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Italia in isolamento: la situazione a Vimodrone

Vimodrone

Com’è la situazione a Vimodrone in queste settimane di emergenza e di isolamento? Il sindaco Dario Veneroni, racconta a Radio Popolare come il comune di Vimodrone, 17.000 abitanti a nord-est di Milano, sta affrontando questo periodo e spiega come è stata gestita l’emergenza nella RSA di Vimodrone, gestita dall’Azienda Golgi Redaelli ora al centro di un’inchiesta.

L’intervista di Serena Tarabini a Fino Alle Otto.

Vimodrone è un comune di piccole-medie dimensioni molto vicino a Milano. La situazione è in linea con quella Lombarda e in particolare milanese?

Da quando è iniziata l’epidemia i contagi sono continuamente cresciuti. In effetti ancora ieri, dati della Prefettura, nonostante tutto i casi sono ancora aumentati, non so se dipende da un trend di contabilizzazione di questi casi, dopodiché questa è la situazione, i casi sono ancora in aumento.

A Vimodrone è presente una RSA gestita dall’Azienda Golgi Redaelli, che è al centro di un’inchiesta. Il Sindacato USB ha presentato un esposto per come sono state gestite le cose nelle sue strutture.

Sì, noi abbiamo questa struttura storica sul nostro territorio che appartiene al Comune di Milano, ospita non solo anziani del Comune di Milano ma oramai, con le varie convenzioni, anche di paesi del circondario, Vimodrone compreso. Io ho chiesto più volte non solo al Direttore Sanitario Locale Scalisi, ma anche al Direttore della Struttura Dott. Lucchini per capire la situazione, in particolare quando mi arrivavano le richieste da parte di concittadini i cui parenti erano ricoverati nella struttura, perchè la struttura era stata chiusa ai parenti fin dall’inizio.
Scalisi mi ha confermato che la struttura era stata completaente chiusa ai familiari fin dal primo caso. Forse questo è stato un bene perché rispetto ai dati che sento e ricevo da altre RSA a Vimodrone la situazione è ancora contenuta, almeno secondo quanto mi viene comunicato sempre dal Dott. Scalisi.
Oltre ad aver provveduto alla chiusura immediata hanno costituito da subito un reparto ad hoc solo per i contagiati da COVID-19. I dati che ho a disposizione parlano, se non mi sbaglio, di 19 contagiati e 5 decessi. Ci sono poi tutta una serie di tamponi da eseguire. Mi sembra, da quanto mi viene detto, che la situazione sia sotto controllo. La carenza che mi segnalano e che desta preoccupazione è quella relativa al personale sanitario ed infermieristico, ci sono molte assenze dovute a contagio, attesa di tampone o per altre malattie diverse, stanno quindi cercando di recuperare altro personale o attraverso lavoro interinale o attraverso cooperativa, per andare a sostituire questo personale. Credo sia questo il motivo di preoccupazione del Sindacato. Io comunque ritengo che la situazione sia sotto controllo, non mi sembra di avere parecchi decessi in questo periodo.

Uno dei punti dell’esposto presentato da USB riguarda il personale medico sanitario da ditte esterne lasciato senza protezione. Dopodiché quello che leggo dall’articolo del Il Giorno è che i decessi a Vimodrone sono stati 23, non 5.

Guardi, a noi come Comune arriva la comunicazione dei decessi di persone che sono residenti a Vimodrone. Poi ci sono sicuramente dei decessi di persone di altri paesi, ma che a noi non arrivano. In generale la situazione mi sembra migliore che in altri luoghi, dove i malati con COVID-19 si sono mescolati con pazienti non positivi. È stato istituito questo reparto speciale, separato da tutto il resto della struttura, dove sono ospitati circa 350 anziani ancora oggi, che non sono pochi.
Rispetto alla capacità della struttura stessa, mi hanno detto, oggi sono 100 anziani in meno, a causa della situazione i ricoveri sono limitati, quindi ad oggi non ci sono le 450 persone che potrebbero essere ospitate ma 350. C’era questa richiesta da parte dei familiari di entrare in contatto con i loro parenti, anche il Sindacato è intervenuto, è stato messo anche qualche striscione fuori dalla struttura, che ad oggi ha provveduto a metterli in contatto con tablet, telefonate, social e per questo si sono rincuorati, ho fatto anche io un comunicato.

Come è cambiato il suo lavoro di sindaco di Vimodrone a causa di questa emergenza, tra attività straordinarie e quelle ordinarie che sono rimaste?

Diciamo che la prima cosa che faccio tutti i giorni è aggiornare la situazione che mi arriva o dall’ATS o dalla Prefettura per valutare poi insieme alla Polizia Locale le attività di controllo delle persone contagiate, per vedere se sono a domicilio per esempio, se sono in quarantena si verifica se vengono rispettati i termini. Certo, viaggiamo in un un modo legato tutto al coronavirus: noi da subito abbiamo dovuto mettere in campo diverse iniziative, per esempio una delibera nei confronti dei cittadini più deboli, anziani, persone con disabilità. Ad esempio abbiamo istituito un’iniziativa che si chiama “pasti a domicilio“: noi già svolgiamo tutto l’anno un servizio di pasti domiciliari alle persone bisognose, lo abbiamo allargato alle persone anziane che hanno difficoltà a muoversi, a un prezzo calmierato, in questo caso a 6.25 euro e tutti i giorni attraverso l’azienda che serviva le scuole che adesso sono chiuse si occupa della distribuzione. Abbiamo istituito un numero di una assistenza sociale che recepisce queste richieste e giornalmente recapita un pasto. Inoltre per quanto riguarda i farmaci a domicilio, ci siamo chiesti come potevamo fare, abbiamo messo a disposizione del Comune un medico che risponde a un numero dedicato. Questi recepisce la richiesta del paziente, la trasmette alla protezione civile, segnalando la farmacia scelta dal paziente, e la farmacia poi è in grado di trasmettere il farmaco direttamente a domicilio.

Foto dalla pagina Facebook di Dario Veneroni, sindaco di Vimodrone

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    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

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    Politici, industriali e finanzieri sono concordi nel sostenere la strada del riarmo e della militarizzazione europea: per i finanzieri si tratta di far fruttare i propri fondi rapidamente e in maniera sicura, per gli industriali idem, con fortissime iniezioni di denaro pubblico, non a caso anche quest’anno hanno fatto il record di vendite come registra il Sipri di Stoccolma il più autorevole istituto di ricerca sulla spesa militare nel mondo. Il problema, spiega Francesco Vignarca, portavoce della Rete Pace Disarmo, ricercatore e analista (tra i curatori del libro Europa a mano armata curato con Sbilanciamoci) è che così vince il discorso di guerra. Banalizzante, propagandistico e pericoloso perché sequestra la democrazia: “Il complesso militare industriale ha un pensiero medio lungo strategico. Stanno già intervenendo per togliere le leggi sulla limitazione alla vendita di armi, perché sanno che dovranno vendere questa sovraproduzione da qualche parte, così come fanno entrare capitali esteri nella nostra industria, come i sauditi in Leonardo, perché non siamo noi gli acquirenti di queste armi”. Ascolta l'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    A come Asia di mercoledì 03/12/2025

    A cura di Diana Santini

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