il live di Alfio Antico. In conclusione l'intervento del giornalista Carlo Bordone che ci racconta com'è stato tradurre L'impero di Nessuno, l'autobiografia appena uscita di Stuart Murdoch dei Belle and Sebastien.

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    Nan Goldin all'Hangar Bicocca di Milano: Indagare l'esperienza umana

    Dall’11 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026, Pirelli HangarBicocca presenta “This Will Not End Well“, la prima retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin come filmmaker. La mostra include una installazione sonora appositamente commissionata e propone per la prima volta in Europa in un contesto museale i suoi due più recenti slideshow. La mostra è allestita in diverse strutture architettoniche progettate da Hala Wardé, che ha già collaborato con Goldin. L’esposizione include il celebre The Ballad of Sexual Dependency (1981-2022); The Other Side (1992-2021) omaggio agli amici trans attraverso scatti realizzati tra il 1972 e il 2010; Sisters, Saints, Sibyls (2004-2022), sul trauma familiare e sul suicidio; Fire Leap (2010-2022), una incursione nell’infanzia; Memory Lost (2019-2021), trip nell’astinenza da stupefacenti; e infine Sirens (2019-2020). In occasione della mostra in Pirelli HangarBicocca, saranno inclusi due slideshow aggiuntivi: You Never Did Anything Wrong (2024), primo lavoro astratto di Goldin, e Stendhal Syndrome (2024), ispirato alle “Metamorfosi” di Ovidio. L’esposizione si aprirà con una installazione sonora del collettivo Soundwalk Collective, concepita in collaborazione con l’artista. Ascolta il servizio e l'intervista di Tiziana Ricci.

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