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Sant’Anna. “Lo dicano qui che aboliscono la legge Mancino”

Sant'Anna

“Il ministro Fontana venga qui a dire che vuole abolire la legge Mancino contro i crimini d’odio e la propaganda nazifascista”.

Il sindaco di Sant’Anna di Stazzema, Maurizio Verona, parla con Radio Popolare dopo la commemorazione della strage del 12 agosto 1944 quando truppe naziste e fascisti della 36° “Brigata Mussolini” ammazzarono 560 civili, donne, uomini e bambini nel paese appenninico in provincia di Lucca.

“Nel mio discorso ho invitato il ministro Fontana a ripensare alle sue dichiarazioni sull’abolizione della legge Mancino. Vorrei vedere come lo spiegherebbe, con quali motivazioni, a chi ha subito dal fascismo e dal nazismo crimini efferati, a chi ha visto uccidere padri, madri, figli, fratelli e sorelle nella maniera più crudele ci possa essere”.

Contro Sant’Anna di Stazzema e la sua memoria uno dei peggiori insulti era arrivato nello scorso mese di febbraio dal leader della Lega Salvini, che poi sarebbe diventato ministro dell’Interno: “Iscrivermi all’anagrafe antifascista di Stazzema? Io l’anagrafe la lascerei per l’anagrafe canina” aveva detto Salvini.

Non voglio nemmeno perdere tempo a commentare quelle parole – dice oggi il sindaco di Sant’Anna di Stazzema – non hanno offeso me, hanno offeso i morti e i superstiti di tutte le stragi. Facendo quel paragone Salvini si è offeso anche da solo“.

La miglior risposta – ha spiegato il sindaco – all’indifferenza e al qualunquismo rispetto a ciò che accade. E’ stata una risposta marcata e molto forte, che ha mostrato l’indignazione per le dichiarazioni fatte da rappresentanti delle istituzioni, in un luogo, Sant’Anna di Stazzema, che è un simbolo, così come lo è Marzabotto“.

Oggi – ha aggiunto il sindaco – c’è stata una partecipazione straordinaria, è la miglior risposta a quanto sta accadendo in Italia“.

Al sindaco di Sant’Anna di Stazzema sono piaciute le parole del Presidente della Repubblica, in particolare il riferimento alla necessità di non abbassare la guardia.

Il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia” ha detto Mattarella.

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