Approfondimenti

La soppressione del voto negli Usa

Partito Democratico USA

Il sistema elettorale americano è uno dei più arcaici ed iniqui tra quelli delle democrazie occidentali e per questo ha bisogno di una immediata riforma. A dirlo è il Partito Democratico americano che ha promesso, se vincerà la maggioranza alle elezioni congressuali di domani, di farsi promotore di tale riforma.

Cosa bisogna cambiare? Dalla registrazione automatica al voto con l’acquisizione della patente (oggi iscriversi è spesso un laborioso rebus) all’istituzione di un giorno elettorale festivo. Mentre nel resto del mondo si vota generalmente di domenica, gli Stati Uniti si recano alle urne sempre nel primo martedì di novembre, per rispettare un’arcaica tradizione ottocentesca. Un giorno lavorativo, il che spiega come mai l’America abbia uno dei tassi di affluenza alle urne più bassi fra tutte le democrazie occidentali.

Nelle elezioni presidenziali vota circa il 60% degli aventi diritto, contro soltanto il 40% alle elezioni di medio termine per il rinnovo della Camera e di un terzo del Senato. Per venire incontro a milioni di americani costretti ad avere due o tre lavori insieme e incapaci di perdere anche solo un’ora per votare, 37 Stati oggi offrono il voto anticipato, da 4 a 50 giorni prima delle elezioni. Dopo il 2008, quando grazie al voto anticipato Obama ottenere un vantaggio insormontabile in molti stati prima ancora delle elezioni, votare in anticipo ha iniziato ad attrarre soprattutto gli elettori afroamericani.

Le chiese nere hanno cominciato ad usare la messa domenicale per spingere i fedeli alle urne. Ma domani questi stessi afroamericani dovranno fare i conti con un nuovo ostacolo: l’indebolimento del Civil Rights Act, la legge firmata nel 1964 dal presidente Lyndon Johnson, che limitò la discriminazione razziale, eliminando molti degli ostacoli all’esercizio del voto.

Nel 2013, un anno dopo la rielezione di Obama, la maggioranza conservatrice della Corte Suprema ha buttato all’aria i caposaldi della storica legge, stabilendo tra l’altro che il governo federale non sarà più garante della sua applicazione. Ciò ha consentito ai 23 stati più repubblicani e razzisti dell’Unione, soprattutto nel profondo sud trumpiano, di riscrivere a loro piacimento le regole elettorali, per rendere sempre più difficile il voto di neri e ispanici ed evitare un Obama tris. Il tentativo di impedire alle minoranze di votare, specialmente nel Sud, è vecchio quanto l’America.

Dopo l’emancipazione degli afro-americani al termine della Guerra Civile, le leggi locali e statali di Jim Crow emanate tra il 1876 e il 1965 servirono a creare e mantenere la segregazione razziale anche ai seggi.

La nuova soppressione dei voti è più subdola ma altrettanto efficace. Basti pensare alla Georgia, dove il Segretario di Stato Brian Kemp, un clone trumpiano e razzista convinto, nonché la persona incaricata di vegliare sulla regolarità del voto nello Stato, è anche il candidato repubblicano per la carica di governatore contro l’afroamericana Stacey Abrams. Forte della sua carica, Kemp ha cancellato il diritto di voto di circa 1,4 milioni di georgiani. Seicentomila solo nel 2017 secondo l’Associated Press.

Alla vigilia del voto Kemp si è affrettato a varare una nuova legge che pretende “corrispondenza esatta” tra la trascrizione del nome sul modulo di registrazione e i documenti ufficiali di ciascuno. Persino un trattino, una virgola, un apostrofo fuori posto, una minuscola invece di maiuscola possono rendere una richiesta di voto ineleggibile. Una regola che ha privato del diritto di voto altre 53 mila persone, afroamericane nel 70 per cento dei casi.

La Georgia non è l’unico Stato repubblicano a cercare di sopprimere il voto delle minoranze. In Nord Dakota cinquemila nativi americani che abitano nelle riserve e che nel 2012 sono stati cruciali nell’eleggere l’attuale senatrice democratica Heidi Heitkamp, potrebbero perdere il diritto al voto. Il motivo: nelle riserve non esistono carta di identità come quelle rese obbligatorie di recente. Simile tattica è stata usata anche alla Prairie View University del Texas per limitare il voto degli studenti, l’80 per cento dei quali afro-americani. A Dodge City, la cittadina del Kansas teatro della serie televisiva western Gunsmoke, i politici locali hanno spostato l’unico seggio elettorale della città prevalentemente ispanica dal centro in una periferia abbandonata inaccessibile coi mezzi pubblici.

Secondo alcuni studi, perché i Democratici nel 2018 ottengano la maggioranza alla Camera, devono vincere nel voto popolare nazionale con un vantaggio tra i 9 e gli 11 punti percentuali. Tutta colpa del gerrymandering (parola che rappresenta la fusione di due termini, “Gerry”, dal nome del suo inventore e “salamander”, salamandra), il metodo artificioso per ridisegnare i confini dei collegi nel sistema elettorale americano che i democratici promettono di abolire per sempre.

Nel lontano 800 l’allora governatore del Massachusetts Elbridge Gerry disegnò un nuovo collegio elettorale con confini particolarmente zigzaganti, includendo quelle parti della popolazione a lui favorevoli ed escludendo quelle a lui sfavorevoli, assicurandosi così la rielezione. Le linee di tale collegio erano così irregolari e tortuose, da farlo sembrare a forma di salamandra. Entrambi i partiti nel corso dei decenni hanno usato questa pratica, ma nessuno lo ha mai fatto quanto il Partito Repubblicano dal 2010 a oggi: per questo motivo i candidati congressuali del Partito Democratico hanno perso le ultime elezioni, anche se da anni prendono nazionalmente più voti di quelli del Partito Repubblicano.

Partito Democratico USA
Foto dalla pagina FB del Partito Democratico degli USA https://www.facebook.com/democrats
  • Autore articolo
    Alessandra Farkas
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 03/12 07:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 03-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 03/12 08:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 03-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 03/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 03-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 03/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    "Lista Stupri" al liceo Giulio Cesare. L'intervista ad una delle ragazze minacciate

    L’educazione sessuale a scuola si farà solo con il consenso dei genitori degli studenti minorenni, sia alle medie sia alle superiori. Alla Camera ieri è arrivato il via libera agli emendamenti al ddl Valditara tra le proteste delle opposizioni. stato respinto anche un emendamento che prevedeva di togliere il consenso dei genitori in caso il corso fosse organizzatto dalle Asl, quindi non da associazioni ma dal servizio sanitario nazionale. Intanto, prosegue l’indagine della procura di Roma “sulla lista degli stupri” comparsa nei giorni scorsi nei bagni del liceo romano Giulio Cesare. Al momento il reato ipotizzato è istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale. Andrea è una delle studentesse del Giulio Cesare il cui nome era presente nella lista, sentiamola nell’intervista di Mattia Guastafierro.

    Clip - 03-12-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 03/12/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 03-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di mercoledì 03/12/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 03-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di mercoledì 03/12/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 03-12-2025

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 03/12/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 02-12-2025

  • PlayStop

    No Manches Guey di martedì 02/12/2025

    Un viaggio musicale dentro le culture latino americane.

    No Manches Guey - 02-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 02/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 02-12-2025

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 02/12/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 02-12-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 02/12/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 02-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 02/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 02-12-2025

Adesso in diretta