Approfondimenti

Da Pechino una stretta sulle Ong?

La nuova legge cinese sulle Ong straniere varata il 28 aprile e che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2017 è messa inequivocabilmente dalla stampa occidentale alla voce «repressione». La normativa – la cui prima stesura circolava da circa un anno suscitando parecchia preoccupazione – impone a circa settemila Ong straniere operanti in Cina – comprese quelle di Hong Kong, Taiwan e Macao – sostanzialmente due cose: primo, di trovarsi un partner locale per poter continuare il proprio lavoro; secondo, di aprire le proprie porte agli apparati di sicurezza ogni volta che questi lo riterranno necessario. In ultima istanza, chi giudicherà la loro possibilità di operare in Cina saranno le autorità di Pubblica Sicurezza.

Cosa prevede

Per aprire un ufficio di rappresentanza in Cina, le Ong straniere dovranno passare attraverso un meccanismo di shuangchong guanli, cioè «doppia gestione». Devono prima trovarsi una «Unità di supervisione professionale» (Usp), cioè un’agenzia del governo che si occupa di analizzare l’organizzazione da un punto di vista puramente professionale. Non esiste ancora una lista di tali agenzie, ma la legge specifica che è in corso di stesura. Insieme, Ong e Usp compileranno una domanda di ammissione rivolta al ministero di Pubblica Sicurezza o agli uffici della Pubblica Sicurezza locali. Alla fine, questi pubblicheranno una lista delle Ong ammesse, che saranno sottoposte a un controllo annuale. Entro il 31 dicembre di ogni anno, la Ong deve sottoporre alla sua Usp una lista delle attività in programma, che devono essere approvate.

Per le Ong che invece vogliono agire solo temporaneamente in Cina, la «doppia gestione» non è necessaria: devono solo stipulare un accordo con un «partner cinese» e sottoporlo con altri materiali alle autorità di Pubblica Sicurezza. Quindi, possono cominciare a operare senza attendere l’approvazione. Per «partner cinese», la legge indica enti governativi, organizzazioni di massa, istituzioni pubbliche, organizzazioni sociali, fornitori di servizi sociali, fondazioni.

È netta la sensazione che questo secondo tipo di procedura sia stato disegnato su misura per le università, i think-tank e gli istituti di ricerca cinesi, di modo che non siano penalizzati da limiti troppo rigidi alla collaborazione con organizzazioni straniere. La Cina ha bisogno di trasferimento di tecnologia.

Da dove nasce

La nuova legge appare chiaramente come un ampliamento delle prerogative della Sicurezza Nazionale e la ragione politica è presto detta: da tempo è diffusa tra i più alti apparati di Partito l’idea che le Ong straniere siano la quinta colonna dell’Occidente per minare il sistema cinese. Ormai famoso, a questo proposito è il cosiddetto «Documento N.9», una circolare interna che nell’agosto 2013 fu pubblicato in esclusiva dal New York Times grazie a un opportuno leak (per il quale finì poi in galera e fu condannata a sette anni per «diffusione dei segreti di Stato» – ridotti poi a cinque anni e domiciliari – la giornalista Gao Yu). Dichiarava guerra alle «forze occidentali ostili alla Cina» che, con i dissidenti, cercano di infiltrarsi nella sfera ideologica attraverso la retorica della «democrazia costituzionale occidentale» e dei «valori universali» su diritti umani, indipendenza dei media e partecipazione della società civile.

Sull’altro fronte della barricata, la stampa cinese presenta invece la nuova legge come un passo avanti verso la «semplificazione» amministrativa e verso la chiarezza normativa per le stesse Ong. In pratica, «sai cosa si può e cosa non si può, patti chiari, amicizia lunga».

Le due interpretazioni non sono necessariamente in contraddizione. Con la progressiva costruzione di un proprio Stato di diritto inteso non come Rule of Law bensì come Rule by Law – cioè yifa zhiguo – le autorità cinesi intendono infatti utilizzare la legge come strumento di governo, ma mettono ben in chiaro che non intendono sottoporsi ad essa. L’imperatore resta imperatore, la legge è uno strumento per governare meglio, non per tutelare i diritti individuali. Il gioco però è fatto di sottigliezze, perché il governo centrale ha anche la necessità di limitare l’arbitrio dei potentati locali che si annidano nelle amministrazioni e che erodono il consenso. Quindi, si procede sperimentalmente – un altra costante evoluzionistica per la Cina – e si sceglie per esempio di separare i tribunali locali dal controllo del Partito. Poi si sta a vedere se e come funziona e se ne traggono le conclusioni. Si può fare un passo avanti o due indietro, dipende dal risultato finale che, manco a dirlo, è la stabilità.

È così da tempo in corso un doppio meccanismo di riorganizzazione degli apparati, per cui da un lato si cerca di semplificare la vita agli «utenti», dall’altro li si avverte su ciò che si può e non si può fare, riservandosi però sempre il diritto di procedere amministrativamente nei casi controversi. Un esempio potrebbe essere quello che riguarda i corrispondenti stranieri: nell’ultimo anno sono state assai semplificate le procedure per il rinnovo del tesserino giornalistico e quindi del visto necessari per lavorare in Cina. Però, come nel recente caso della giornalista francese Ursula Gauthier, ci si riserva sempre la facoltà di non rinnovarlo, quel benedetto tesserino-visto.

Ecco, è probabile che per le Ong straniere si ragioni allo stesso modo. Il punto è che un diritto «in divenire» e comunque mai del tutto certo offre sì, ampi margini alla discrezionalità-arbitrio del potere, ma anche un discreto margine agli individui e alla società civile per ritagliarsi margini di manovra, riplasmarle, muoversi nella famosa «zona grigia» in cui la normativa non arriva. Da sempre, si dice che le leggi cinesi contano sì, ma non troppo. Quello che conta davvero è la loro attuazione: quello che avviene al momento di metterli in pratica. E lì contano i rapporti di forza (anche all’interno degli stessi gruppi di potere), le relazioni (il guanxi) e le circostanze particolari.

Vie di fuga

Shawn Shieh, vice direttore di China Labor Bulletin – una Ong, guarda un po’, di Hong Kong – sembra proprio dare questa chiave interpretativa nella sua analisi della nuova legge. Qui bisogna entrare un po’ nella mentalità cinese. Cosa sostiene Shieh? Che mentre prima il rapporto tra apparati di Sicurezza e Ong straniere era unilaterale, con i primi che guardavano le seconde con sospetto e si comportavano di conseguenza, adesso il semplice fatto che esista una legge che norma questo rapporto, lo fa diventare bilaterale: cioè, anche le Ong possono interagire con la Sicurezza e tentare nella messa in pratica di volgere la legge a proprio favore. Si è creato un quadro normativo e all’interno di questo quadro c’è margine di movimento, perché d’ora in poi la Sicurezza deve trattare le Ong come «utenti» o «clienti» e non più solo come potenziali nemici.

Chi verrà invece colpito maggiormente dalla legge, al momento, sembrano le Ong cinesi di base, cioè tutte quelle associazioni informali sorte spontaneamente negli ultimi anni anche grazie al vuoto normativo, che definiscono se stesse Ong e che di fatto vivono nella maggior parte dei casi proprio grazie ai finanziamenti delle Ong straniere. Ecco, qui il rapporto è reciso, perché le Ong straniere potranno avere rapporti solo con associazioni cinese certificate e quindi, diciamo così, compatibili.

Tratto da China Files

  • Autore articolo
    Gabriele Battaglia
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 23/11 13:00

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 23-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve domenica 23/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 23-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 23/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 21/11/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 21-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Comizi d’amore di domenica 23/11/2025

    Quaranta minuti di musica e dialoghi cinematografici trasposti, isolati, destrutturati per creare nuove forme emotive di ascolto. Ogni domenica dalle 13.20 alle 14.00, a cura di Stefano Ghittoni.

    Comizi d’amore - 23-11-2025

  • PlayStop

    Iran, parte l’inseminazione delle nuvole per fronteggiare la mancanza d’acqua

    La grave siccità spinge l’Iran a ricorrere all’inseminazione delle nuvole e al razionamento idrico nella capitale. I climatologo del CNR Antonello Pasini ne illustra la portata nell’intervista ad Alice Franchi.

    Clip - 23-11-2025

  • PlayStop

    C'è di buono di domenica 23/11/2025

    La cucina e il cibo hanno un ruolo essenziale nella nostra vita, influenzano il nostro benessere e riflettono chi siamo. Scegliere consapevolmente cosa mangiare è cruciale e dovrebbe essere affrontato con conoscenza e divertimento. Niccolò Vecchia, nel programma "C'è di buono", racconta ogni settimana di prodotti e cucina, raccogliendo storie contadine antiche e moderne, esplorando una cultura gastronomica che è allo stesso tempo popolare e raffinata.

    C’è di buono - 23-11-2025

  • PlayStop

    Le montagne di domenica 23/11/2025

    di Marco Albino Ferrari con L’AltraMontagna, regia di Claudio Agostoni. “Le montagne” è la nuova trasmissione sulle terre alte italiane. Otto puntate, ognuna dedicata a un tema di grande attualità. Il ritorno del selvatico, i nuovi montanari, i rifugi alpini, cosa lascia il ritiro dei ghiacciai… Insieme a esperti e a profondi conoscitori dei luoghi, proveremo a definire le basi per una forma accettabile di integrazione tra uomo e ambienti naturali. E ci accorgeremo che ciò che riguarda le montagne, infondo, riguarda tutti noi. Anche chi vive in città.

    Le montagne - 23-11-2025

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 23/11/2025

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 23-11-2025

  • PlayStop

    La domenica dei libri di domenica 23/11/2025

    La domenica dei libri è la trasmissione di libri e cultura di Radio Popolare. Ogni settimana, interviste agli autori, approfondimenti, le novità del dibattito culturale, soprattutto la passione della lettura e delle idee. Condotta da Roberto Festa

    La domenica dei libri - 23-11-2025

  • PlayStop

    Va pensiero di domenica 23/11/2025

    Viaggio a bocce ferme nel tema politico della settimana.

    Va Pensiero - 23-11-2025

  • PlayStop

    Apertura musicale classica di domenica 23/11/2025

    La musica classica e le sue riverberazioni per augurare un buon risveglio a “tutte le mattine del mondo”. Novità discografiche, segnalazioni di concerti, rassegna stampa musicale e qualunque altra scusa pur di condividere con voi le musiche che ascoltiamo, abbiamo ascoltato e ascolteremo per tutta la settimana.

    Apertura musicale classica - 23-11-2025

  • PlayStop

    Radio Romance di sabato 22/11/2025

    Canzoni d'amore, di desiderio, di malinconia, di emozioni, di batticuore. Il sabato dalle 21.30 con Elisa Graci

    Radio Romance - 22-11-2025

  • PlayStop

    Snippet di sabato 22/11/2025

    Un viaggio musicale, a cura di missinred, attraverso remix, campioni, sample, cover, edit, mash up. Sabato dalle 22:45 alle 23.45 (tranne il primo sabato di ogni mese)

    Snippet - 22-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di sabato 22/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 22-11-2025

  • PlayStop

    Blue Lines di sabato 22/11/2025

    Conduzione musicale a cura di Chawki Senouci

    Blue Lines - 22-11-2025

  • PlayStop

    Il sabato del villaggio di sabato 22/11/2025

    Il sabato del villaggio... una trasmissione totalmente improvvisata ed emozionale. Musica a 360°, viva, legata e slegata dagli accadimenti. Come recita la famosa canzone del fu Giacomo: Questo di sette è il più grandioso giorno, pien di speme e di gioia: di man tristezza e noia recheran l'ore, ed il travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.

    Il sabato del villaggio - 22-11-2025

Adesso in diretta