Approfondimenti

La crisi brasiliana oltre Lula

Ora che Lula è in prigione è tempo di bilanci e di prospettiva.

Il dibattito sui limiti della magistratura quando fa supplenza della politica è sempre attuale. Ieri per l’Italia, oggi per il Brasile, il punto di partenza è sempre lo stesso: una classe politica logorata che si aggrappa al potere spartendosi il bottino e che non riesce a gestire l’economia di un paese in crisi.

Aggiungiamo il crollo della fiducia dei cittadini, le campagne mediatiche che mettono in circolo notizie false e mirate, il protagonismo del magistrato d’assalto che non solo diventa famoso ma che nei fatti decide le sorti del futuro politico del paese. In Italia Mani Pulite, politicamente parlando, partorì Berlusconi e Di Pietro, in Brasile Lava Jato per ora non ha partorito nulla, ma è in crescita nei sondaggi un ex-militare che propone la pena di morte e, se scendesse in campo, il giudice Sergio Moro sicuramente avrebbe un buon seguito. Tutto questo ovviamente al netto di fenomeni corruttivi reali che hanno macchiato ogni schieramento politico.

Troppo simile a Mani Pulite? Si e no. In Italia la seconda repubblica nata dalla maxi inchiesta è stata finora figlia della prima. Non si è registrata nessuna rottura reale né discontinuità. Le forze politiche predominanti, con eccezione del M5s, sono tutte figlie della stagione precedente. In Brasile la situazione è invece più complessa. E questo perché un grande Paese federale ha delle complicate dinamiche locali. La grande figura carismatica che si candida a presidente della federazione fa la differenza, a prescindere spesso dalle forze che lo sostengono.

Senza Lula il PT non sarebbe mai andato al potere. Quando nel 2002 l’ex sindacalista vinse la presidenza del Brasile, il PT raggiunse la percentuale più alta della sua storia, il 17,7%. Ed è in questo numero che sta il dramma brasiliano. Un paese che ha un sistema elettorale proporzionale per l’elezione dei parlamentari e maggioritario a doppio turno per quella del presidente. Non c’è quasi mai stato un presidente con maggioranza propria in parlamento. I voti per governare si sono devono conquistare, o comprare, da sempre. Questo spiega l’importanza di un partito fantasma, il PMDB, che vinse soltanto ai primi tempi del ritorno alla democrazia per poi diventare una federazione di cacichi locali che riesce ad avere sempre una consistente pattuglia in parlamento da mettere al servizio del vincitore di turno. Loro hanno governato con la destra di Fernando Enrique Cardoso e anche con la sinistra di Lula e Dilma, della quale il vicepresidente era proprio l’attuale presidente provvisorio, Michel Temer del PMDB.

Qual’è stata la più grande colpa politica del Partito dei Lavoratori? Non avere mai nemmeno provato a riformare un sistema caratterizzato dalla spartizione spesso corrotta. Anche se bisogna dare atto che fu proprio Lula a fare approvare la legge “Scheda pulita” che dichiara ineleggibili le persone con condanne definitive per corruzione, crimini politici, razzismo e narcotraffico. Ma ovviamente non è bastato, è oggi non è solo il PT, ma l’intero sistema dei partiti, soprattutto il centrodestra tradizionale, che è in crisi. Una crisi che colpisce il livello federale della politica brasiliana, cioè il governo con sede a Brasilia che ha il compito di garantire la coesione sociale ed economica di un paese grande come un continente.

Un paese formato da almeno quattro mondi diversi e lontani, il ricco centro-sud industriale, il poverissimo nordest, l’isola amazzonica e i frammenti sparsi della sterminata provincia brasiliana. Il grottesco impeachment di Dilma Roussef, le denunce quotidiane di corruzione nei confronti del presidente provvisorio Temer, il carcere di Lula, le manifestazioni a suo favore e i fuochi di artificio nei quartieri ricchi di Sao Paolo per festeggiare la sua prigione sono sintomi di un paese che è sempre meno coeso.

Alle ultime elezioni si era visto un Brasile spaccato in due dal voto, con le aree povere dove vinceva la sinistra e quelle più ricche dove prevaleva il centro destra. Lula era stato in grado di governare per entrambi, senza fratture, raccogliendo consensi ovunque. Lui è stato un grande riformista in campo sociale ed economico che ha governato per tutti, non per pochi. Oggi il Brasile che “conta” lo ha dimenticato e seppellito e vorrebbe tornare all’antico Paese per pochi, quelli di sempre. Mancano però, a destra e a sinistra, figure con altrettanto carisma come ebbe Lula in grado di tenere insieme il Paese, di fare tornare i tempi del Brasile potenza emergente. Questo diventa oggi il problema numero uno: chi è in grado di ridare fiducia ai cittadini, di affrontare con riforme profonde il nodo della corruzione, di continuare la lotta alla povertà, di uscire dalla crisi economica?

  • Autore articolo
    Alfredo Somoza
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 23/12 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 23-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 23/12 10:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 23-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 23/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 22/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 23/12/2025 - ore 09:59

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 23-12-2025

  • PlayStop

    Radiosveglia di martedì 23/12/2025

    Radiosveglia è il nostro “contenitore” per l’informazione della mattina. Dalle 7.45 alle 10, i fatti del giorno, (interviste, commenti, servizi), la rassegna stampa, il microfono aperto, i temi d’attualità. E naturalmente la musica. Ogni settimana in onda uno dei giornalisti della nostra redazione

    Radiosveglia – Prima parte - 23-12-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di martedì 23/12/2025

    In conduzione Francesco Tragni. Che tipo di regali fanno i nostri ascoltatori? I brani scoperti (o riscoperti) nel 2025 e infine, il finto medico che prescriveva farmaci come Stanis Larochelle di Boris.

    Apertura musicale - 23-12-2025

  • PlayStop

    From Genesis To Revelation di martedì 23/12/2025

    "From Genesis to Revelation" è una trasmissione radiofonica dedicata al rock-progressive, attiva regolarmente dal 1999. Condotta da Renato Scuffietti e Matthias Scheller, offre un'ora settimanale di musica prog, spaziando dai grandi classici dei seventies al newprog e al prog sinfonico, con interviste, recensioni e monografie sui sottogeneri. Nata come un hobby, è diventata un importante punto di riferimento per gli appassionati del genere.

    From Genesis To Revelation - 22-12-2025

  • PlayStop

    Jazz Anthology di lunedì 22/12/2025

    "Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).

    Jazz Anthology - 22-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di lunedì 22/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 22-12-2025

  • PlayStop

    Il Suggeritore Night Live di lunedì 22/12/2025

    Il Suggeritore Night Live, ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 dall’Auditorium Demetrio Stratos, è un night talk-show con ospiti dello spettacolo dal vivo che raccontano e mostrano estratti dei loro lavori. Gli ascoltatori possono partecipare come pubblico in studio a partire dalle 21.00. E spesso, il Suggeritore NL vi propone serate speciali di stand up, slam poetry, letture di drammaturgia contemporanea, imprò teatrale. Vi aspettiamo!

    Il Suggeritore Night Live - 22-12-2025

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di lunedì 22/12/2025

    "Jailhouse Rock", trasmissione di Radio Popolare e Popolare Network, esplora il legame tra musica e carcere. Ogni lunedì dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, il programma include storie e suoni dal mondo delle prigioni, con la partecipazione di detenuti dei carceri di Rebibbia e Bollate che realizzano un Giornale Radio dal Carcere e cover di artisti. Scopri di più su http://www.jailhouserock.it/ e https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 22-12-2025

Adesso in diretta