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La rivolta degli stagisti

A Bruxelles sono scesi in piazza gli stagisti delle istituzioni europee. La protesta torna visibile con una manifestazione a pochi passi dai Palazzi delle istituzioni, dopo la prima mobilitazione, l’estate scorsa. L’hanno chiamata la protesta dei sandwich, perché di quello vivono, “chi potrebbe permettersi più di un panino?”

Lamentano posizioni mal retribuite, talvolta lavoro gratuito, e scarso assorbimento da parte del mondo del lavoro. Dai loro racconti emerge come molti si trovino al quarto o quinto stage senza avere ancora prospettive concrete di lavoro.E anche molti Europarlamentari fanno lavorare gratis i propri collaboratori, utilizzati secondo la formula dello “stage”.

”Ci troviamo in una strana condizione”, spiega Giacomo Dozzo, 28 anni, di Treviso. “Siamo troppo qualificati per un altro tirocinio, ma allo stesso tempo ci reputano troppo poco qualificati per un posto di lavoro nelle istituzioni dove uno dei requisiti chiave è avere almeno due o tre anni di esperienza lavorativa”.

A questo si aggiunge il problema che spesso gli stage richiedono alte responsabilità e una preparazione adeguata, ma sono mal pagati, se non addirittura non retribuiti. “Questo, tra le tante cose, crea un sistema ingiusto, non inclusivo”, afferma Iva Maria Waltner, bavarese di 25 anni. “Sono tanti i giovani che vorrebbero venire a Bruxelles per un’esperienza che arricchisce Non sono più studenti, ma non sono ancora lavoratori. Non sono alla prima occupazione, ma non hanno anni di esperienza alle spalle. Non lavorano gratis, ma nemmeno possono sognarsi di mettere qualcosa da parte. Rimangono intrappolati nella zona grigia. Giovani con lauree a pieni voti, esperienze in mezzo mondo, lingue straniere parlate correntemente. Potenziali lavoratori qualificatissimi, che non riescono a ottenere altro che proposte di stage di qualche mese. Una dietro l’altra.

Sono oltre duemila gli stagisti che vivono e lavorano a Bruxelles. E ora protestano. “Sandwich protest” l’hanno chiamata, perché, dicono: “chi si ricorda l’ultima volta che abbiamo mangiato qualcosa che non fossero panini?”.“Conosco ragazzi che vivono e lavorano a Bruxelles per duecento euro al mese”, racconta uno degli organizzatori, Victor Garcia Bragado, 26 anni, spagnolo. “Ma non sono solo le retribuzioni: protestiamo per le ore di lavoro e perché lo stage sta perdendo il suo ruolo educativo per diventare solo un’occupazione malpagata e non regolare”. Per esperienza personale, Victor che è al secondo stage (di cui uno in Commissione) crede che un tirocinio per potersi definire equo, dovrebbe prevedere “un contratto scritto, una retribuzioni minima intorno ai mille euro e un piano di lavoro concordato a inizio stage sulle mansioni da svolgere”. E poi tutti dovrebbero avere le stesse opportunità: anche chi non ha l’appoggio della famiglia o del proprio Paese, spiegano gli organizzatori, dovrebbe poter essere messo nelle condizioni di poter svolgere uno stage.

Anche l’appoggio politico intanto comincia a formarsi. Lo Youth Intergroup del Parlamento europeo (un gruppo di eurodeputati che lavora per rafforzare le politiche giovanili) invia una lettera per appoggiare l’iniziativa contro “stage troppo spesso di bassa qualità, che non garantiscono l’ingresso nel mercato del lavoro e che si trasformano in semplice lavoro non pagato”. Brando Benifei ha 29 anni ed è il più giovane eurodeputato del gruppo dei Socialisti e Democratici di Strasburgo. E’ anche vicepresidente dello Youth Intergroup.E ai nostri microfoni denuncia: “Anche molti europarlamentari fanno lavorare gratis i loro collaboratori”.

Ascolta l’intervista a Benifei

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    Alessandro Principe
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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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    Gaza, ipotesi di tregua tra le bombe d’Israele, con Paola Caridi, giornalista, saggista, esperta di Palestina. La trattativa sui dazi e la debolezza dell’Europa, con Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, editorialista del Sole 24 Ore. Il caso del libro di storia che non piace a Fratelli d’Italia, con uno degli autori del libro, lo storico Carlo Greppi. Milano sempre più cara, chiudono anche i negozi per gli affitti troppo alti: il microfono aperto. Mao Valpiana del Movimento Noviolento ricorda Alex Langer a 30 anni dal suicidio. La quarta puntata di “Racconto Lucano” con Sara Milanese.

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