Keum (k’m) Suk Gendry-Kim ha studiato e praticato all’estero ma molti dei suoi graphic novel traggono ispirazione dal suo paese natale, la Corea del Sud e sono scritti pensando anche e soprattutto a un pubblico coreano.
La stagione delle piogge, il suo ultimo libro edito in Italia da Bao, non fa eccezione. Partendo da delle esperienze personali, la fumettista utilizza i suoi caratteristici splendidi disegni in china nera per affrontare con pacatezza e sensibilità il complesso rapporto dei coreani con i cani.
Nella nota dell’autrice scrive: “Voi mangiate i cani” mi diceva la gente quando ero in Francia. Io rispondevo cosi’: “E voi mangiate i cavalli, i conigli, le rane e persino le lumache.” A quel tempo non capivo fino a che punto i cani fossero in grado di comunicare con gli umani, che certe tradizioni e certi tipi di cultura andrebbero cambiati.” Ed è proprio per agire sulla cultura dei suoi connazionali che nascono queste pagine. Attraverso la storia di una coppia che compra un cagnolino e da Seoul si trasferisce in campagna, dove si dovrà suo malgrado confrontare all’abitudine ancora diffusa localmente di allevare i cani per macellarli, mangiarli o venderne la carne come medicinale, La stagione delle piogge denuncia questa cultura locale senza stigmatizzarla ma dando risalto alla profonda relazione di amicizia e fiducia reciproca che si stabilisce prima tra i protagonisti e il proprio cane, Carota, e poi con Patata e Choco, trovato sull’uscio il primo e salvato da padroni disinteressati e negligenti il secondo.
Disegnandoli sotto ogni angolazione e in ogni atteggiamento, compresi quelli più problematici, Gendry-Kim stimola dolcemente il lettore a mettersi dalla parte dei cani e a immedesimarsi con i loro padroni, nonostante o forse proprio perché, non siano perfetti. Contemporaneamente, i suoi protagonisti esplorano il loro nuovo ambiente, scoprendo al ritmo delle passeggiate e delle stagioni che i loro nuovi vicini vedono diversamente i loro animali. Alcuni cani legati alle catene nelle case dei dintorni spariscono, come i cuccioli – soprannominati pasticcini – trovati in un capanno di legno sul terreno di un amico contadino e allevatore di cani. È con una bella risata che l’anziana vicina spiega di non aver dato via il suo ma di averne fatto un buon brodo. Una dichiarazione che sconvolge profondamente la protagonista, che da allora vedrà tutto con occhi diversi. Ma anche sapendo la verità, come reagire? Servirebbe a qualcosa urlare, denunciare la signora che regala sempre la verdura dell’orto e inimicarsi tutto il villaggio? Nonostante gli incubi, l’angoscia e l’orrore, vincerà l’impotenza e quindi la scelta del silenzio. La stessa scelta di tutti quelli che, come loro, si sono trasferiti in campagna dalla città.
Nonostante tutto, come titola l’epilogo: la vita continua. E anche nel suo piccolo la nostra coppia di protagonisti fa quel che può. A volte è a piccole pennellate, e con l’esempio, che si riescono ottenere dei cambiamenti reali e duraturi. Questa per lo meno è la speranza dell’autrice: che presto in Corea si creino leggi migliori per la tutela degli animali e che vengano rispettate.
La stagione delle piogge. Di Keum (k’m) Suk Gendry-Kim, traduzione di Mary Lou Emberti Gialloreti. 240 pagine in bianco e nero. Bao Publishing, 24 euro
La stagione delle piogge, il graphic novel di Keum Suk Gendry-Kim
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Autore articolo
Luisa Nannipieri