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La crisi d’Europa tra caos e complessità

Bandiere dell'Europa

Poche centinaia di migranti vaganti sulla nave Aquarius alla ricerca di un porto dove attraccare nel Mediterraneo, sembrano avere portato l’Europa sull’orlo del caos, se non nel caos.

Si potrebbe pensare che questo sia dovuto al grande numero di variabili che intervengono in un sistema come l’Europa. Ma i fisici hanno scoperto non molto tempo fa che sistemi semplici, descritti da equazioni deterministe e ben definite, possono diventare a volte caotici, ovvero imprevedibili. Per esempio un pendolo doppio piano, un pendolo alla cui estremità sta attaccato un altro pendolo entrambi oscillanti su un piano, può avere soluzioni/traiettorie caotiche. Eppure le variabili che governano la dinamica sono soltanto i due angoli di oscillazione.

Il caos può insorgere poichè il sistema è molto sensibile alle condizioni iniziali. Tornando nel Mediterraneo a bordo dell’Aquarius, uno dei pendoli sono i migranti che vogliono approdare e cercano accoglienza, l’altro i nazionalisti comunque li si voglia chiamare, populisti leghisti sovranisti fascisti razzisti eccetera, che vogliono i porti chiusi e l’accoglienza azzerata. E le due forze si scontrano, i migranti e l’accoglienza da una parte, i nazionalisti e i respingimenti dall’altra.

La condizione iniziale che è cambiata si chiama Salvini, cioè un nuovo ministro degli interni nel quadro di un nuovo governo, in apparenza democratico come espressione di una maggioranza in Parlamento e elettorale nell’urna. Però la democrazia è un sistema assai sensibile alle condizioni al contorno e iniziali, talchè può accadere che la maggioranza scivoli in fretta verso situazioni ademocratiche e/o antidemocratiche, tutti ricordano che Hitler arrivando al potere con una maggioranza elettorale eruttò poi il vulcano nazista.

Se tutte le dinamiche evolutive d’Europa fossero riducibili al modello del pendolo doppio, allora il caos sarebbe la soluzione più probabile, portando con sè il panico di massa – la cosidetta equazione del panico lo prevede – e/o possibili guerre civili se non l’orribile homo homini lupus predetto da Hobbes, la violenza di tutti contro tutti.

Ma l’Europa è anche traversata da molte fratture, a cominciare dalla Brexit, la frattura ormai consumata con la Gran Bretagna, la nazione di più antica democrazia dove inventarono parecchi secoli fa il primo fondamentale diritto umano dell’individuo, l’habeas corpus. Nè si può dimenticare quando dal ’39 al ‘ 41 del secolo scorso la piccola isola resse l’urto nazista praticamente da sola. Insomma una perdita grave per l’Europa.

Altre ce ne sono di fratture. Quella tra paesi del sud e del nord, mediterranei e continentali, tra paesi debitori e paesi creditori, cui Draghi ha tentato di mettere riparo con il quantitative easing, quella tra centro e periferie/hinterland delle città, quella emersa recentemente tra elites e popolo, nel popolo tra poveri e ricchi, tra esclusi dal benessere e inclusi, quella tra il gruppo di paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) e il resto dei componenti dell’UE, tra il club dei 19 appartenenti all’eurozona, e gli altri (9), quella tra il cosidetto asse, Berlino, Vienna, Roma (già la parola “asse” mette i brividi) per regolare e risolvere la questione “migranti” con i respingimenti e i campi di concentramento, quella tra la CDU di Merkel e la CSU bavarese che rischia di spezzare il governo tedesco, e potrei continuare con gli indipendentisti catalani e parecchio altro. Col che ci si può chiedere quando, e se, queste innumerevoli fratture potranno allargarsi fino alla catastrofe della costruzione europea.

Per capirlo volgiamoci ancora alla fisica, per cui in alcuni casi, per esempio lo srotolamento di un rotolo di scotch che si sviluppa attraverso una serie di fratture (stick-slip), si costituisce un sistema complesso, e più precisamente un sistema critico auto-organizzato. Dove complesso significa a alta variabilità. Pensiamo a un insieme di esseri umani tutti diversi, e insieme tutti definibili come “umani”. Inoltre i grandi sistemi interattivi evolvono continuamente verso uno stato critico, ovvero dove una piccola perturbazione può comportare effetti catastrofici (la classica farfalla che battendo le ali in Brasile provoca un uragano in Texas). Epperò nel sistema emergono anche strutture auto-organizzate, diciamo configurazioni collettive coerenti e armoniche, un ordine nuovo e una nuova complessità, che opponendosi alle soluzioni catastrofiche, possono riuscire a prevenirle.

Qui sta la necessità della politica, polis più ethica cioè ethica della convivenza civile, talchè il sistema sia resiliente rispetto agli stati critici, e accogliente rispetto alle strutture auto-organizzate emergenti. In linguaggio politico questo significa, credo, organizzarsi in un movimento per la Costituzione Europea che stabilisca i termini del patto su cui si reggono l’identità dei cittadini, cosa vuol dire essere cittadini europei, e la convivenza tra loro. Inoltre l’Europa è un sistema di differenze che vanno valorizzate e non schiacciate, tantomeno cancellate, essendo in larga misura la società europea già multietnica e multiculturale. Specie negli agglomerati urbani.

Le grandi città cosmopolite, ma anche più largamente la cosmopolis globale che ormai permea tutta Europa, nonchè il pianeta intero. In questo senso sono significative le parole dei sindaci di Napoli, e Palermo, in un primo tempo anche Livorno, che hanno dichiarato il rifiuto della chiusura dei loro porti decretata dal governo centrale. Ecco un articolo della possibile Costituzione Europea: i porti sono per definizione sempre aperti, l’unica chiusura eventuale verificandosi in tempo di guerra. Ogni decisione in merito va presa di concerto tra il governo e i sindaci direttamente interessati. Se dovessi oggi lanciare uno slogan direi quindi: viva la Comune Europea.

P.S.: Chi volesse saperne di più sul versante della fisica può leggere il bellissimo libro di Per Bak “How Nature Works”, nelle cui pagine incontrerà anche Karl Marx. Il libro è accessibile pure a chi non abbia una ampia conoscenza matematica.

Bandiere dell'Europa

  • Autore articolo
    Bruno Giorgini
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    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

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    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

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