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La Regione vuole mettere le mani sul Parco Agricolo Sud Milano

Parco Sud - Milano

La Regione vuole mettere le mani sul Parco Agricolo Sud Milano e toglierlo alla Città Metropolitana. Mentre è fermo il dibattito per la riforma che lo possa unire al Nord, il centrodestra vuole depotenziarlo come infrastruttura agricola e ambientale. Sullo sfondo sempre la realizzazione di nuove strade. È arrivata all’improvviso la proposta di regionalizzazione del Parco Agricolo Sud Milano. I capigruppo di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia al consiglio regionale hanno scritto un progetto di legge che toglie alla città metropolitana la gestione dell’importante area protetta, si estende in sessanta comuni, Milano città compresa. Si tratta del maggiore parco metropolitano d’Europa a vocazione agricola, fortemente voluto da ambientalisti e produttori dopo decenni di lotte per evitarne la cementificazione, come invece avvenuto nella parte nord della città metropolitana. Da tempo il dibattito per creare un solo grande parco attorno a Milano, unendolo con il Nord, per incrementarne il ruolo di infrastruttura che rigenera i territori e li riconnette con le comunità circostanti, è sostanzialmente fermo, purtroppo.

Sarebbe stato utile in questo momento avere pronta la nuova proposta di assetto, visto anche la crescita d’importanza dell’agricoltura di prossimità per la sicurezza e la sovranità alimentare, nonché per il benessere delle persone che ci vivono vicino. I tentativi ricorrenti del centrodestra che governa la Regione di depotenziare il Parco Agricolo Sud Milano proseguono fin dalla legge di istituzione. Per altro in questi anni al suo interno sono state realizzate la tangenziale Est Esterna e l’autostrada Brebemi, con grande protagonismo di Palazzo Lombardia, ma anche della vecchia Provincia di Milano. In questi mesi la Lega ha rilanciato la costruzione della superstrada Vigevano-Magenta-Malpensa, e si sta riaffacciando, anche se non ufficialmente, la Tangenziale Ovest Esterna, sempre nel territorio del Parco Agricolo Sud Milano.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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    Diesel Euro 5, il blitz della lega contro il blocco che sarebbe scattato a fine anno: rimandato al 2026, riguarderà solo le grandi città

    La Lega ha ottenuto il rinvio dell’entrata in vigore del blocco alle auto diesel euro 5. Con un emedamento al decreto infrastrutture è stata rimandata di un anno l’entrata in vigore del provvedimento, che era stato approvato dal governo in recepimento di una direttiva europea. Il blocco agi diesel più inquinanti scatterà a questo punto solo alla fine del 2026: e non riguarderà tutte le città oltre i 30mila abitanti ma sarà applicato solo alle grandi città di oltre 100mila. La Lega e Salvini in queste ore rivendicano questo come “un atto di buonsenso”. Una lettura diversa e opposta a quella che danno in queste ore le associazioni ambientaliste e molti osservatori. Ester Marchetti, direttrice del settore trasporto pulito di Transport and environment.

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    Per i lavoratori dei musei civici di Milano prima vittoria: 300 euro in più al mese e maggiori tutele

    I lavoratori e le lavoratrici dei musei civici milanesi hanno vinto la loro battaglia: ora saranno assunti con il contratto nazionale Federculture e non più quello Multiservizi. Significa, ad esempio, 300 euro al mese in più in busta paga e migliori tutele. I primi a beneficiare del cambio di contratto, dopo scioperi e proteste, saranno i lavoratori e le lavoratrici delle biglietterie. “Dopo due anni di lotta serrata all’interno dei Musei Civici di Milano arrivano le certezze sull’applicazione del CCNL Federculture nel primo appalto che va in scadenza, ovvero le biglietterie” spiega il sindacato USB Lavoro Privato che ha seguito la vertenza. “Dopo l’uscita del bando non solo con l’indicazione del Federculture, ma con anche tutte le altre garanzie fondamentali che abbiamo rivendicato con scioperi e in tutti gli incontri avuti con i consiglieri e con gli Assessori alla Cultura e al Bilancio, è stata data comunicazione ai lavoratori che quanto scritto nel bando troverà corrispondenza nel cambio appalto di settembre”. L’obbiettivo di sindacato e lavoratori è ora quello di cambiare il contratto in tutti gli altri bandi in scadenza, a partire da quello degli operatori di sala che scadrà a maggio 2026. Roberto Maggioni ha intervistato Elena Lott di USB Lavoro Privato.

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