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La diretta delle primarie – LIVE

h 20.45 – Barbara Pollastrini, deputata Pd, sostenitrice di Pierfrancesco Majorino. “A me avrebbe fatto piacere un ticket Pierfrancesco e Francesca perché li ritenevo candidati più vicini, ma vederli in campo tutti e tre ha allagato di molto la partecipazione”, afferma ai nostri microfoni.

“Tra qualche giorno si renderà evidente che il centrosinistra civico ha il dovere – anche per accogliere il messaggio di Giuliano Pisapia – di battere il centrodestra. L’unica vera garanzia è l’unità del centrosinistra”, così la parlamentare risponde alle domande di Luigi Ambrosio.

“C’è uno che è arrivato primo ma ci sono tre campioni che se si uniscono insieme possono tenere anche le anime più di sinistra”, aggiunge. La domanda che resta di fondo riguarda le motivazioni della divisione tra Balzani e Majorino. “Non sono d’accordo che fossero divisi – ha risposto Pollastri -. Hanno fatto una competizione solidale. O ci si univa con un progetto prima oppure non si poteva fare un patto tra loro nel chiuso di una stanza l’ultima settimana prima del voto”.

h 20.00 – Seggi chiusi, exit poll dell’Università Statale.

Giuseppe Sala 39-42 per cento;

Francesca Balzani 32-35 per cento;

Pierfrancesco Majorino 23-26 per cento;

Antonio Iannetta 0-2 per cento.

Le rilevazioni si sono fermate alle 18.30.

Il campione è di 3.100 interviste, suddivisi in 51 seggi presi come luoghi di rilevazioni. A svolgere la ricerca sono stati 100 studenti dell’Università degli studi di Milano, guidati dai professori Paolo Natale e Luciano Fasano.

Secondo i dati del Pd e le proiezioni di Radio popolare, i votanti dovrebbero essere tra i 50 e i 55 mila.

h 19.20 – La segretaria milanese di Sel Anita Pirovano ai microfoni di Radio Popolare: “I risultati non sono in linea con il 2010, ma comunque sono buoni”, afferma. Pirovano sottolinea che le votazioni si sono svolte con il rigore necessario: “Le operazioni si stanno svolgendo bene. Il rigore deve essere garantito per evitare che qualcuno voti due volte”. Le agenzie nel pomeriggio battono la notizia di un tentativo di frodare i seggi, fermato per tempo.

“La campagna elettorale di queste primarie ha dimostrato ancora una volta come Milano rappresenti un’anomalia, perché le primarie, nonostante ci abbiamo messo un po’, le abbiamo fatte per davvero”. Primarie di coalizione che sono entrati nel merito dei contenuti, anche se, confessa Pirovano “avrei voluto che se ne parlasse ancora di più”. “Non è solo una questione milanese – aggiunge Pirovano – e mi sembra che i milanesi di sinistra ne siano consapevoli ed esprimono fiducia in questo progetto politico anche solo esprimendo un voto”.

h 17.20 – +++Aggiornamento affluenza: i votanti alle ore 16 sono in totale 41.420. Pietro Bussolati, segretario Pd di Milano,  ai nostri microfoni ha detto di esere soddisfatto se si raggiungerà quota 50 mila elettori. Il dato comprende i 7.750 elettori andati ieri alle urne.+++

h 16.40 – “Milano 1- pioggia 0”. Pietro Bussolati, segretario milanese del Pd, sintetizza così la giornata del voto. “Non so se raggiungeremo i risultati di cinque anni fa, ma mi aspetto di arrivare comunque a 50 mila votanti”. Il clima per Bussolati è positivo, nonostante le polemiche sul voto dei cinesi. “I numeri sono consoni”, replica il segretario cittadino del Pd. “Se avessimo fatto votare solo chi parlava in italiano nel referendum del ’46 non so se avrebbe vinto la repubblica”.

Per Bussolati è poi un dato positivo la partecipazione cinese: “Sono sempre stati accusati di essere una comuntà chiusa. Se la comunità si mobilità su basi sincere e ha voglia di partecipare lo giudico un fatto positivo”.

h 14.00 – ++ Alle 12 di oggi hanno votato 18120 elettori, che vanno a sommarsi ai 7750 di ieri #primarieMilano #votaMI ++

L’annuncio su Twitter del Comitato per le Primarie di Milano. I votanti raggiungono così quota 25.870, che rappresenta un dato in linea con le elezioni precedenti. La composizione dell’elettorato è omogena in termini di genere (50,4 per cento sono donne), mentre il colpo d’occhio ai seggi fa pensare ad un’età media alta.

Oggi è la giornata delle polemiche sul voto dei cinesi, che hanno fatto irruzione anche nelle cronache nazionali.

“Il candidato sindaco Pd a Milano non sarà scelto dai milanesi o dai militanti Pd (esistono ancora?) ma da cinesiche sanno a malapena parlare l’italiano. Un #PdMadeInChina“. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo. “Le primarie Pd sono taroccate – accusa il leader M5S – Il presidente di seggio della sezione Lama a Milano ha detto: ‘Una partecipazione cinese inaspettata alle primarie del centrosinistra di Milano e una serie di operazioni sospette: non capiscono e non sanno leggere l’italiano e aprono la scheda per saperedov’è il nome. Il sospetto che non ci fosse questa consapevolezza di cittadini che sanno cosa stanno facendo io l’ho maturato'”.

Al leader del Movimento 5 Stelle risponde il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Hanno sempre da ridire sulle nostre primarie con migliaia di cittadini a votare, quando loro votano con i click – ribatte -. Noi siamo gli unici che hanno ilcoraggio di votare. Mi ricordano tanto un mio amico che non sapeva giocare e vedeva la partita in tribuna, per poi criticare. Eppure era in tribuna, manco in panchina”.

Uno degli esponenti della comunità cinese al voto questa mattina al seggio di via Paolo Sarpi risponde alle domande del direttore Michele Migone. “Non tutti votano per Sala”, dice. La poca consapevelozza è legata all’assoluta novità della partecipazione alle urne per la comunità cinese. Quale la loro richiesta? Cambiare le regole della Ztl A Chinatown. A Milano i cinesi sono oltre 28 mila.

 

 

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    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

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    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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