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La politica non aiuta il cinema italiano

Tre EFA a Youth-La giovinezza di Paolo Sorrentino, per il miglior film, regia e per il miglior attore protagonista Michael Caine. Quelli che vengono definiti gli Oscar Europei, gli European Film Award, appena consegnati a Berlino, hanno incoronato un’altra volta il regista italiano, già premiato in Europa per La grande bellezza, prima di ricevere l’Oscar. Niente invece per Nanni Moretti, l’altro regista italiano in gara con il film Mia madre.

I cani abbaiano ma la carovana procede“, dice Sorrentino da Berlino, citando un proverbio arabo e rispondendo alle critiche ricevute dopo l’uscita di Youth. E il riconoscimento Europeo è molto importante: “Una sorpresa e alla luce dei fatti tragici di novembre, ancora più significativo. È un momento in cui l’Europa si sta compattando su un grande dolore”.

Non ha mai nascosto, Paolo Sorrentino, la delusione per l’atteggiamento nei confronti del cinema italiano, da parte di chi governa.

“I riconoscimenti non bastano, tocca alla politica. Gli autori fanno succedere le cose, gli altri no. I bravi registi ci sono in Italia, ma bisogna metterli melle condizioni di non doversi censurare, come purtroppo temo succeda. I anche nostri media non aiutano, mentre la stampa internazionale ha colto la straordinarietà del cinema italiano”.

In concorso al Festival di Cannes 2015, Sorrentino del suo film parla così: “Il futuro come grande occasione di libertà a qualsiasi punto della vita”. Protagonisti due amici, Michael Caine e Harvey Keitel, due artisti ultra settantenni in vacanza in un lussuoso hotel tra le montagne della Svizzera. Lo sguardo del regista qui si posa su un’umanità più universale, rispetto a quella mondana di La grande bellezza.

“Volevo esorcizza alcune mie paure, paure di tutti forse, come la vecchiaia e la morte”. E con quella dose di leggerezza e di ironia sincera, sembra esserci riuscito. Girato in inglese con attori internazionali, oltre ai protagonisti: Jane Fonda, Rachel Weistz e Paul Dano; l’atmosfera è sospesa e luminosa, tra prati fioriti e azzurre vasche con figure in accapppatoio che si muovono come fantasmi.

La musica classica e la musica pop, il direttore d’orchestra quasi algido con poche emozioni e il regista più vivacemente espressivo. Il rapporto tra genitori e figli, visto dai padri. E un grande bisogno di incontro/confronto e scambio tra esperienza e speranza, tra passato e futuro ma qui e ora.

Ascolta l’intervista a Paolo Sorrentino

Intervista a Sorrentino_YOUTH

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    Barbara Sorrentini
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    Trent'anni dopo gli accordi di Dayton, che posero fine al massacro della guerra nella ex Jugoslavia, in Italia si è tornato a ricordare il più drammatico emblema di quella guerra, l'assedio di Sarajevo. È stata un'inchiesta della Procura di Milano a riaprire una finestra sull'orrore. I magistrati indagano su un gruppo di cittadini italiani che, insieme a cittadini svizzeri e probabilmente anche di altre nazionalità che avrebbero passato dei fine settimana a Sarajevo, nelle postazioni serbo-bosniache, per divertirsi a fare i cecchini, dietro il pagamento di ingenti cifre. Un safari umano che aggiunge crudeltà alla crudeltà. Luigi Ambrosio ha intervistato Mario Boccia, fotografo e reporter, che negli anni della guerra era a Sarajevo a documentare l'assedio e che oggi ha prodotto una mostra fotografica che farà il giro dei balcani, iniziando da Belgrado, per poi andare a Zagabria e a Sarajevo. Foto di Mario Boccia

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