Approfondimenti

Il Primavera Sound travolto da Nick Cave

La prima vera serata di concerti al Primavera Sound di Barcellona ha avuto molti protagonisti. Ma, almeno per chi scrive, uno solo è da ricordare come il trionfatore, il conquistatore. Le facce del pubblico che avevo intorno a me, dopo la fine dell’esibizione di Nick Cave e dei suoi Bad Seeds, dicevano una cosa sola: “Incredibile”.

Nonostante nel live di Cave non ci siano effetti speciali di alcun genere. Lontanissima, quasi antipodica, l’eterea Björk con il suo spettacolo elaboratissimo e raffinatissimo, abbellito da installazioni visual perfette. Ma ciò che rende “incredibile” il concerto dei Bad Seeds è il coinvolgimento umano. La furia e la dolcezza, il calore e la rabbia, il dolore e la commozione.

Björk - Foto di >Santiago Felipe
Björk – Foto di Santiago Felipe

Nick Cave, 61 anni a settembre, è oggi, dopo tanti successi, mille esperienze e un recente dolore straziante, un performer più completo che mai. Già si poteva dire della sua discografia che fosse tra le più costanti di sempre, incurante del passare del tempo. Oggi dobbiamo aggiungere che, pur essendo sempre stato un animale da palcoscenico da togliere il fiato, è arrivato nel 2018 all’apice della sua potenza live.

Nick Cave - Foto di Eric Pamies
Nick Cave – Foto di Eric Pamies

La scaletta, leggermente diversa dal tour che ha consacrato il suo più recente album “Skeleton tree”, quello dedicato alla perdita del figlio Arthur, ha proposto una perfetta alternanza tra i grandi successi di sempre (“Do you love me”, “Red right hand”, “Deanna”), i brani migliori dell’ultima parte della sua carriera (“Girl in amber”, “Jubilee Street”), qualche chicca inaspettata (“Come into my sleep”).

E il finale, già portato sui palchi di mezzo mondo, con un centinaio di persone dal pubblico invitate sul palco per fare da coro greco e da scenografia vivente per l’esecuzione di “Stagger Lee” è la perfetta celebrazione di questo desiderio di Nick Cave di interpretare un concerto come un rito collettivo. Nick Cave suona e canta con il pubblico, più che per il pubblico, oggi più che mai. E anche chi guarda da lontano, senza occasione di salire sul palco, ne rimane invischiato, catturato.

Nils Frahm - Foto di Eric Pamies
Nils Frahm – Foto di Eric Pamies

Ci si allontana da quel palco con l’idea di aver bisogno di qualche minuto di decompressione, sgarrando dal ritmo forsennato di live dopo live che il programma fittissimo del Primavera Sound impone. Utili, perfetti, in questo senso, i set del compositore tedesco Nils Frahm, un uomo solo al comando di mille tastiere, e del produttore britannico Four Tet, tra i più raffinati interpreti dell’elettronica contemporanea.

Art Ensemble of Chicago - Foto di Alba Ruperez
Art Ensemble of Chicago – Foto di Alba Ruperez

E prima? Abbiamo assistito a un ottimo live di Anna von Hausswolf, che come scrivevamo ieri aspettavamo alla prova dal vivo, superata alla grande. Siamo rimasti un po’ delusi dalla prova scolastica, un po’ freddina, dei The War On Drugs. Ci siamo fatti portare indietro nel tempo con la mistica presenza sul palco dell’Auditorium Rockdelux dell’Art Ensemble of Chicago, monumento alla storia del jazz. E ci siamo soprattutto commossi ed emozionati con il live degli italiani Any Other.

Any Other - Foto di Niccolò Vecchia
Any Other – Foto di Niccolò Vecchia

La band guidata da Adele Nigro è dall’esordio di quasi tre anni fa, “Silently, quietly, going away”, una delle preferite di Radiopop. Con il concerto di ieri il gruppo ha presentato le nuove canzoni, di un album che uscirà entro la fine dell’anno, dimostrando una crescita notevole nell’elaborazione dei pezzi e negli arrangiamenti. E ci hanno lasciato l’idea di essere in questo momento forse la band italiana più “internazionale”, più adatta a un Festival come il Primavera Sound. Bravissimi, continuate così.

Noi stasera continuiamo con la seconda notte di musica. Per chi non potrà seguire i concerti da Barcellona, sul sito https://relive.primaverasound.barcelona/ saranno disponibili per tutti i giorni del Festival alcuni concerti in differita tra i più interessanti del programma.

  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    A Milano arriva il Godai Fest: Rodrigo D'Erasmo, tra gli ideatori, ce l'ha raccontato

    Sabato 20 e domenica 21 settembre al Paolo Pini di Milano si terrà la prima edizione del Godai Fest, il festival multidisciplinare che unisce la musica alle arti performative e visive nato da un’idea del musicista Rodrigo D’Erasmo, del produttore Daniele Tortora e dell’artista visivo Cristiano Carotti per abbattere i recinti di genere e di partecipazione, connettere le arti, sperimentare nuovi linguaggi, ampliare le visioni. L’arte, in tutte le sue declinazioni, sarà protagonista di un viaggio attraverso i 4 elementi della cultura umana (Fuoco, Terra, Acqua, Aria) ai quali si aggiunge, secondo la filosofia orientale, il principio del Vuoto. Ad ogni elemento corrisponde un curatore: Rodrigo D'Erasmo in questa intervista di Elisa Graci e Dario Grande a Volume ci ha presentato il concetto e il programma di questo festival.

    Volume - 17-09-2025

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    Il primo Pride della Valtellina Chiavenna. L'emozione, ha fatto salir la fame! Per merenda: pane burro e acciughe con bollicina,. Poi via si torna a Milano, al Piccolo Salone del Libro Politico al Conchetta. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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