
“Notre problème c’est les milliardaires”, il nostro problema sono i miliardari. È scritto su un piccolo cartello artigianale portato da uno dei tanti manifestanti scesi in piazza ieri in tutta la Francia per la giornata nazionale di protesta indetta da tutti i sindacati francesi, di nuovo uniti come due anni fa, allora contro l’aumento dell’età pensionabile, oggi o piuttosto ieri per una finanziaria di giustizia sociale. E per la giustizia sociale, appunto, come dice semplicemente il piccolo cartello citato all’inizio, il problema sono i miliardari.
Mai così tanti, mai così ricchi in Francia, grazie a otto anni di Macron che hanno aumentato la povertà, mai così diffusa secondo i dati dell’ISTAT francese, amplificato, mai come prima, le disuguaglianze tra i più ricchi e i più poveri, e, contestualmente, aumentato il debito pubblico di oltre 1000 miliardi, scavando il deficit corrente, il più alto dei grandi paesi europei.
Le 500 famiglie più ricche del Paese hanno più che raddoppiato il loro patrimonio negli ultimi 8 anni, mentre le crisi a ripetizione bastonavano i redditi più bassi per arrivare a fine mese.
È contro questa idea, questo modello e questa pratica della Francia che un milione di francesi è sceso in piazza ieri, secondo i sindacati, in oltre 250 cortei, malgrado l’allarme e, di fatto, le minacce del ministro dell’interno dimissionario che prometteva tolleranza zero e repressione a tappeto con 80.000 poliziotti dispiegati con tanto di droni e blindati leggeri.