Approfondimenti

La nuova guerra, dalle armi al blocco economico

Bakhmut è nella regione di Donetsk. Siamo nell’est dell’Ucraina, ancora in territorio controllato dal governo di Kiev. La linea del fronte, dove esercito ucraino e ribelli filo-russi combattono ormai da tre anni, è a una ventina di chilometri. Qui a Bakhmut c’è uno dei principali blocchi organizzati dai veterani di guerra per fermare gli scambi commerciali con le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

Il blocco è lungo la ferrovia. Qui passa una delle linee ferroviarie che arriva fino a Donetsk. In questi anni, nonostante il conflitto, i treni, soprattutto i convogli merci, hanno continuato a collegare le due parti. Sulle rotaie ci sono dei sacchi di sabbia e una locomotiva. Intorno bandiere gialle e blu (la bandiera nazionale ucraina) e le bandiere rosse e nere di Pravy Sector, il Settore Destro, un’organizzazione di estrema destra che in questi anni ha fatto discutere molto dentro e fuori il Paese.

IMG_1954

Su un piccolo promontorio, proprio sopra la ferrovia, gli organizzatori hanno costruito il loro accampamento permanente. Sono qui da gennaio. Tende color verde militare, tavoli, sedie, cumuli di legna, fuoco per cucinare. Tutto chiuso con assi di legno e filo spinato. La popolazione locale viene quotidianamente a portare cibo, a lavare la biancheria e a esprimere il suo appoggio a questa azione di protesta partita dal basso.

IMG_1948

Il mese scorso, dopo averla criticata a lungo, il presidente Petro Poroshenko ha dovuto seguire la protesta. Da metà marzo il governo ha infatto istituzionalizzato il blocco commerciale con i ribelli filo-russi. La risposta di Donetsk e Lugansk ai blocchi è stata la nazionalizzazione di decine d’imprese e miniere che erano ancora gestite dagli oligarchi fedeli al governo centrale, primo fra tutti Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco del Paese.

Nell’accampamento sopra la linea ferroviaria di Bakhmut non si vedono armi. Ci sono solo dei secchi pieni di bottiglie molotov pronte all’uso. I secchi sono posizionati dentro dei grossi copertoni. In mezzo alla tende ci sono civili ed ex militari.

Il comandante Boguslav
Il comandante Boguslav

“L’unico modo per vincere questa guerra – ci spiega il comandante Boguslav, responsabile di questo accampamento – è mettere in pratica un vero blocco economico. In questi tre anni gli scambi commerciali non si sono mai fermati, ma ne hanno beneficiato solo il governo e i tanti oligarchi che fanno affari con lo Stato. Le armi non servono più, bisogna cambiare strategia”.

Il bene più importante passava su queste rotaie era il carbone. L’Ucraina ha estremamente bisogno del carbone delle regioni dell’est. Le serve per produrre elettricità e per alimentare le industrie metallurgiche. Più del 15 per cento dell’energia prodotta in Ucraina deriva dal carbone. Le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk hanno invece bisogno di venderlo per riempire le loro casse statali, sempre più vuote. Insomma, si tratta di un blocco che in realtà danneggia l’economia da entrambe le parti. Il carbone è quindi diventato l’ultimo simbolo di questa strana guerra.

IMG_1949

Bakhmut, che fino a poco tempo fa si chiamava Artyomovsk – un nome di origine sovietica – racconta quindi la fragilità e la debolezza delle autorità di Kiev. I nazionalisti, qui guidati dal comandante Boguslav, hanno fatto la guerra anche per conto di Poroshenko, ma oggi lo contestano e sostengono che non sia più in grado di chiudere questa guerra.

Kiev ha appena ottenuto una nuova linea di finanziamento dal Fondo Monetario Internazionale, un miliardo di dollari. L’FMI ha un piano per l’Ucraina da 17 miliardi, ma gli ultimi pagamenti sono stati sospesi più volte, proprio per l’incertezza legata ai blocchi commerciali. La Banca Centrale ha già tagliato le stime di crescita per il 2017. Dopo un anno di leggera ripresa l’economia ucraina sembra destinata a tornare nuovamente in recessione. A maggio, per far fronte alla carenza di carbone, Kiev potrebbe importarlo da Sud Africa, Stati Uniti e Australia.

Cambiare i nomi delle città dal russo all’ucraino, come è successo qui a Bakhmut, serve ben poco. La guerra nell’est ha fatto un salto di qualità ma nessuno sa cosa succederà dopo.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 25/11 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 25-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 25/11 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 25-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 25/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 25-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 25/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 25-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Esteri di martedì 25/11/2025

    1) 25 novembre, quando lo stupro è un’arma di guerra. Nel Sudan sconvolto dalla più grave crisi umanitaria al mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di violenza di genere. (Stefano Piziali - Cesvi) 2) Ucraina, mentre i negoziati per un accordo tra Mosca e Kiev continuano, il piano per la pace Statunitense spacca l’amministrazione americana. (Roberto Festa) 3) La peggiore crisi economica mai registrata. L’occupazione israeliana in Cisgiordania e la distruzione e Gaza hanno provocato un crollo senza precedenti nell’economia palestinese, riportando il paese indietro di decenni. (Allegra Pacheco - West Bank Protection Consortium) 4) “A Dankirque non si vive, si sopravvive”. Sulle coste francesi la situazione umanitaria delle persone migranti peggiora giorno dopo giorno e lo stato non si assume le sue responsabilità. (Veronica Gennari) 5)Lo scandalo di pedofilia che ha sconvolto il vescovo di Cadice è un caso senza precedenti nella chiesa spagnola. (Giulia Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. Dopo 52 anni, la nazionale di calcio di Haiti si qualifica per i mondiali. Un risultato storico e prezioso per un paese distrutto dalla violenza. (Luca Parena)

    Esteri - 25-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 25/11 18:36

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 25-11-2025

  • PlayStop

    Quando lo stupro è un'arma di guerra. Le donne vittime di violenza in Sudan

    In Sudan la violenza di genere e lo stupro usato come arma di guerra sono all’ordine del giorno. Nel mezzo della crisi umanitaria più grave del mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di un conflitto che si consuma anche sui loro corpi. La ong italiana Cesvi lavora sul campo per offrire supporto psicologico alle donne e alle loro famiglie. Martina Stefanoni ne ha parlato con Stefano Piziali, direttore generale di Cesvi

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 25/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 25-11-2025

  • PlayStop

    Musica come atto terapeutico: il nuovo album di Marco Giudici

    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 25/11/2025

    Le iniziative del 25 novembre e DonneXstrada che di violenza di genere, parla tutto l'anno. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 25-11-2025

  • PlayStop

    Le comedians contro la violenza sulle donne al Teatro Lirico di Milano

    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

    Clip - 25-11-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 25/11/2025

    Celebriamo la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne con una selezione musicale quasi esclusivamente al femminile, tra novità degli ultimi giorni e brani più storici. Nella seconda parte Corrado Nuccini ci parla di Solido Festivalino di Ferrara, che andrà in scena questo weekend, e ospitiamo Marco Giudici che ci racconta e suona alcuni pezzi del suo nuovo album "Trovarsi soli all'improvviso".

    Volume - 25-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 25/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 25-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 25/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 25-11-2025

Adesso in diretta