
La strada del campo largo è infarcita di ostacoli. Il primo, a monte, è la volontà di stare insieme. “Per le alleanze le sommatorie aritmetiche non funzionano” ha dichiarato Conte.
E’ un implicito stop alle offerte di Renzi per una alleanza ampia che comprenda tutti, anche i centristi. Un approccio radicalmente diverso da quello del Pd che dopo la vittoria alle comunali, soprattutto a Genova, ha interpretato l’esito del voto con il classico “si vince se si è tutti uniti”.
Tenere tutti insieme sarà tutt’altro che semplice anche se il prossimo appuntamento, quello delle regionali di autunno, potrebbe essere una bella occasione per mettere in difficoltà il governo e la maggioranza. Se il voto in Toscana e Puglia appare scontato per il centrosinistra e il Veneto appare scontato a destra, di nuovo in casa leghista, Campania e Marche sono le regioni che ballano. In Campania i 5 Stelle continuano a sostenere la candidatura di Roberto Fico, ma tutti sanno che è un nome a rischio e sottotraccia si sta lavorando per l’attuale presidente della Camera Sergio Costa, sempre pentastellato ma non inviso ai deluchiani e ai riformisti Pd. Se la lista di Vincenzo De Luca dovesse passare a destra e la candidatura fosse civica, temono a Napoli, le cose potrebbero complicarsi davvero e una sconfitta in Campania sarebbe una botta pesante per la coalizione. La destra rischia invece nelle Marche perché Acquaroli, presidente uscente di Fratelli d’Italia, viene dato in grosso calo di popolarità e potrebbe subire una sconfitta da Matteo Ricci, ex sindaco riformista di Pesaro, molto popolare nella sua regione.