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La distruzione politica, sociale e costituzionale di Elon Musk continua

Elon Musk
Tra dichiarazioni shock, colpi di mano, licenziamenti, continua l’opera di distruzione politica, sociale, costituzionale di Elon Musk. Due recenti episodi mostrano l’influenza, e gli effetti sul lungo periodo, che l’azione di Musk può avere. Anzitutto, Musk non ha smesso di versare migliaia, milioni di dollari, per pesare nella politica americana – ha versato quasi 300 milioni di dollari a favore della campagna di Trump nel 2024. Recentemente, il gruppo di Musk impegnato nel finanziamento alla politica, America PAC, ha speso un milione di dollari per uno spot televisivo che magnifica i risultati delle prime settimane di governo di Donald Trump. Da un paio di giorni si è anche diffusa la notizia che il miliardario sudafricano, l’uomo più ricco al mondo, ha donato direttamente il massimo donabile per legge – 6600 dollari – a quei repubblicani che hanno chiesto di mettere sotto impeachment i giudici che stanno ostacolando l’azione di Trump. Quindi, il giudice James Boasberg, che si è opposto alla deportazione dei venezuelani, presunti membri della gang Tren de Aragua. Il giudice Paul Engelmayer, che ha temporaneamente bloccato l’accesso del team di Musk alla banca dati del Tesoro. In questo modo, Musk lancia contemporaneamente due messaggi. Il primo: dice ai repubblicani, deputati e senatori, che se si comporteranno bene, se obbediranno ai voleri di Trump, saranno ricompensati con finanziamenti vitali per essere rieletti. Secondo messaggio: Trump avverte i giudici. Provate a opporvi agli ordini di Trump, e con i miei soldi farò partire ua serie di campagne per ditruggervi.
In questo modo del resto, chiedendo l’impeachement dei giudici, la loro destituzione, che può avvenire solo attraverso un processo e un voto del Congresso, Musk cerca di spianare l’ultima trincea di resistenza rimasta contro l’esercizio di un potere assoluto da parte di Trump – e di lui, di Elon Musk.
L’altro episodio importante relativo a Musk, di questi giorni, riguarda i tagli a Social Security, le pensioni per anziani e disabili, il Medicare, l’assistenza medica per chi ha più di 65 anni, e il Medicaid, la sanità per i più poveri. Nessuno di questi servizi va a vantaggio degli illegali. Ma Musk sostiene che i democratici hanno creato un gigantesco sistema di corruzione che premia gli illegali per comprare il loro voto. Secondo Musk, questo schema fraudolento costerebbe al contribuente americano tra i 100 e i 200 miliardi di dollari all’anno. Le prove? Ovviamente Musk non le dà. Del resto, con ogni probabilità, il Social Security non spedisce assegni pensionistici agli illegali. E non si capisce in che modo si comprerebbe il voto degli illegali che, appunto, non votano. Gli unici modi in cui gli illegali ricevono aiuti dall’assistenza pubblica riguarda le donne che partoriscono, o alcuni stati che forniscono assistenza di emergenza ai migranti senza documenti, e che poi vengono rimborsati dal governo federale. Ma si tratta, appunto, di una spesa minima rispetto agli investimenti federali nello Stato sociale e, comunque, non sono frodi. Perché, allora, Musk continua a parlare di frodi e di una gigantesca corruzione? Per giustificare i tagli che ha operato, e opererà, ai servizi sociali. Licenziamenti di dipendenti, riduzione dei servizi – per esempio quelli telefonici – chiusura di uffici nelle zone rurali e meno abitate. E forse, in prospettiva, tagli di pensioni e sanità.
  • Autore articolo
    Roberto Festa
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    Si autodefiniscono "precari di Stato". Lavoratrici e lavoratori impiegati da anni nei servizi essenziali di prefetture e questure rischiano tra pochi giorni di vedere interrotto il proprio contratto. Le agenzie per il lavoro Adecco e Randstad hanno deciso di fare ricorso al Tar contro la proroga tecnica degli appalti. Ora circa mille persone in tutta Italia potrebbero perdere il posto. Il paradosso è che, senza di loro, gli uffici che rilasciano documenti e permessi di soggiorno rischiano di bloccarsi. Per questo lunedì prossimo, 23 giugno, ci sarà uno sciopero nazionale. Stamattina a Milano c'è stato un presidio, indetto dai sindacati confederali dei lavoratori atipici e somministrati, davanti alla sede di Randstad, vicino alla stazione Centrale. Questa è una lavoratrice della Prefettura di Milano al presidio, l’intervista è di Luca Parena.

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    L'intervista a Nada

    Il magazine inglese Mojo l’ha definita “la dama delle cantautrici italiane indipendenti”. La cosa più inglese, ma anche indipendente, del nuovo album di Nada, “Nitrito”, è il suono asciutto, abrasivo e viscerale, come lo sono la vocalità e il songwriting dell’autrice. Il tutto senza modelli, né condizionamenti. Solo i consigli illuminati di un John Parish molto addentro all’universo espressivo del repertorio. Piergiorgio Pardo ne ha parlato con Nada in una bella chiacchierata inframmezzata da ascolti, riferimenti e, perché no, da qualche divertito sorriso andata in onda oggi a Jack.

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